Racconti del giorno dopo, un viaggio introspettivo in cui si fondono il passato e il presente
31 Agosto 2022 12:13
Un viaggio verso la consapevolezza, immerso nella natura, tra memorie, persone, canti e riflessioni, volto a creare un ponte di collegamento tra la sensibilità di chi scrive e quella di chi legge, dove ogni istante ha le sembianze di un dono divino. Racconti del giorno dopo, l’opera prima di Giorgio Donati, pubblicata dal Gruppo Albatros il Filo, è il dono gentile di un bagaglio esperienziale ricco, messo a disposizione di chi c’è e di chi verrà, grazie al suo stile narrativo colmo di evocazioni e suggestioni.
«La spinta che ho avuto dentro è il desiderio di comunicare e condividere con gli altri, ma non solo» spiega l’autore nel corso della trasmissione #Librindiretta, in onda su Conoscere TV «sentivo anche il bisogno di approfondire degli avvenimenti vissuti e che a prima vista sembravano quotidiani. Quando poi li ho scritti sono riuscito a centrare in maniera più precisa il processo che mi ha portato a vivere quella determinata esperienza e soprattutto a comprendere le conseguenze di quegli accadimenti».
La dimensione del ricordo acquisisce un ruolo centrale per una interpretazione efficace del presente: nel momento in cui il proprio vissuto non rimane fine a sé stesso, ma viene analizzato con cura e attenzione, ecco che il dettaglio si arricchisce di un significato succoso, maturo, attraverso cui interpretare la poesia del cosmo. Va da sé che si tratti di un esercizio di consapevolezza, di ascolto attivo degli stimoli circostanti. L’autore, nel momento in cui decide di raccontarsi e condividere, si trova di fronte a un bivio: vivere come se niente fosse un miracolo o pensare che ogni cosa lo sia, come suggerito da un celebre aforisma attribuito ad Albert Einstein. La strada scelta da Giorgio Donati è senza dubbio la seconda: la sua raccolta di racconti è infatti ricolma del fresco godimento di una vita vissuta con serenità carezzevole, sia nei momenti gioiosi che in quelli più dolorosi.
Una volta chiarite queste premesse, nel lettore non può che aumentare la sorpresa dinnanzi alla varietà di argomenti trattati, che si muovono in maniera trasversale su molteplici piani dell’esperienza. La spina dorsale che unisce ciascuna di queste articolazioni di pensiero rimane robusta e ben definita: è l’impianto dei valori interiorizzati nel corso della vita, il senso della condivisione, della pedagogia e dello stare insieme, che l’autore – figlio di una famiglia numerosa, maestro di tennis e attualmente commerciante a contatto diretto con i clienti – ha sviluppato in maniera naturale e che adesso estende al bacino dei suoi lettori.
Gli eventi, i personaggi, i moti dell’anima vengono tutti raccontati con gentilezza e generosità: la patina del giudizio non intacca la prosa di Donati, il quale riesce a individuare il meglio in ogni circostanza, focalizzandosi piuttosto sui buoni sentimenti. A scandire il ritmo dei suoi racconti è infatti il principe delle emozioni, l’Amore, del quale l’autore è instancabile alfiere e che definisce “l’essenza della vita”. Suggeriamo in tal senso un chiaro esempio della nitidezza suggestiva delle sue parole, capaci di emozionare attraverso immagini semplici e quotidiane.
«L’amore è l’inizio di un cantiere fatto di mille urgenze, patti mai contestati, gusti affinati nel tempo, partecipazioni e condivisioni costanti, ma soprattutto un’affinità elettiva fatta di piccoli sotterfugi e complicità. Escludo che possa essere un sorriso, un’occhiata, una carezza sulla mano che faccia scatenare l’odissea della vita a due. Se ancora non basta a descrivere un incontro, prima ancora che diventi un legame, posso inoltrarmi, con fare lascivo, nei meandri degli aspetti fisiologici. Esistono i feromoni, gli odori, il colore degli occhi e dei capelli, la guerra che si scatena dentro ad ognuno di noi sapendo che non saremo mai più da soli. Si potrà camminare, mano nella mano, in qualsiasi strada del mondo, soprattutto nei momenti difficili che la vita ci proporrà, con la certezza che in due si avrà più forza per superare gli ostacoli. Così è già stato deciso! L’amore, come la musica, è un dono divino»
(dal cap. 33 “Amore”, pg. 64-65)
Non a caso in questo capitolo l’amore viene associato alla musica, altro elemento cardine dell’espressione animica dell’autore. Donati infatti non fa mistero della sua passione per la musica sinfonica, lirica e classica trasmessagli dal padre sin da bambino, nelle pagine colme di affetto che dedica all’argomento: tra le sue pagine la musica diventa lo strumento prediletto per esprimere i più profondi moti dell’anima. Da adulto, poi, la passione non si arresta, anzi si arricchisce attraverso l’esperienza significativa del canto corale nel Coro Tre Pini. Il repertorio, costituito da canzoni di montagna e canti degli alpini, racconta un’importante fetta del patrimonio storico e culturale italiano, da accogliere ed apprezzare nel presente.
Altro elemento cardine è il rapporto con la natura, che si mostra florida e incontaminata nei territori tra il Veneto e il Trentino, ricchi di fascino e avvolti da una patina di magia. I panorami montani appaiono immortali, accessibili a chiunque si armi del puro desiderio di sorprendersi, di respirare un’aria più lieve rispetto a quella frenetica delle città. «Nel silenzio ovattato, rotto solo a volte, da lontano, dai campanacci delle mucche al pascolo riesco a meditare sull’essenza della vita» scrive l’autore nel racconto dedicato a Castello Tesino «Ma soprattutto mi è capitato, e non una volta ma più volte, di trovare soluzioni a problemi che sembravano irrisolvibili, a contatti con parenti o amici che sembravano chiusi, a strategie di lavoro nuove». Nella desiderata solitudine della natura, dunque, l’autore racconta un senso di connessione più alto con il Tutto, visibile o invisibile che sia. Basta un ascolto più attento, la capacità di abbandonare quella continua ricerca di stimoli impartita dalla società dei consumi, ed ecco che è possibile scorgere il mistero dello stare al mondo, di esercitare la propria individualità e di collocarla consapevolmente in relazione con l’infinitamente grande.
Quando si parla di infinitamente grande, va da sé che l’attenzione dell’autore si rivolga non soltanto agli aspetti fisici, ma che si concentri anche su un piano spirituale spiccato e vissuto nella sua interezza. Il divino è il diapason che armonizza ciascuno degli altri argomenti, la cui manifestazione non tarda ad arrivare anche nella sua forma più concreta e tangibile.
Ogni racconto è un’appendice di vita che dilata il tempo a disposizione di ciascuno: sono frammenti di esperienza che si aggiungono al bagaglio del lettore, per offrirgli l’occasione di vedere la realtà con occhi nuovi, entrare in contatto reale con l’altro da sé per apprezzare il miracolo quotidiano della vita.
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