L’ex ospedale militare di Piacenza cade a pezzi: appello per salvarlo
20 Marzo 2025 03:16
È stato il primo ospedale militare del Regno d’Italia. E ora si sta disgregando sotto i nostri occhi. L’ex ospedale militare di viale Palmerio a Piacenza, dismesso dall’inizio degli anni Novanta, si deteriora giorno dopo giorno: la facciata porta i segni del degrado maggiore con l’intonaco caduto in più punti, i mattoni ormai scoperti e piante rampicanti che lambiscono le finestre. Diversi sono i cittadini che hanno segnalato la situazione dell’edificio, destinatario di tanti progetti rimasti però purtroppo solo sulla carta.
le ipotesi di riutilizzo
“È veramente doloroso vedere così questa struttura” sottolinea Eugenio Gentile, oggi presidente dell’Ente Farnese, ma alla fine degli anni Novanta direttore del Polo di mantenimento pesante nord di Piacenza. Era stato proprio lui ad adoperarsi, dal 1998 al 2000, per una valorizzazione dell’ex ospedale attraverso l’ipotesi di una nuova destinazione d’uso: “Lo avevo fatto ripulire completamente – spiega – la mia intenzione sarebbe stata quella di portare lì l’ufficio amministrativo e direzionale. Ma poi il progetto è stato abbandonato dai miei successori”.
Negli anni le idee non sono mancate: quella più recente è di trasformare l’ex ospedale in uno studentato universitario, ma ancora prima avrebbe dovuto ospitare la facoltà di Medicina in lingua inglese dell’università di Parma.
Ad oggi però la struttura resta del demanio: “Avrebbe potuto diventare tante cose, compreso un secondo polichirurgico – conclude il generale Gentile – e invece è completamente abbandonato all’incuria. È veramente un peccato, anche in virtù della sua storia e del suo passato”.
LA POSIZIONE DI “ITALIA NOSTRA”
Il futuro dell’ex ospedale militare? È importante almeno quanto il suo passato. Lo dice chiaramente la sezione piacentina di Italia Nostra che sottolinea: “Ovviamente c’è l’aspetto architettonico e ambientale, poi l’aspetto storico-testimoniale, come simbolo del passato di roccaforte della nostra città. E infine, determinante per consentire di salvaguardare anche i primi due aspetti, quello della sua rifunzionalizzazione”.
L’ARTICOLO DI ELISABETTA PARABOSCHI SU LIBERTA’
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