“Segno Spazio Luce”: a Castell’arquato la mostra di Albino Vescovi

07 Giugno 2024 12:10

Il Palazzo del Podestà di Castell’Arquato ospita la mostra antologica dedicata ad Albino Vescovi, artista, architetto e designer.

L’esposizione intende testimoniare la poliedricità dell’Artista e ripercorre l’incessante ricerca espressiva dell’architetto, che si muove tra più linguaggi e intreccia diverse energie creative: pittura, architettura, design e grafica. Le opere pittoriche distribuite sui due piani del palazzo duecentesco, circa 20 di grande formato realizzate dal 1986 a oggi, dialogano con modelli, foto e disegni della produzione architettonica degli ultimi ventotto anni, e sono affiancati da una selezione di oggetti di design.

La mostra personale antologica è allestita negli spazi di Palazzo del Podestà a distanza di circa venticinque anni dalla sua prima esposizione in territorio arquatese: il 25 maggio 1997 inaugurava infatti la collettiva a cura di Giuseppe Pannini, “Pittura Castellarquato”, con i pittori Gianfranco Asveri, William Barber, Giancarlo Bargoni, Luigi Fiannacca e Mario Giani.

La mostra proseguirà fino al 28 luglio.

Orari: venerdì 14.30 – 18.00 ・

Sabato e domenica 10.00 – 12.30 /14.30 – 18.00

Ingresso gratuito

LA MOSTRA

Con il patrocinio del Comune di Castell’Arquato, la mostra è fortemente voluta dall’assessore alla Cultura Gilda Bojardi e accolta operativamente da Albino Vescovi.

“Albino Vescovi non ha perso i forti legami affettivi con il borgo dove ha contribuito alla valorizzazione del territorio con perizia e cultura dei materiali”, afferma l’assessore Bojardi, “La prima cosa che mi ha entusiasmata è stata la sua pittura, fatta di utilizzo di tecniche miste dall’olio su tela, al bozzetto su carta, all’acrilico. Si tratta di un approccio al tema progettuale che architetti di generazioni passate hanno sempre avuto; una complessità creativa che lega la sensibilità pittorica e la passione per la storia dell’arte al fare architettura. Molti architetti, non solo italiani, del 900 trovavano nella pittura una finestra per esprimere in modo più libero la loro poetica”.

Il titolo della mostra “Segno Spazio Luce” è lo stesso del ricco volume (300 pagine e 100 immagini) a cura di Donata Meneghelli e Giuseppe Pannini, pubblicato dalla prestigiosa casa editrice Electa. Il volume raccoglie tutte le opere artistiche di Vescovi e una selezione dei numerosi progetti di architettura e design seguiti negli anni.

“Albino Vescovi è, ancora oggi, una delle rare e singolari figure di artista, erede di quell’Umanesimo che studia, guarda, immagina, progetta e dà forma alle proprie opere con curiosità e sperimentazione, esplorando i diversi linguaggi artistici. Come lo scorrere di un filo continuo – immagine presente nella copertina del catalogo e incipit della mostra – attraverso intuizioni, visioni, intrecci elabora una creatività fervida su diversi spazi e superfici: dal foglio bianco alla tela fino allo spazio architettonico, in un espandersi atemporale di segni, spazi e luci”, dichiara Pannini.

“Nell’opera di Vescovi emerge l’eterna dialettica Kaos/Cosmos. La sua ricerca espressiva è il tentativo continuo di dar forma, senza chiudere quella forma in un universo definito, ma lasciando sempre un varco, uno spazio bianco che si rivela punto di luce su mondi interiori. I simboli al centro della sua produzione sono i portali che si aprono dietro e dentro al visibile. Lo spazio è racchiuso in un riquadro, come se solo l’esistenza del limite ci permettesse di oltrepassarlo. Dal punto bianco, la luce si fa spazio e la tela ne viene inondata”, prosegue Meneghelli.

Il volume riunisce per la prima volta le opere artistiche e i progetti di architettura e design di Albino Vescovi, accompagnati dai contributi critici dei curatori e di Sergio Buttiglieri. A questi si uniscono le testimonianze di coloro che a vario titolo hanno incontrato la passione e la professionalità di Vescovi: giornalisti, imprenditori, designer, pittori.

“Parte sempre dal disegno a mano libera il processo creativo di Vescovi. [..] L’ idea nasce ogni volta proprio prendendo le mosse dalla situazione reale che si ha davanti: nel caso dell’architettura dal dialogo con l’ambiente esistente, con i materiali preesistenti, con gli spazi dati, oltre che con i desideri e le esigenze della committenza. Nel caso del design, l’idea nasce dal concept legato al progetto comunicativo, al brand, alla funzionalità e all’estetica dell’oggetto da inventare o realizzare. Osservando i suoi progetti d’interior e di architettura ritrovo un magistrale equilibrio, che mai risulta assoggettato alle logiche commerciali”, scrive Buttiglieri.

 

BIOGRAFIA

Albino Vescovi nasce a Berna nel 1965, da genitori emiliani, e completa in Svizzera la prima parte della sua formazione. Giovanissimo si accosta al disegno e alla pittura sotto la guida del pittore svizzero H. Schubert. Dopo numerosi soggiorni estivi in territorio emiliano, decide di trasferirsi in Italia per frequentare una scuola d’arte.

Dal 1981, frequenta a Parma l’Istituto Statale d’Arte Paolo Toschi, dove incontra Giorgio Adami, Brunivo Buttarelli e Luigi Varvaro, docenti e artisti che saranno determinanti nella sua formazione creativa, pittorica e progettuale. Sperimentando diversi linguaggi artistici, Vescovi si cimenta in realizzazioni autonome, mentre continua ad approfondire l’interesse per

l’architettura e il design. Frequenta il Politecnico di Milano, dove nel 1994 si laurea in architettura. Nel 1991, “Segno”, la sua prima esposizione personale allo Spazio Confronto di Cremona, curata da Giuseppe Pannini. Il fermento degli anni Novanta lo porta a viaggiare tra le principali città europee, dove avrà modo di approfondire l’opera di alcuni tra gli artisti e architetti che segneranno maggiormente la sua formazione – William Turner, Antoni Tàpies, Jean Dubuffet, Paul Klee, Marcel Breuer, Eero Saarinen, Gerrit Rietveld, Louis Kahn.

 

Nel 1995, collabora a Parma con l’architetto Haig Uluhogian, nello studio di Borgo Giorgio Jan. Nel 1996, apre il proprio studio professionale a Castell’Arquato, dove vive e lavora. Nel 1998, riceve il primo incarico pubblico per l’allestimento del Museo Illica nel cuore del borgo medievale. Nel 1999, l’incontro con Roberto Boscaini, imprenditore visionario che gli affiderà l’incarico per numerosi progetti, compreso il Boscaro Project, con il coinvolgimento di Ettore Sottsass.

Nel 2000, la Coprogettazione di ventotto pezzi d’arredo, allestimento e catalogo per la mostra “Ettore Sottsass: 28 progetti per le tarsie di Andrea Fedeli” a Parma, Palazzo Pigorini, a cura di Andrea Branzi.

 

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