Ospedale nuovo, ma con che strade? “Trovare ora risorse”. Dalla Provincia 3 milioni

28 Gennaio 2025 13:31

Il progetto del nuovo ospedale

Promesso l’ospedale nuovo entro il 2032, c’è da pensare a come collegarlo il più possibile alla provincia. “Ai fondi per il nodo viabilità bisogna pensarci prima. Subito. Nel progetto esecutivo inseriamoci anche le vie d’accesso. Non credo che 5 o 6 milioni in più facciano la differenza su un progetto da 200”, dice il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali questa mattina videocollegato in Conferenza sociale sanitaria, il ponte tra Ausl e 46 Comuni.

Concordano la sindaca di Gragnano Patrizia Calza e la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, che in assenza ancora del presidente della Conferenza sociosanitaria (non si trova un accordo politico da giugno) ha guidato l’assemblea.

La presidente della Provincia Monica Patelli e il vicepresidente Franco Albertini ricordano intanto come la Provincia si sia già impegnata a mettere da parte tre milioni sulla viabilità collegata al futuro ospedale che come deciso sarà vicino a corso Europa.

Il riferimento di Patelli e Albertini è all’aprile del 2024, quando il Comune di Piacenza, la Provincia e la Regione hanno firmato un protocollo per la realizzazione delle infrastrutture necessarie a garantire condizioni di accesso più sicure al nuovo ospedale. La Regione si è impegnata a reperire le risorse, nel limite massimo di 17 milioni, così come hanno fatto Comune e Provincia.

La direttrice dell’Ausl Paola Bardasi aggiorna poi i sindaci anche sull’iter che porterà al futuro ospedale polichirurgico di Piacenza, ribadendo come siano 9 i concorrenti in gara per la progettazione e la realizzazione, nazionali e internazionali come già abbiamo anticipato in questi giorni.

E con l’obiettivo, tra gli altri, di provare a governare meglio le liste d’attesa, durante la Conferenza sociosanitaria, durata un’ora, è stata spiegata anche una riorganizzazione del “sistema Ausl” pronta a partire dal primo febbraio, sabato.

Piacenza vuole essere riferimento per le patologie tempodipendenti e per l’alta complessità clinica, con attività interaziendali e piattaforme: “Ad esempio potremmo creare una piattaforma conParma, in Urologia, per imparare a usare il robot chirurgico e attivare tecniche attrattive, in un percorso condiviso”, spiega Bardasi.

A Bobbio, “la struttura è vocata ai processi di integrazione ospedale-territorio a valenza provinciale”, ha detto Bardasi. Il sindaco di Ottone, FedericoBeccia, che è anche medico, ha chiesto a questo punto a cosa si riferisse.

“La nostra volontà è quella realmente di abbattere i muri tra ospedale e territorio”, sottolinea Bardasi. Rispondendo a Beccia, in particolare, il direttore sanitario Andrea Magnacavallo ha sottolineato la sperimentazione che coinvolge la struttura di Bobbio, gli specialisti e i medici di medicina generale del territorio, ma anche l’assistenza infermieristica “che dall’ospedale raggiunge le case dei cittadini”.

Prosegue anche l’integrazione tra Ausl e Università di Parma, con l’obiettivo di clinicizzare le unità operative, che significa creare all’interno degli ospedali le sedi per le attività didattiche universitarie. Dopo il reparto di Ortopedia e Traumatologia e quello di Pediatria, già integrati con l’ateneo di Parma, ci saranno Neuroradiologia, Oculistica e Riabilitazione a Fiorenzuola.

Intervenute anche la sindaca di Ferriere Carlotta Oppizzi e la sindaca di Cadeo Marica Toma, per evidenziare rispettivamente i timori della carestia di medici di famiglia in montagna e il futuro del Centro paralimpico in costruzione a Villanova.

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