Sciopero dei metalmeccanici per il nuovo contratto: “Più salario e più sicurezza”
28 Marzo 2025 11:18
“È stato necessario tornare a scioperare per i nostri diritti e per il futuro dell’intero settore”. Circa 200 metalmeccanici piacentini hanno partecipato al corteo colorato dalle bandiere di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil per rivendicare l’esigenza di far ripartire la negoziazione di un contratto collettivo nazionale giusto e dignitoso e “non calato dall’alto come quello che vorrebbero Federmeccanica e Unionmeccanica” affermano i sindacati.
Salari, orario di lavoro e sicurezza
“Il nuovo contratto deve prevedere quattro pilastri imprescindibili – spiega Andrea Cignatta, segretario di Uilm Piacenza – più salario, meno orario, meno precarietà e più sicurezza. Senza questi requisiti è impensabile andare avanti”.
La mobilitazione, organizzata a livello nazionale, è stata la diretta conseguenza della rottura del tavolo di trattativa con Federmeccanica (Confindustria) e Unionmeccanica (Confapi), che hanno respinto le richieste dei lavoratori e proposto una “contropiattaforma” inaccettabile. “Le proposte avanzate dalla controparte puntano a modificare le regole contrattuali in vigore, lasciando gli aumenti salariali legati esclusivamente all’inflazione e mettendo a rischio il potere d’acquisto dei metalmeccanici” spiega Paolo chiappa, segretario di Fiom Cgil Piacenza. “Ma ci sono anche altri temi delicati come la riduzione dell’orario del lavoro, la riduzione della precarietà e l’incremento della sicurezza nel mondo del lavoro” continua il segretario di Fiom Cgil Piacenza.
“le richieste degli industriali sono irricevibili”
“Le richieste degli industriali sono irricevibili sia dal punto di vista economico che normativo – afferma Nicholas Romiti, segretario di Fim Cisl Piacenza – Federmeccanica e Unionmeccanica non danno garanzie salariali di nessun tipo, non abbiamo nessuna certezza e quindi per i lavoratori si prospetta una retrocessione rispetto agli scorsi anni”, una retrocessione di diritti inaccettabile”.
Il corteo è partito dall’incrocio tra Pubblico passeggio e Corso Vittorio Emanuele ed è arrivato davanti alla sede di Confindustria Piacenza tra cori, slogan, fischietti e tamburi con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sui diritti dei lavoratori: “Basta all’arroganza di Federmeccanica e Assistal che con la loro intransigenza e arroganza continuano ad impedire l’avvio della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale – evidenziano i sindacati -, che mai come in questa fase può rappresentare l’antidoto alla crisi e alla riduzione dei volumi produttivi del Paese e può portare all’aumento del salario e del potere d’acquisto delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici oltre al miglioramento delle normative, che rappresentano un’irrinunciabile avanzamento dei diritti e delle condizioni di lavoro”.
ADESIONE SCIOPERO A PIACENZA
Adesione del 65% alla Lift Tek, azienda del comparto dei carrelli elevatori come la Bolzoni, la cui adesione alle proteste è arrivata al 60%. Si è arrivati al 70% alla Orton, al 65 alla Vanessa come alla Biffi, aziende del settore Oil and Gas, che ha visto anche il 90% di adesione alla Coprosider. Grande adesione allo sciopero alla Spi di Rottofreno, azienda che produce infissi i cui dipendenti hanno scioperato al 90%; ottima adesione alla Aperam, settore acciaio, e adesione totale alla Diamond Service, azienda che produce lame e dischi diamantati. “In generale adesione alta allo sciopero, un risultato che ci dice come la strada intrapresa sia quella giusta. Ora occorre riaprire il tavolo delle trattative e dar retta alle proteste che hanno segnato grandi risultati anche nel piacentino” così Fim, Fiom e Uilm di Piacenza ieri.
© Copyright 2025 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE