Serie tv sugli 883: la firma è del regista di Fiorenzuola Francesco Agostini

02 Novembre 2024 02:55

“Amo definirmi un nerd che ha sempre coltivato il suo sogno: scrivere per il cinema, diventare regista. Quando lo dicevo da piccolo a Fiorenzuola, lo prendevano tutti come un sogno troppo lontano”. Francesco Agostini, nato a Fiorenzuola 43 anni fa, per seguire il suo progetto, pagarsi gli studi, i master con professionisti del settore, ha fatto tanti lavori, compreso lo stagionale in fabbrica alla Lusuco a Lusurasco di Alseno e alla Cirio a San Polo di Podenzano; e poi il receptionist al City Hotel di Piacenza.

Da 15 anni vive a Roma, dove è diventato un affermato sceneggiatore. L’ultima serie che ha firmato (con Sidney Sibilia, Chiara Laudani e Giorgio Nerone) è “Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883” (prodotta da Sky Studios e Groenlandia). Non un biopic, ma la storia dalla portata universale di due ragazzi di provincia che si aiutano a tenere vivo il loro sogno. E anche Francesco il suo sogno lo ha perseguito e ora lo sta vivendo: a Roma ci approdò nel 2007 dopo essere stato selezionato per un corso Rai Script tenuto da Dino Audino. E’ stato autore con Gregorio Paolini (autore al fianco di Boncompagni, e in seguito creatore di Target). Ha lavorato con la produttrice Simona Ercolani, autrice di “Sfide” e di “Chi l’ha visto” ma anche di “Sedici anni incinta” una docu – serie su MTV per cui Agostini ha lavorato come capoprogetto. E’ tuttora commissioning editor per History Channel e Sky Crime, lavorando a tanti documentari di cronaca nera come “Il mostro di Udine”, prima serie italiana di real investigation su un cold case. Come regista ha firmato corti, compresa un’opera in inglese – Blurred – girata niente meno a Los Angeles. Ora punta a tornare sul set.

Agostini – benché sia pluripremiato per le sue opere (più volte Premio Solinas, premiato al Los Angeles Indipendent Film Award e al London Indipent Film Award) e abbia lavorato per importanti produzioni in Rai, Mtv, Sky – non è tipo da mettersi in mostra, ma lo abbiamo scovato e ha accettato di farsi intervistare. Anche perché Fiorenzuola ce l’ha ancora nel cuore e tanti sono gli spunti che ha usato per scrivere la sceneggiatura della “leggendaria storia degli 883″, che è solo in parte ispirato al libro di Max Pezzali “I cowboy non mollano mai”. Agostini ha incontrato più volte l’artista (“è sempre alla mano, e non si è mai montato la testa”) e si è ritrovandosi nella storia di un ragazzo normale, ‘sfigato’ di provincia’, che ‘ce la fa’. Non tanto a raggiungere la celebrità (“non è mai stata quella il mio obiettivo”, confessa Francesco), ma a creare e ad esprimersi con la propria arte.

L’intervista completa su Libertà di oggi di Donata Meneghelli

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