GdF, sala della caserma Galli dedicata a Silvio Novembre: “Faro del nostro agire”

13 Febbraio 2025 10:14

Un grandissimo finanziere. Ma soprattutto un servitore dello Stato con la “S” maiuscola che ha dedicato la vita al lavoro. Sarà intitolata a Silvio Novembre, il maresciallo della Guardia di Finanza originario di Alseno e scomparso nel 2019, la sala convegni della caserma Galli di via Emilia Pavese.

Novembre è stato l’investigatore che, grazie alla sua preparazione e caparbietà, contribuì, insieme all’avvocato Giorgio Ambrosoli, a scoprire alla fine degli anni Settanta gli intrighi e gli scandali finanziari del faccendiere Michele Sindona e delle sue banche, a lungo uno dei più grandi misteri italiani.

La cerimonia si terrà mercoledì 19 febbraio contestualmente al convegno “Etica e legalità” (inizio alle 10,30) al quale parteciperanno le più alte cariche istituzionali, militari e civili della città, oltre ai vertici delle Fiamme Gialle, tra cui il generale di Corpo d’Armata Fabrizio Cuneo, comandante interregionale dell’Italia centro-settentrionale, e il generale di Divisione Paolo Kalenda, comandante regionale Emilia Romagna.

Il convegno, che sarà moderato dalla giornalista Nicoletta Bracchi, vedrà come ospiti d’eccezione i figli di Novembre e di Ambrosoli, rispettivamente Isabella e Umberto, e il giornalista Giandomenico Belliotti, autore del libro “Silvio Novembre. Il coraggio oltre il dovere”.

A fare gli onori di casa sarà il colonnello Massimo Amadori, comandante provinciale della Guardia di Finanza.

Il colonnello Massimo Amadori, comandante provinciale della Guardia di Finanza

Colonnello, sarà un convegno prestigioso con ospiti altrettanto prestigiosi in cui si tratterà di temi mai banali, etica e legalità.
«Saremo felici di aprire le porte della nostra caserma per un convegno su temi di stringente attualità e con oratori di spessore. E sarà l’occasione di intitolare la stessa al Maresciallo Silvio Novembre, figura di riferimento per il nostro Corpo, per tutto il territorio piacentino ma oserei dire per l’Italia intera. La presenza della figlia Isabella e del figlio di Ambrosoli, Umberto, impreziosirà la giornata».

Novembre è stato un finanziere modello, un faro per chiunque indossi la vostra divisa.
«È stato un eroe silente dei nostri tempi che vogliamo ricordare in questo modo consolidando il legame con una figura storica per il Corpo. Silvio Novembre è stato un finanziere che ha dedicato la vita al lavoro, cercando di seguire sempre i principi della legalità, della serietà nel rispetto delle istituzioni anche contro i poteri grigi di quel tempo. Essendo stato vicino ad Ambrosoli, Novembre fu costretto a confrontarsi con minacce e tensioni. Lavorò per molti anni con la massima attenzione, sempre lontano dai riflettori, difendendosi anche contro agenti esterni. Grazie al suo innato senso del dovere e alla sua professionalità riuscì a trovare le carte che disvelarono uno dei grandi misteri italiani, quello degli scandali finanziari legati a Sindona».

Quali caratteristiche umane e professionali deve avere un finanziere oggi?
«La serietà, lo spirito di servizio e l’onestà. Ma anche la voglia di imparare costantemente, di aggiornarsi, unite alla capacità di osservare la legge. Bisogna essere servitori dello Stato come lo fu appunto Novembre, con la “S” maiuscola».

Da otto mesi guida il comando provinciale. Che bilancio traccia?
«Un bilancio positivo. Ho trovato reparti validi, ufficiali e ispettori preparati, ho apprezzato la loro grandissima abnegazione al lavoro. In tutti loro ho trovato la voglia di tutelare l’economia reale, onesta a discapito di quella disonesta».

Qui si torna ai concetti del convegno, etica e legalità. Come è lo stato di salute dell’economia piacentina?
«Trovo che vi sia un tessuto economico sano. Non ci sono alert così forti, ma è nostro compito tenere sempre alto il nostro livello di attenzione».

L’azione della Guardia di Finanza non è solo repressiva, ma anche preventiva.
«Certamente. Tra i nostri compiti c’è anche quello di agire nella prevenzione, per intercettare tempestivamente gli elementi distorti dell’economia. In questo senso agire sulla cultura è fondamentale».

IL SERVIZIO DI DANILO DI TRANI

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