CRV – Sandonà (Lega-LV): “Etra, carburante ecologico dal rifiuto organico”
29 Novembre 2022 15:08
Dai rifiuti organici è possibile produrre carburante verde. Ed Etra, la multiutility veneta che gestisce il ciclo dei rifiuti per una settantina di comuni nelle province di Padova e Vicenza, lo fa ufficialmente dal 15 settembre nell’impianto tecnologico di Bassano del Grappa dove l’umido domestico viene trasformato in biometano per autotrazione destinato ai mezzi di raccolta rifiuti. Un esempio efficace di economia circolare di cui si è parlato oggi a Venezia, nella sede del Consiglio regionale del Veneto, durante una conferenza stampa nel corso della quale sono intervenuti il Presidente della Prima commissione consiliare Luciano Sandonà (Lega-LV), l’Assessore regionale Roberto Marcato e la governance di Etra, e in particolare il Presidente del consiglio di gestione Flavio Frasson, il Direttore Domenico Lenzi, il Direttore del servizio idrico integrato Alberto Liberatore, il Presidente del Consiglio di sorveglianza Morena Martini, e il responsabile del progetto, Francesco Zanovello, che hanno presentato il relativo processo tecnologico, il cui costo è stato pari a 6 milioni di euro finanziati con fondi Etra: in sostanza un investimento reso ancor più conveniente nell’attuale congiuntura energetica ed economica, e che potrà essere implementato con l’avvio di un progetto analogo, di minori dimensioni, a Camposampiero. La prospettiva futura, di cui si è fatto cenno nel corso della conferenza stampa, si fonda anche sullo sviluppo della produzione di energia attraverso l’impiego del fotovoltaico.
“Si tratta di una novità assoluta per la nostra Regione, ma anche per Etra – ha affermato il Presidente Sandonà nelle fasi introduttive della conferenza stampa – un’azienda fondamentale per il nostro territorio e che detiene un livello di soddisfazione da parte dell’utenza molto elevato rispetto ai servizi di raccolta rifiuti e idrico integrato. Quanto fatto da Etra ha dimostrato un grado di efficienza, di efficacia e di economicità elevato, conseguendo degli standard tra i più alti del nostro paese. La produzione avviata in queste settimane è all’avanguardia, è un ottimo esempio di economia circolare e contribuisce ad aumentare ulteriormente la stima detenuta dall’azienda sul territorio”.
“È un’iniziativa a mio parere straordinaria – queste le parole dell’Assessore Marcato – perché, in primo luogo, questo tipo di produzione rappresenta un passo importante verso la vera transizione energetica ed ecologica, non quella confinata ai semplici proclami; in seconda battuta, il processo produttivo rappresenta la vera economia circolare perché non solo da rifiuti si produce un combustibile destinato ai mezzi di Etra, ma anche perché tutto ciò che viene usato è un rifiuto, uno scarto, e ciò quasi in contrapposizione alla produzione di biometano che in altri impianti avviene usando come additivo il mais, ovvero cibo, e in un mondo dove un miliardo di esseri umani rischia di morire di fame, questa pratica si potrebbe qualificare come immorale. L’attuale situazione internazionale, ovvero la guerra a pochi passi dall’Italia, ha reso evidente quanto importante e delicato fosse il reperimento di determinate fonti alimentari. Altri dati relativi al nostro territorio su questo settore: la Commissione Europea aveva fissato per il Veneto, al 2020, un obiettivo di copertura del fabbisogno energetico da rinnovabili al 10,3%, al 2020 eravamo al 17,2%; siamo la prima regione in Italia per raccolta differenziata dei rifiuti, la seconda dopo il Piemonte per produzione di energia elettrica da fotovoltaico, e unica dotata di una legge sul fotovoltaico non impugnata, una fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità che ha il proprio focus sull’idrogeno e ha sviluppato al massimo l’idroelettrico, e tutto ciò indipendentemente dalle trivellazioni a margine del nostro litorale. Anche le altre regioni italiane devono fare la propria parte”.
“È stato immesso nella rete il primo metro cubo di biometano – così il Presidente Frasson, nel ripercorrere il lungo iter che ha portato all’attivazione dell’impianto – un passo importante nella valorizzazione della frazione umida del rifiuto domestico, che così diventa sempre meno rifiuto e sempre più risorsa nell’ottica dello sviluppo dell’economia circolare. Dal trattamento dell’organico proveniente dalla raccolta differenziata si ottengono due prodotti: il compost, che può essere riutilizzato come fertilizzante in agricoltura, e appunto il biogas che può essere bruciato per ottenere energia e calore. L’impianto di Bassano può produrre 3 milioni di metri cubi all’anno di biometano”.
“Il biogas può essere purificato – ha aggiunto l’ingegner Liberatore – e trasformato in biometano, privo di anidride carbonica e con caratteristiche analoghe al gas naturale: da qui il combustibile per gli automezzi, ecologico e non fossile come il naturale”.
“L’obiettivo – ha sottolineato infine il Direttore Lenzi – è quello di utilizzare il gas per alimentare il parco mezzi destinati alla raccolta dei rifiuti, mezzi che dovranno essere reperiti sul mercato, oppure riconvertendo quelli esistenti. La produzione garantita dal Polo di Bassano può coprire il fabbisogno annuo dei nostri veicoli, circa 250”.
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