La vendemmia 2024 a “Nel Mirino”: “Meno aziende, ma più superficie coltivata”

13 Settembre 2024 23:00

“Nel Mirino”, la trasmissione di Telelibertà tornata dopo la pausa estiva, ha fatto la radiografia alla vendemmia del 2024 e a un intero settore. Per quanto riguarda quest’ultimo i dati che porta Coldiretti attraverso Dario Panelli, responsabile del settore vitivinicolo dell’associazione, sono allarmanti. “Nella nostra provincia – dice – dal 2012 al 2022 si sono persi circa 600 ettari di vigneti, scesi da 5.600 a 5.000 e sono andate perdute quasi 900 aziende, passate da 2.275 a 1.407”.

Sollecitati dalla direttrice di Telelibertà Nicoletta Bracchi, gli ospiti intervenuti allo Spazio Rotative hanno fatto notare come quei numeri possano introdurre anche letture non del tutto negative. Stefano Pizzamiglio, del settore vitivinicolo di Confagricoltura, afferma che molte attività si sono perse, è vero, ma anche che “la selezione avvenuta è stata per molti uno stimolo ad andare avanti con un’ottica il più possibile moderna”.

Meno aziende, ma più superficie coltivata

Anche Stefano Poni, docente dell’Università Cattolica del Dipartimento di Scienze e produzioni vegetali sostenibili, sostiene che “abbandonare il territorio è una cosa, altra cosa è una piccola azienda che non ce la fa più e che, però, si accorpa a un’altra impresa”. Questa, dice, è resilienza. Quindi porta in dote qualche cifra: “La superficie media delle aziende piacentine è in costante aumento, oggi è pari a 3,6 ettari, non tanto tempo fa era meno di 2 ettari. Questo è un dato molto importante”.

Cambiamento climatico

Le aziende oggi si devono confrontare anche con il cambiamento climatico. In vigna, dice Poni, si possono riscontrare stress idrico e grandine, scottature e bruciature. Cosa si può fare? “Dobbiamo adattarci” sostiene. “Capire l’anima dell’annata – aggiunge Pizzamiglio -, cogliendo l’occasione ad esempio, se l’anno è stato piovoso, per esprimere una grande ricchezza di profumi”.

D’altronde è quello che arriva sul tavolo che fa la differenza. “Oggi reggono meglio le bollicine e bianchi, anche i frizzanti rossi – dice Marco Profumo, presidente del Consorzio tutela vini doc Colli Piacentini -, noi siamo bravi a produrre proprio quello, il vino da tutti i giorni. È più richiesto di prima, in questo vedo un’opportunità”.

Enoturismo tra Malvasia e Gotturnio

Ma perché sia davvero un’opportunità occorre sapersi promuovere. “Bisogna essere in grado di comunicare i nostri elementi distintivi – dice in merito Edoardo Fornari, docente dell’Università Cattolica, del Dipartimento di Economia agroalimentare – ad esempio la biodiversità o il fatto che i nostri sono vini di collina. Bisogna far passare poche cose e con chiarezza, scegliere i prodotti testimonial, come la Malvasia e il Gutturnio”.

Fornari sostiene poi che oggi il consumatore non si accontenta del vino, cerca invece gli abbinamenti, per questo ricorda che “la nostra è l’unica provincia ad avere tre salumi Dop”. Tutti concordano sull’importanza dell’enoturismo: scoprire il territorio attraverso il vino. “È fondamentale – chiude Profumo – fare in modo che i turisti visitino le nostre cantine”. Le puntate di “Nel mirino” si possono rivedere sulla piattaforma on demand di Telelibertà.

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