Province alla riscossa, assemblea generale dopo 7 anni. C’è anche Piacenza
15 Luglio 2022 13:06
Dopo oltre 7 anni di interruzione, le Province italiane si sono ritrovate a Ravenna il 13 e 14 luglio per l’Assemblea Generale: un momento di condivisione, di incontro e di riflessione, che ha raccolto e coinvolto tutto il Paese. L’Upi punta con forza ad un nuovo ruolo da sancire nella riforma degli Enti Locali, perché il ruolo della Provincia è fondamentale nel contesto di costruzione di una comunità.
A rappresentare la Provincia di Piacenza c’era il consigliere provinciale delegato Paola Galvani, sindaco di Rottofreno, insieme al consigliere provinciale Patrizia Calza, sindaco di Gragnano, e al direttore generale dell’ente di Corso Garibaldi, Vittorio Silva.
“Ritengo sia doveroso ripensare completamente le Province, svuotate delle loro funzioni e delle loro risorse economiche – commenta Paola Galvani. Sono un fondamentale elemento di congiunzione tra i Comuni, le Regioni e il Governo Centrale. È importante che venga rilanciato il loro ruolo sul territorio e che siano sempre più la casa dei Comuni. Siamo in un limbo da troppo tempo. Auspichiamo che il Governo dia risposte certe e prosegua celermente il lavoro parlamentare. Non si può pensare di ricominciare l’iter, ancora una volta”.
Per Patrizia Calza si è trattato di “Un momento importante di confronto sul futuro delle province e sulle riforme necessarie per assicurare servizi efficienti ai cittadini e dignità agli Amministratori. Un incontro a cui è stato necessario essere presenti per rafforzare l’iniziativa del Presidente Upi dando ai numerosi rappresentanti del Governo presenti in sala l’urgenza del cambiamento”.
“Sarà decisivo restituire dignità alla Provincia come istituzione costitutiva della Repubblica – ha aggiunto il direttore generale Vittorio Silva -, come ente esponenziale per il rilancio degli investimenti a livello locale e come “Casa dei Comuni” a supporto degli enti locali del territorio. Una Provincia più forte sotto il profilo istituzionale, funzionale e finanziario sarà in grado di sostenere meglio la ripresa economica, occupazionale e sociale. Contribuire ad accelerare l’approvazione delle riforme di cui si discusso a Ravenna è quindi un’occasione per essere protagonisti di un innovativo quadro normativo, in grado sia di semplificare l’amministrazione del territorio sia di favorire uno sviluppo omogeneo, a vantaggio di tutti”.
Senza troppi giri di parole, supportato dai colleghi delle altre Province e ascoltato dai ministri che sono intervenuti nella due giorni, il Presidente De Pascale ha sottolineato la necessità improrogabile della riforma, oggi ancora più urgente visti gli ultimi avvenimenti politici. Dopo aver letto un messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che loda gli amministratori provinciali per il loro impegno anche e soprattutto negli ultimi anni, De Pascale, incassando applausi in sala e il sostegno del presidente Anci Antonio Decaro, cita la legge Delrio, la 56/2014, la quale, seppur nell’ambito di una riforma incompleta, ha rivisto profondamente le Province rendendole un ente di secondo livello (senza più l’elezione diretta) con competenze, ma non troppe risorse, solo sulla gestione e manutenzione di strade e scuole.
“Oltre 5.100 edifici di scuole superiori e 120mila chilometri di strade con oltre 30mila ponti e gallerie, che per anni non hanno ricevuto dallo Stato le risorse necessarie a garantirne prima di tutto la sicurezza’. Così il Presidente dell’Upi Michele de Pascale, con un appassionato intervento in apertura dei lavori dell’Assemblea nazionale, a Ravenna. ‘Il cambio di passo che ci siamo conquistati, prima con i Governi Conte e ora con il Governo Draghi ci ha portato a risultati importantissimi. Grazie al confronto con il Ministro per l’istruzione Patrizio Bianchi, con i due Piani di investimenti confluiti nel PNRR, uno da 855 milioni e uno da 1 miliardo 125 milioni, potremo garantire alle scuole superiori interventi di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza, di efficientamento energetico. 1.500 interventi in altrettante scuole su tutto il territorio nazionale. Potremo, poi, finalmente, costruire nuove scuole. In questo caso i numeri sono ancora limitati: per quanto riguarda le secondarie superiori, riusciremo a costruire solo 27 nuovi edifici di Province e Città metropolitane, con un investimento di 291 milioni”.
Da nord a sud, al di là degli steccati politici, i rappresentanti delle Province hanno rimarcato le difficoltà degli Enti intermedi a seguito della Riforma Delrio e la necessità di un rapido aggiornamento del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) con le modifiche che si attendono per sanare i guasti causati da una riforma da più parti definita improvvida e pasticciata: sulla riforma del Tuel si chiede che il Governo dimostri di avere a cuore gli enti territoriali e riveda una legge che a detti di molti inteventi “ha creato soltanto caos”. Le Regioni, in sostanza, dovrebbero programmare e legiferare ma dovrebbero essere le Province e i Comuni a esercitare le funzioni amministrative per dare risposte rapide e concrete ai territori.
Le Province – è stata la comune rivendicazione – hanno dimostrato in più occasioni di saper affrontare ogni tipo di emergenza che le ha viste protagoniste, rivestendo un ruolo fondamentale per il rilancio del paese: hanno saputo guidare i territori nella crisi della pandemia, nell’attivazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in un contesto reso particolarmente difficile per le conseguenze dell’aggressione della Federazione russa all’Ucraina mettendosi, ancora una volta a servizio della comunità.
L’assemblea nazionale delle Province di Ravenna non è stato, quindi, un appuntamento formale: un’occasione di confronto in cui l’Italia, attraverso le sue Province, ha lanciato un grido di allarme al parlamento e al governo affinché ascoltino le richieste di questi enti. Un grido che oggi, in piena crisi di Governo, si spera non rimanga inascoltato.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE