Il 25 settembre si torna alle urne: meno parlamentari e nuovi collegi elettorali
22 Luglio 2022 12:16
Il prossimo 25 settembre i cittadini saranno chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti in Parlamento. E’ il risultato prodotto dalla caduta del Governo Draghi e dalla conseguente scelta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di firmare il decreto che sancisce lo scioglimento delle camere.
Dopo il referendum costituzionale, approvato nel settembre 2020, cambierà notevolmente il prossimo Parlamento: il numero dei rappresentanti che siederanno a Montecitorio e a palazzo Madama cala da 945 a 600. Alla Camera i deputati passeranno da 630 a 400; al Senato scenderanno da 315 a 200: questo comporta inevitabilmente la riformulazione dei collegi elettorali che comprenderanno quindi bacini più vasti. Secondo la legge elettorale vigente per la Regione Emilia-Romagna prevede undici collegi uninominali che non rispecchiano i territori provinciali, ma vengono scaturiti dai dati riguardanti il tasso demografico.
In Emilia-Romagna sono previsti inoltre tre collegi plurinominali per la Camera dei deputati. Per il Senato, il collegio Emilia-Romagna- P01 comprende i due collegi uninominali Senato Emilia-Romagna-U01 e Emilia-Romagna-U02 (racchiudendo i residenti delle province di Piacenza, Parma e Reggio nell’Emilia, una parte della provincia di Modena e due comuni del bolognese). A questo nuovo collegio sono assegnati cinque seggi plurinominali.
Gli eletti nei collegi plurinominali passeranno da 386 a 245, quelli negli uninominali da 232 a 147. Anche gli eletti all’estero scenderanno da quota 12 a 8. Al Senato gli eletti nei plurinominali caleranno da 193 a 122; quelli negli uninominali da 116 a 74 e quelli all’estero da 6 a 4.
Per la Camera dei Deputati, all’interno del collegio uninominale rappresentativo della provincia di Piacenza – denominato Emilia-Romagna-U01 -, a differenza degli anni precedenti, verranno inseriti i Comuni di Busseto, Fidenza, Fontanellato, Pellegrino Parmense, Polesine Zibello, Roccabianca, Salsomaggiore Terme e Soragna. Questo perchè la popolazione che risiede nella nostra provincia non raggiunge la soglia demografica prevista dalla riforma. Al contrario, la popolazione della provincia vicina di Parma supera la soglia demografica per questo è stata presa la decisione di creare un collegio interprovinciale nel quale la popolazione piacentina risulta il 79,9 % e quella parmense il restante 20,1 %.
Per quanto riguarda il Senato, invece, il collegio Emilia-Romagna-U01 sarà composto dalla provincia di Piacenza, dall’intera provincia di Parma e dalla porzione settentrionale della provincia di Reggio nell’Emilia. Decisione presa sempre nel rispetto delle soglie demografiche. In questo caso, la popolazione della provincia di Reggio nell’Emilia rappresenta il 14,3%; gli abitanti delle provincia di Parma il 51,4 % e quelli di Piacenza il restante 34,2%.
Ritornando alla crisi di governo, amaro il commento del sindaco di Piacenza Katia Tarasconi: “Un governo dovrebbe avere il tempo di governare. E governare significa anche pianificare, programmare, perché è così che si garantisce un futuro al Paese. Non si ha quasi più memoria di un governo che abbia avuto la possibilità di lavorare per l’intera durata della legislatura, che è un periodo scelto non certo a caso: è il minimo per poter fare quello che va fatto per il bene della comunità. Alla fine di quel periodo (ripeto: alla fine) i cittadini giudicheranno con il voto se il lavoro fatto corrisponde alle aspettative e alle esigenze del Paese”.
Per Tarasconi “Non è bastata una guerra in Europa con conseguenze pesantissime sui costi dell’energia e relative ripercussioni su famiglie e imprese, non è bastata la gestione complicata di un post-pandemia, non è bastata la necessità di gestire i fondi del Pnrr indispensabili per il Paese e i tuoi territori. Tutto questo non è bastato; ci volveva anche la caduta del governo a “facilitare” la vita di tutti noi. Che delusione.”
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