Cassa integrazione in crescita, ma non a Piacenza: nel primo semestre -8,8%
18 Ottobre 2024 11:33
Durante il primo semestre del 2024 è diminuito il ricorso da parte delle imprese piacentine alla cassa integrazione guadagni: le ore autorizzate a livello provinciale a sostegno dei lavoratori dipendenti per fronteggiare le situazioni di crisi aziendale sono state infatti nel complesso 512.827, circa 50mila in meno rispetto al primo semestre 2023. Una variazione pari al -8,8%, in controtendenza con la dinamica espansiva registrata livello regionale (+67,7%) e nazionale (+21,1%). Lo rivela uno studio dell’Ufficio Statistica della Provincia di Piacenza.
L’utilizzo della Cig ha riguardato in gran parte la cassa ordinaria, cioè quella a supporto delle crisi congiunturali, con oltre 416mila ore (l’80% del totale), che rimane però sostanzialmente invariata (-0,2%) rispetto al primo semestre del 2023, mentre la cassa straordinaria (relativa a situazioni di crisi strutturali e a riconversioni aziendali) si riduce di un terzo, passando da 145mila a 96mila ore, e la cassa in deroga (ampiamente utilizzata durante la pandemia da turismo e commercio) rimane a zero.
Nei confronti territoriali, Piacenza si distingue in particolare per l’evoluzione positiva della cassa straordinaria (-33%), al contrario di quanto si osserva mediamente in Emilia-Romagna, dove questo strumento risulta invece in forte aumento (+114%).
A livello settoriale, nel corso dei primi sei mesi del 2024 è sempre l’industria manifatturiera ad aver assorbito la quota più elevata di Cig, 398mila ore pari all’80%, e, in quest’ambito, il comparto metalmeccanico con 220mila ore autorizzate (tra queste ultime sono da imputare, peraltro, la totalità – 96mila – delle ore di cassa straordinaria registrate). Segue l’edilizia con oltre 107mila ore, e a molta distanza il settore dei trasporti e della logistica con circa 7mila ore.
Come si rileva dai dati, mentre questi due comparti segnano una crescita della cassa integrazione rispetto al primo semestre 2023 (in particolare il settore edilizio che – con un +82% – inizia a risentire della fine della stagione dei “super-incentivi”), al contrario il settore manifatturiero, delle industrie estrattive e quello dei servizi/commercio conoscono una dinamica positiva, con una contrazione delle ore autorizzate. All’interno dell’industria manifatturiera occorre tuttavia fare delle distinzioni: mentre tiene la metalmeccanica, peggiora infatti la situazione per il tessile-abbigliamento e per le apparecchiature informatiche, elettriche/elettroniche e di precisione.
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