Il voto nel Piacentino: la montagna diserta, solo tre comuni per De Pascale

19 Novembre 2024 11:27

L’Emilia-Romagna sceglie la continuità conferendo la guida della Regione al candidato del campo largo, anzi larghissimo, Michele De Pascale che con il 56,3% supera di oltre 15 punti percentuali la colazione del centrodestra capitanata da Elena Ugolini. Non arriva al due percento Federico Serra con Emilia-Romagna per la pace, l’ambiente e il territorio. Ancora più sotto il candidato no vax Luca Teodori.

Vincono De Pascale, la coalizione di centro sinistra e l’astensionismo che si fa sentire in tutta la regione e, soprattutto, nella montagna piacentina. Con l’eccezione di Ferriere e Corte Brugnatella dove la candidata di Fratelli d’Italia Erika Opizzi raggiunge percentuali bulgare trascinando anche l’affluenza, i territori di alta collina e montagna danno un segnale chiaro alla politica locale. A Cerignale vota il 33,51% e da unica isola rossa alle regionali di quattro anni fa passa al centrodestra con trazione Fratelli d’Italia.

a Cerignale il 4% vota il no vax Teodori

A Cerignale salta all’occhio anche il 4% per Teodori di “Lealtà, Verità e Coerenza”. Ex leghista, contrario ai vaccini, sostenitore della famiglia tradizionale. In cinque anni quante cose cambiano. A Ottone si è registrata la percentuale più bassa di elettori al voto, al confinbe con la Liguria l’affluenza si è infatti fermata al 16,64%. In alta Val d’Arda, a Morfasso, non si arriva al 20%. Al netto dei residenti che abitano però in altre province o all’estero l’appennino non da cartolina pare essersi chiuso in se stesso. D’altronde sopra Coli non si è visto nessun candidato.

in provincia di piacenza vince il centrodestra

Piacenza resta l’unica provincia emiliano-romagnola, anche in questa tornata elettorale, dove vince il centrodestra: le otto “sorelle” in regione fanno infatti registrare un quasi sicuro filotto per il centrosinistra. SI allineano alle atre Ferrara e Rimini ad appannaggio del centrodestra quattro anni fa. Piacenza non cambia. Erano elezioni europee quelle dello scorso giugno. In cinque mesi che cosa è cambiato nelle urne in provincia di Piacenza? Tra i dati che balzano agli occhi c’è la crescita del Pd che supera il 30% come non gli accadeva da tempo. Il 31,3% in provincia significa +7,5 punti rispetto a cinque mesi fa e anche alle regionali del 2020. Nel capoluogo i dem arrivano al 33,5%, confermando la tendenza che li vede andare meglio in città: alle europee erano al 27,2%, alle regionali precedenti al 27,8%, sono quindi saliti di circa 6 punti.

Solo tre comuni piacentini a De Pascale

Sono 43 comuni sul totale di 46 quelli che hanno preferito Elena Ugolini al neoeletto presidente della Regione Michele De Pascale. Il campo larghissimo supera Ugolini solo a Castelvetro (51 per cento, merito del candidato ex sindaco del paese Luca Quintavalla), a Travo (60 per cento, dove è stato sindaco fino a giugno Lello Albasi in corsa per l’assemblea legislativa) e, più a sorpresa, Monticelli, un tempo laboratorio di diritti sindacali, di trattorie, di fazzoletti rossi, fino al ribaltone che la consegnò alla destra senza possibilità di ripresa.

Se già le Comunali nel 2022 a Monticelli erano finite con lo scarto incredibile di soli tre voti – la vittoria fu quindi di Gimmi Distante, attuale sindaco – anche nelle Regionali l’elettorato si mostra come la platonica mela, a metà, ma questa volta a prevalenza “depascaliana” per aiutare il vicino di casa Quintavalla. Il candidato de Pascale così qui vince infatti con il 50 per cento, rispetto al 47 della coalizione Ugolini.

Non sfondano le liste civiche

Altro comune da mettere subito sotto la lente di ingrandimento è quello di Castel San Giovanni, il terzo più popoloso della provincia: la sfida tra le due “Ferrari” è stata ambiziosa. L’astro nascente della Lega Giada Ferrari, vent’anni, studentessa di medicina e già in consiglio in piazza Venti Settembre, porta a casa 404 preferenze, superata però dall’apprezzamento massiccio per l’ex assessora nell’allora giunta Fontana, Federica Ferrari, in quota Forza Italia. Per lei, che evidentemente non è stata dimenticata dalla Valtidone e ha gestito per anni una tra le deleghe più delicate, i servizi sociali, 523 sì. Il voto sembra fermarsi però tra le mura.

Dappertutto, in regione, non sfondano le liste civiche e prevalgono i partiti. Magro quindi nonostante l’impegno il bottino portato a casa dalle civiche Manola Gruppi, ex sindaca di Pontenure, e Maria Rattotti, assessora di Gazzola, per citare due casi. E a mancare il bersaglio sono pure gli “alternativi” Federico Serra, candidato dell’estrema sinistra (in provincia non arriva al 2 per cento) e Luca Teodori, che sta pure sotto all’un per cento.

© Copyright 2024 Editoriale Libertà