CRV – Consiglio regionale Veneto, Giustizia: ok a sei richieste di Referendum popolari abrogativi
20 Luglio 2021 19:30
Il Consiglio regionale del Veneto ha dato il via libera, con i voti della maggioranza e l’astensione di Fratelli d’Italia, alle sei richieste di Referendum abrogativo in materia di giustizia, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione, contenute in altrettante Proposte di Deliberazione Amministrativa, già licenziate dalla Prima commissione consiliare permanente.
Il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti è stato nominato membro effettivo per la consegna dei quesiti referendari presso la Corte di Cassazione. Membro supplente è stato nominato Giuseppe Pan (LV).
Ricordiamo che i referendum popolari abrogativi possano essere indetti su richiesta di cinquecentomila elettori o di cinque Consigli regionali, e possono avere per oggetto leggi o atti aventi valore di legge.
All’esame dell’aula: la PDA n. 18, in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi; la PDA n. 19, che interviene sul Codice di Procedura Penale limitando gli abusi della custodia cautelare; la PDA n. 20, che riforma costituzione e funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura; la PDA n. 21, che ha per oggetto l’equa valutazione dei magistrati; la PDA n. 22, che ha per oggetto il risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e la responsabilità civile dei giudici; la PDA n. 23, che riguarda la separazione delle carriere dei magistrati.
Le sei PDA sono state relazionate in aula dal Relatore, Alberto Villanova (ZP), e dal Correlatore, Giacomo Possamai (Pd).
Sul tema della giustizia si è sviluppato un ampio dibattito in aula consiliare, che ha visto molteplici interventi dei consiglieri di maggioranza e minoranza.
A margine dei lavori, Alberto Villanova ha spiegato l’intendimento della maggioranza: “Il nostro impegno è quello di far votare i cittadini italiani su un tema molto sentito: quello della giustizia giusta. Ma in Consiglio regionale, il Pd ha cercato in tutti i modi di impedire agli italiani di votare. Ormai la Sinistra ha sviluppato una vera e propria allergia rispetto alla possibilità che i cittadini hanno di esprimersi con il voto. Viene contestato uno strumento, peraltro previsto dalla nostra Costituzione, per far votare i Consigli regionali sull’indizione di Referendum abrogativi. Ci dispiace che al Partito democratico non vada bene la nostra Costituzione per quanto riguarda i quesiti referendari, ma noi vogliamo far votare il popolo italiano sul tema della giustizia giusta”.
La tesi sostenuta dall’opposizione è stata riassunta da Vanessa Camani (Pd): “Innanzitutto, chiarisco che la nostra posizione non è affatto ideologica. Anzi, auspichiamo che sul tema della giustizia si sviluppi un ampio dibattito e che si formi una opinione pubblica corretta, frutto di confronti e approfondimenti. Ma siamo sbalorditi dal fatto che la Lega di Salvini e Zaia utilizzi i Consigli regionali di molte regioni, come quelli di Lombardia, Veneto e Umbria, in cui ha più consenso, per piegarli alle necessità politiche di propaganda. Il Governo ha già approvato all’unanimità una prima bozza sulla riforma generale della Giustizia promossa dal Ministro Cartabia e credo che i Partiti seri e responsabili siano chiamati, all’interno di Parlamento e Governo, a dare vita a un sistema giudiziario più efficace, per dare una mano al nostro Paese. Ma l’atteggiamento che abbiamo osservato oggi in Consiglio regionale è inaccettabile, sia dal punto di vista democratico che istituzionale”.
Il Correlatore Giacomo Possamai ha spiegato: “Il nostro voto contrario è per l’uso strumentale dell’istituto referendario, non per l’istituto in sé, nei confronti del quale nutriamo massimo rispetto e considerazione. Ma riteniamo inaccettabile la strumentalizzazione della maggioranza, a maggior ragione quando è stato iniziato un percorso condiviso sul tema della giustizia”.
La posizione del Capogruppo Dem è stata sostenuta anche dal Portavoce dell’Opposizione Arturo Lorenzoni.
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