Ordinanze anti spreco in Val d’Arda. La Regione chiede al Governo lo stato di emergenza
Vietato irrigare orti e giardini privati: il mancato rispetto comporta sanzioni e denunce
09 Giugno 2017 17:19
L’emergenza idrica è sempre più grave e a rischio c’è anche la potabilità dell’acqua. Se non pioverà si preannuncia un’estate molto dura. In Val d’Arda, diversi sindaci, hanno già emanato l’ordinanza anti spreco. I cittadini non potranno utilizzare l’acqua a scopi diversi da quello igienico sanitario (ad esempio ai privati non sarà consentito irrigare orti e giardini, lavare auto e riempire piscine). L’ordinanza ha validità giorno e notte e il termine varia da Comune a Comune. A Fiorenzuola per ora, resterà in vigore fino al 26 giugno, a Lugagnano e Alseno fino a metà settembre, a Castell’Arquato non è stato previsto un termine. Il mancato rispetto, come si legge dalle ordinanze pubblicate sui siti di alcuni Comuni, prevede sanzioni amministrative e denuncia all’autorità giudiziaria.
L’indicazione è arrivata nel tavolo convocato dalla Prefettura per l’allarme siccità che interessa tutto il territorio e in particolare la Val d’Arda dove la diga di Mignano registra minimi storici.
“L’emergenza idrica non riguarda solo l’agricoltura ma è un problema di tutti i cittadini. E’ importante che tutti ne siano consapevoli. L’agricoltura ha tagliato già diverse colture con un notevole impatto sul settore agroalimentare ”. Sono le parole di Marco Crotti, presidente di Coldiretti, al termine del tavolo “Per la diga di Mignano non c’è memoria di livelli così bassi, forse 90 anni fa, ma nessuno ricorda” aggiunge Crotti. Se il livello continuerà a scendere a rischio c’è anche la potabilità.
All’incontro erano presenti oltre alle organizzazioni di categoria dell’agricoltura anche il Consorzio di bonifica, i sindaci dei comuni della Val d’Arda, Confcooperative, Arpae e l’ente gestore della risorsa idrica. “Se non piove, l’agricoltura rischia di perdere la stagione” ha concluso amaramente Crotti.
La Regione Emilia Romagna ha annunciato che chiederà lo stato di emergenza nazionale al Governo per la crisi idrica che ha colpito l’intero territorio. La decisione è stata presa oggi, venerdì 9 giugno, nel corso di un incontro che si è svolto a Bologna, con i soggetti interessati, in cui sono stati raccolti e analizzati tutti i dati utili a motivare l’istanza che verrà presentata al Dipartimento nazionale di protezione civile. Lo stato di emergenza nazionale permetterà di mettere in campo misure straordinarie per affrontare la situazione che sta interessando in particolare i settori potabile ed agricolo. Le situazioni più gravi sono riscontrate nel Piacentino e nel Parmense.
La situazione dal punto di vista meteorologico non sembra in miglioramento. Le temperature nei prossimi giorni si alzeranno fino a 36 gradi in città e saranno oltre la media su tutto il territorio a causa di un anticiclone africano.
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