Siccità, dichiarato lo stato di emergenza nazionale a Parma e Piacenza: 8,6 milioni dal Governo
22 Giugno 2017 12:59
Il Governo ha decretato lo stato di emergenza nazionale a Parma e Piacenza, mettendo a disposizione otto milioni e 650 mila euro, ulteriori deroghe alle norme nazionali per assicurare la fornitura di acqua potabile alla popolazione (anche mediante autobotti) e per potenziare l’approvvigionamento di acqua con interventi strutturali. Lo ha stabilito questa mattina il Consiglio dei ministri, accogliendo così la richiesta di stato di emergenza nazionale presentata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, avanzata lo scorso 13 giugno.
Ma c’è ancora tanta burocrazia tra i campi in secca e la possibilità di attingere alle risorse idriche, che oltre a rischiare di compromettere i raccolti aumenta il malcontento degli agricoltori. E c’è profonda amarezza tra le delle associazioni di categoria dopo l’esito del vertice operativo che si è tenuto questa mattina in Regione a Bologna, sul tema dell’emergenza siccità, con Consorzi di Bonifica, Associazioni di categoria dell’agricoltura, Atersir (l’Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti) e i gestori del servizio idrico integrato per illustrare nel dettaglio le regole e il procedimento da seguire per potere beneficiare delle deroghe ai limiti di prelievo della risorsa idrica.
La procedura, definita semplificata dalla Regione stessa, prevede che i titolari di concessioni (agricoltori, consorzi di bonifica, Atersir e i gestori del servizio di acqua potabile) producano la domanda da inoltrare in Regione, la quale, una volta effettuate le verifiche di correttezza formale, si pronuncerà con una valutazione congiunta insieme al Servizio regionale Acque, all’Autorità di Bacino del fiume Po e all’Ente Parco (qualora il prelievo interessi il territorio dello stesso).
Una situazione definita paradossale da Fausto Zermani, presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza, raggiunto al telefono mentre faceva ritorno da Bologna, che, dice, “aggiunge burocrazia a burocrazia, fa eco a se stessa senza rendersi conto che ogni ora di ritardo danneggia l’economia del territorio. I nostri uffici – ha aggiunto – si sono messi subito al lavoro per produrre la documentazione necessaria da inoltrare alla regione entro le 13 di oggi, ma i tempi di risposta sono aleatori, subordinati a quelli burocratici degli uffici Regionali”.
L’incontro è conseguente alla delibera approvata dalla Giunta regionale relativa alle deroghe al dmv che interessano tutti i fiumi del territorio emiliano-romagnolo, per il quale il presidente Stefano Bonaccini ha già decretato lo stato di crisi regionale. Decreto che allo stato dei fatti è ancora solo sulla carta bollata.
Preoccupazione per la crisi idrica anche da parte del comitato di coordinamento dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia, che in un comunicato definisce “drammatici” gli scenari nelle province di Parma e Piacenza dove “nel 2017 c’è stato un calo delle precipitazioni superiore al 50% della media con la falda acquifera che si presenta più bassa di 1,26 metri”. Domani, venerdì 23 giugno, il comitato incontrerà l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli.
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