CRV – Presentato a palazzo Ferro Fini il Premio Francesco Saverio Pavone
22 Luglio 2021 15:56
È stato presentato questa mattina a Venezia, presso palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, il Premio Francesco Saverio Pavone, il magistrato scomparso il 16 marzo dello scorso anno, per anni a capo della Procura della città lagunare dove si occupò, tra l’altro, delle inchieste relative alla criminalità organizzata. A illustrare il Premio, il Presidente dell’Assemblea legislativa Roberto Ciambetti, la Vicepresidente con delega all’Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata Francesca Zottis, il Segretario generale e Presidente di Giuria Roberto Valente, lo scrittore e giornalista Maurizio Dianese, presidente del Centro di Documentazione e inchiesta sulla criminalità organizzata in Veneto.
Il Presidente Ciambetti ha introdotto la giornata con le parole del Presidente della Repubblica di lunedì scorso in occasione del 29esimo anniversario della Strage di Capaci: “La memoria di quella strage, che ha segnato così profondamente la storia repubblicana, suscita tuttora una immutata commozione, e insieme rinnova la consapevolezza della necessità dell’impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l’illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale. Parole pesanti, ma che fanno assumere al premio alla tesi di laurea su Francesco Saverio Pavone un valore particolare, perché il magistrato scomparso un anno or sono rappresenta per tutti un punto di riferimento con cui confrontarsi e a maggior ragione per noi Veneti. Oggi, come ha notato amaramente lo stesso presidente Mattarella, troppi magistrati anziché parlare con gli atti propri del Diritto e della Giustizia, si danno alle litigiose polemiche televisive, altri sfruttando il loro ruolo si sono prodigati per anni per condizionare la vita politica del paese fenomeno questo che non è esclusivo dell’Italia ma che staglia pesantissime ombre sulle credibilità della nostra magistratura. E del resto i risultati si fanno vedere: intere regioni controllate dalle organizzazioni criminose che sono riuscite a infiltrarsi in molti settori della società, mentre il «Global competitiveness index», la più prestigiosa pubblicazione del World Economic Forum di Davos scrive quest’anno che la nostra giustizia si colloca al 130° posto su 141 Paesi censiti per capacità di ‘risolvere le controversie’. Siamo dietro a Paesi dittatoriali e anarcoidi. Ben diversa lezione ed eredità etica e morale che ci giunge dalla vita di Francesco Saverio Pavone: io penso che se si vuole riformare veramente la nostra Giustizia bisogna guardare a uomini e donne come lui. Ecco perché la sua storia, la sua vicenda personale, non è relegata nel passato ma diventa fatto quotidiano, riferimento necessario e punto inestimabile di confronto per tutti, per la politica, per i pubblici amministratori, per i magistrati, per i giovani che vogliano intraprendere la strada della magistratura al servizio del paese, per quanti amano la libertà e democrazia”.
Amalia Vargiu, moglie del magistrato, impossibilitata a intervenire in presenza, ha inviato una lettera – il cui contenuto è stato riferito dalla Vicepresidente Zottis – indirizzata al Consiglio regionale e tramite la quale ha espresso il proprio ringraziamento “Per questo premio prestigioso intitolato alla memoria di mio marito, uomo onesto, generoso e lavoratore instancabile, che ha dedicato la sua vita alla legalità. Il suo impegno per la giustizia non si è mai limitato alla professione di magistrato, ma negli anni si è profuso negli innumerevoli incontri con gli studenti nelle scuole e con le associazioni che organizzavano incontri e dibattiti. Le mie figlie ed io riteniamo particolarmente importante che il Consiglio regionale del Veneto abbia deciso di dedicare un premio a una tesi di laurea sulla criminalità organizzata nel Veneto, criminalità che mio marito ha sempre combattuto in tutti i modi, fuori e dentro le aule dei Tribunali. E dunque non c’è miglior modo per ricordarlo che premiare chi continua il percorso di studi e di ricerca sulle organizzazioni criminali”. La lettera si conclude con un auspicio: “Quando il premio verrà assegnato, sarò in perfetta forma e avrò così l’occasione di conoscere ognuno di voi e di ringraziarvi personalmente”.
Il Segretario generale del Consiglio, dott. Roberto Valente, ha ricordato il contenuto della Deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 67/2021, istitutiva del Premio “Francesco Saverio Pavone” per una tesi di laurea o dottorato in materia di criminalità organizzata in Veneto, un’iniziativa che si muove lungo il solco tracciato dalla legge regionale 28 dicembre 2012, n. 48 “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”, e nell’ambito della collaborazione con il mondo accademico, in particolare con la sottoscrizione nel 2018 del Protocollo d’intesa con l’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali “Marco Fanno”, avente come oggetto la ricerca e l’approfondimento delle conoscenze circa la presenza della criminalità organizzata e di stampo mafioso nel territorio veneto. Il premio consisterà in una somma pari a euro 5.000,00 e la cerimonia di premiazione avrà luogo presso la sede del Consiglio regionale del Veneto.
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