Bergonzoni scuote e incanta Veleia: “Perché la zecca fa i soldi e l’acaro no?”
18 Giugno 2024 18:32
Il Festival di Teatro Antico si è aperto lunedì sera, 17 giugno, tra l’entusiasmo del pubblico per la straordinaria dialettica di Alessandro Bergonzoni.
L’artista bolognese è un giocoliere di parole, fa lavorare la parola, con la parola crea una realtà altra. In anteprima nazionale ha portato a Veleia una sperimentazione intitolata ‘Sempre sia rodato: 20 prove aperte al chiuso o viceversa’. Veleia è una delle 20 tappe attraverso cui Bergonzoni preparerà il suo prossimo spettacolo. Paola Pedrazzini, direttrice artistica del Festival che proseguirà fino al 21 luglio, riporta nel sito archeologico romano il comico del sociale, di chi utilizza la sua innata capacità di saper far sorridere con la volontà di contagiare la spontanea risata di riflessioni sull’attualità.
“Stasera – inizia Bergonzoni – ho portato tutto quello che potevo portare, sono prove aperte, è una specie di anteprima. Non so perché ho deciso di farla a Veleia avrei voluto farla casa per casa ma diventava molto più dispendioso. La faremo in ordine sparso. Questo è un disordine. Non obbedire, non combattere e credere che sia possibile. É un potpourri, è un’insiemistica, qualcosa che deve essere portato da me a voi, qualcosa che si espande, qualcosa che si allarga. È una specie di asta dei pensieri”.
Pensieri che seguono un filo, intervallati da pensieri nati sul momento che paiono nulla c’entrare con quanto detto poco prima. Non importa, l’invito di Bergonzoni, ripetuto più volte è “fraintendetemi”. Il suo stare al centro della scena dà vita ad un processo creativo di “crealtà”. Le considerazioni sono le più diverse: “Perché la zecca fa i soldi e l’acaro no?”. “Al buon pastore assetato a cui chiedono ‘acqua o vino?’ Lui risponderà sempre ‘O-vino’, non si disseterà ma ha risposto nella coerenza. “Il chirurgo macellaio: fa un doppio lavoro o non sa fare il suo lavoro?”. “Ho visto una Mosca più grande di San Pietroburgo?”, “Ciò che feci, è cacca?”.
Bergonzoni è artigiano che trasforma le parole a cui attribuisce l’energia di far nascere un’altra immagine. “C’è un filo – ammette – che ci porta a capire il discorso, ma è spinato, c’è una forma di fusione con, che si chiama con-fusione”. In questa con-fusione si affronta il problema della sanità, il desiderio di esercitare il libero arbitrio, la violenza (anche di genere), la guerra, i migranti, la necessità di adottare nuove unità di misura e di creare nuove distanze, i politici, il ruolo dell’informazione. Le provocazioni sono tante.
“L’uomo è fiera della donna, è bestia”. “Si passa dalla corte dei diritti umani alla morte dei diritti umani, dalla corte costituzionale alla morte costituzionale”. “Avete mai pensato che nella parola neuropatia c’è la parola Europa, che ha il nervo scoperto”. “Sedessimo, se-dessimo, intanto saremo più comodi ma saremo anche più generosi”. “Amore mosaico: tasselli? So che sei a pezzi ma nell’insieme come va?”. “Amore estremo, sarò il tuo oriente, non credere sempre a ciò che dice l’occidente”.
Oltre un’ora di performance che anche dopo essersi conclusa ha tenuto il pubblico incollato alle seggiole, ‘costringendo’ Bergonzoni ad intrattenere, con altri sketch: “La gente non si alza – dice – è un po’ come se non fossi mai entrato”.
prossimo appuntamento a veleia
Prossimo appuntamento a Veleia: Fausto Russo Alesi il 21,22 e 23 giugno con “Ifigenia in Aulide”. Prima nazionale al Festival di Veleia per la grande tragedia greca realizzata nell’ambito del progetto speciale Bottega XNL-Fare Teatro. Ventidue attori in scena guidati dal pluriripremiato Fausto Russo Alesi, Maestro andato a scuola dai Maestri (Vacis, Nekrosius, Stein, Ronconi, nonché, al cinema, Bellocchio).
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