CRV – Il Consiglio ha iniziato l’esame del DEFR, il Documento di Economia e Finanza regionale
29 Novembre 2021 17:53
Il Consiglio regionale del Veneto ha iniziato nel pomeriggio l’esame del DEFR 2022/2024, il documento di Economia e Finanza regionale, che è stato illustrato in aula dal Relatore, Luciano Sandonà (Lega/LV), e dal Correlatore, Vanessa Camani (Pd).
Il Relatore Sandonà ha sottolineato come si tratta “del più importante documento programmatico triennale della Regione. Inizia con il capitolo relativo al quadro macroeconomico, in cui viene offerta una disamina ad ampio raggio, che spazia dallo scenario internazionale per calarsi poi in quelli italiano e veneto, relativamente agli aspetti più rilevanti per l’economia. Nello stesso capitolo, vengono riservati appositi paragrafi relativi alle imprese, all’export, al turismo, al mercato del lavoro, alla mobilità ed al traffico. Segue il capitolo relativo al contesto della finanza pubblica ed al quadro generale di finanza regionale, che si divide in due parti: la prima, a fronte dei dati relativi alla congiuntura economica che stiamo vivendo e allo scenario tendenziale, inizia con uno spaccato sull’impiego delle risorse pubbliche e delle politiche di governo definite a livello statale, e traccia un’analisi della gestione economica nelle amministrazioni locali, con dati disponibili fino all’anno 2020. La seconda parte, è riservata alle relazioni finanziarie Stato/Regioni, in cui possiamo trovare le misure di tutela degli equilibri di bilancio delle Regioni per l’esercizio finanziario in corso, le richieste delle Regioni per la manovra relativa al 2022, un dettaglio su finanziamento e spesa sanitaria, ed infine sul trasporto pubblico locale. Non vengono dimenticate, comunque, le sfide sulle riforme da attuare, vale a dire il federalismo fiscale e l’autonomia differenziata, con cenno ai relativi profili finanziari. Nel capitolo è altresì trattato il tema delle risorse legate al Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ancora, seguono alcuni capitoli che rilevano le connessioni tra i principali strumenti di programmazione, sia di carattere politico, sia di natura più prettamente amministrativa. Ecco che quindi la prima parte si concentra sulla correlazione tra il documento programmatico e la visione del Veneto contenuta nel proprio Programma di Governo per il quinquennio 2020-2025. Si ritrovano di fatto i 7 aggettivi dati al Veneto, vale a dire “autonomo”, “vincente”, “eccellente”, “attraente”, “sostenibile”, “connesso”, “in salute”, i quali rappresentano altrettante priorità e sfide che la corrente legislatura vorrà assumere, declinandole in obiettivi strategici del DEFR”.
“Nel quinto capitolo si pone in evidenza la connessione con la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile – ha proseguito il Relatore – Nel sesto capitolo sono riportati degli utili schemi di raccordo tra Obiettivi strategici dell’Amministrazione, derivati principalmente dalle Linee strategiche della SRSvS, e gli Obiettivi Prioritari, presenti nella stessa NADEFR, e gli Obiettivi Complementari, approvati con successivo Decreto del Segretario Generale della Programmazione. Quanto al capitolo relativo agli ambiti della programmazione internazionale, europea e nazionale, posto che ci troviamo alla conclusione del periodo di programmazione 2014-2020 e all’avvio del successivo ciclo 2021-2027, la trattazione si sofferma maggiormente sulla politica di coesione dell’Unione europea, che da un lato si aggancia ai principali riferimenti internazionali, quali ad esempio gli obiettivi dei Green Deal, e dall’altro costituisce la cornice per l’erogazione dei fondi europei, per il tramite dei programmi operativi, ad ognuno dei quali viene riservato un apposito paragrafo. Il PNRR, a cui è dedicato il capitolo successivo, rappresenta lo strumento con cui l’Italia, all’interno del quadro europeo di riferimento, ha voluto rispondere alla crisi pandemica legata al Covid-19. Il Piano agisce in un orizzonte temporale che si conclude nel 2026 e si inscrive nella strategia di sviluppo più ampia, che si compone di un insieme integrato di fonti di finanziamento e strumenti di policy”. “Il DEFR 2022-2024, con la relativa Nota di Aggiornamento, si rapporta infine con il bilancio, e dalla lettura abbinata di questi documenti se ne ricava ‘cosa si farà’ e ‘quanto’ verrà messo a disposizione, in termini di risorse finanziarie, a livello di Missioni e Programmi, per il perseguimento degli obiettivi”, ha concluso Sandonà.
Il Correlatore Camani ha denunciato “l’inadeguatezza di questo DEFR, privo di quella spinta al cambiamento che sarebbe fondamentale nella fase storica cruciale che stiamo vivendo, in piena pandemia, che non ci vede più soli. Penso al Next Generation Ue che segna un profondo cambiamento in direzione di una maggiore solidarietà tra Paesi europei. Anche lo Stato italiano ha fatto la propria parte, stanziando importanti risorse: al Veneto sono stati assegnati 135 milioni di euro senza vincoli di destinazione e quasi un miliardo per interventi straordinari in ambito sanitario, alcuni di natura temporanea, contro il Covid. Ma questo DEFR ripropone semplicemente lo scenario pre pandemia e non comprende il cambiamento in atto, radicale nell’ultimo anno a tutti i livelli della società. E’ cambiato tutto, anche il rapporto che dobbiamo avere con il pubblico: veramente crediamo che sia giusto continuare a chiedere l’autonomia per tutte le 23 materie previste in Costituzione, senza invece pensare in quali ambiti una gestione autonoma potrebbe essere più efficace? E’ importante che le Regioni stiano in Cabina di regia, per decidere come investire le straordinarie risorse del PNRR, mentre non è altrettanto indispensabile che le stesse siano anche i soggetti attuatori. Dobbiamo utilizzare le risorse in arrivo per ridurre le storture e le diseguaglianze inasprite dal Covid: di tutto questo non c’è traccia nel DEFR”. “Dobbiamo tornare a investire nella Medicina territoriale recuperando il ruolo del Pubblico rispetto al Privato convenzionato: ce lo ha insegnato la pandemia – ha sottolineato Camani – Non è più tollerabile il ritardo nella riforma delle Ipab. Dobbiamo affrontare il grave problema della disoccupazione, alla luce di un saldo occupazionale negativo per 11mila posizioni. Siamo chiamati a investire nella creazione di nuovo lavoro, stabile e di qualità, con una alleanza tra istituzioni e sindacati, per costruire assieme un patto condiviso che traghetti il Veneto fuori dalla crisi. E’ indispensabile investire nel sistema formativo, negli asili e nelle scuole Paritarie, perché proprio la scuola è un presidio di democrazia che garantisce al contempo un ascensore sociale. Al centro della nostra agenda va quindi messa la scuola per tutti, strumento indispensabile per contrastare le diseguaglianze. Nel DEFR mancano politiche di conciliazione famiglia/lavoro, una spinta alla genitorialità e all’occupazione femminile, alla digitalizzazione, alla trasformazione ecologica della Regione. Abbiamo presentato un’ampia manovra emendativa”.
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