Candidati lasciati senza sfidanti, in quattro comuni è lotta per il quorum

14 Maggio 2024 12:32

Erano partiti, come tutti, con in testa l’idea di battagliare con gli avversari sulle diverse idee relative al futuro dei loro paesi. E invece, ora, dovranno combattere contro un altro nemico, l’astensionismo. Così , sono quattro i sindaci piacentini che ora sono costretti alla corsa solitaria per evitare il commissariamento, mancando una seconda lista avversaria. Sono Paolo Calestani (Morfasso), Stefano Boselli (San Pietro in Cerro), Carlo Filiberti (Besenzone) e Claudia Ferrari (Sarmato).

COME EVITARE IL COMMISSARIAMENTO

Per essere eletti devono verificarsi due condizioni: che vada a votare almeno il 40% degli elettori (esclusi quelli all’estero) e che il numero di voti validi non sia inferiore al 50% di chi si è recato alle urne.

BESENZONE

A Besenzone, Carlo Filberti ho già vissuto l’esperienza della lista unica altre due volte, prima da vicesindaco e poi da primo cittadino. “Nei piccoli paesi può capitare ma finora non ci sono stati mai problemi nel raggiungimento del quorum” spiega. “Quando si di-mostra la capacità di amministrare, le gente premia le persone e lascia perdere i partiti politici. Faremo di tutto perché la gente venga a votare”.

SAN PIETRO IN CERRO

E poco distante, a San Pietro in Cerro, Stefano Boselli è sicuro che gli elettori gli ridaranno fiducia per il secondo mandato. “Abbiamo fatto tutto quello che abbiamo potuto, mettendoci il cuore” precisa. “Voglio essere ottimista”.

SARMATO

La notizia della lista unica a Sarmato piomba invece come un macigno in un paese che si è sempre contraddistinto per un spiccata vivacità politica. È la prima volta che accade nella storia repubblicana. “Non me lo aspettavo, non dopo cinque anni di toni aspri e denunce finite in tribunale” spiega la sindaca Claudia Ferrari. “Quando ci si spinge a certi livelli, il minimo che potessi aspettarmi dal gruppo d’opposizione era una loro candidatura, in modo che potessero portare avanti democraticamente le loro idee, legittime anche se diverse dalle nostre. La mancanza di un confronto alle elezioni è triste e deludente. Posso immaginare che abbiamo lavorato bene e dall’altra parte non sia stata trovata una quadra. Adesso però bisogna fare capire alla gente che la mancata presentazione della lista mette in potenziale pericolo il paese: bisogna che tutti vadano a votare se non si vuole rischiare l’arrivo di un commissario e dire addio a progetti e servizi”.

MORFASSO

Più ottimista, invece, Paolo Calestani che a Morfasso ha visto diminuire le liste ad ogni sua tornata elettorale: prima tre, poi due e ora in solitaria. “Per fortuna la gente di Morfasso ha sempre risposto bene alle urne, dimostrando maturità” spiega. “La partecipazione non è mai mancata e credo anche che la maggior parte dei morfassini siano contenti di quanto è stato fatto finora. Certo, la lista unica è un segno dei tempi: oggi chi ha voglia di prendersi responsabilità? Tutti hanno faticato a “chiudere” le liste anche perché in squadra servono persone volenterose che si impegnino sul territorio, non nomi di facciata. Speriamo bene”.

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