Inquinamento acustico, più tutela grazie ad attenta valutazione di impatto e bonifica
05 Dicembre 2022 00:00
La tecnologia è un supporto importantissimo nella misurazione di questo inquinamento: occorre prevenire possibili problemi di salute
L’inquinamento acustico è un fenomeno sempre più diffuso, per contrastare il quale esistono strumenti legislativi e normativi che oggi affrontiamo nei loro dettagli tecnici in un’intervista con il Tecnico Giuseppe Pezza, dell’Area Tecnica Ambiente di Teco SrL, che ci illustra come la tecnologia e la conoscenza della normativa vigente ci possono aiutare a prevenire tale fenomeno oppure a ridurne gli effetti.
Che cosa si intende in particolare per “inquinamento acustico”?
«Il termine “inquinamento acustico” nasce da una legge del 1995 e consiste nella presenza di un rumore, nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno, che è capace di determinare un fastidio, se non addirittura un danno, alle attività umane ordinarie oppure al riposo, incidendo negativamente sul benessere psicofisico dell’individuo».
L’inquinamento acustico può davvero causare dei veri e propri danni alla salute dell’uomo?
«Certamente. Può generare problemi molto seri, dal semplice fastidio, fino a forme di danno vero e proprio. I problemi più frequenti possono essere, ad esempio, forme di stress, ansia, insonnia, dalle forme più leggere fino ad arrivare a stati di nervosismo anche critico, con anche possibili forme di alterazione pressoria o cardiovascolare».
Quali sono le maggiori fonti di inquinamento acustico?
«Possono essere ad esempio gli stabilimenti industriali, oppure i cantieri edili, sia in nuove costruzioni che in ristrutturazioni o restauri, oppure le infrastrutture di trasporto, come ad esempio autostrade, ferrovie e aeroporti. In alcuni casi anche i Pubblici Esercizi, come bar, ristoranti o discoteche possono creare inquinamento acustico e disturbo ai recettori posti nelle loro vicinanze o addirittura semplici impianti di condizionamento a servizio anche di strutture residenziali o abitative».
Come ci aiuta la legislazione vigente a prevenire questa problematica?
«Le leggi vigenti in materia urbanistica, che possono essere sia leggi di settore che regolamenti comunali (classificazione Acustica Comunale), richiedono che le costruzioni esistenti, che ospitano attività produttive e commerciali, così come anche quelle in fase di costruzione, debbano rispettare determinati limiti per quanto riguarda i decibel di rumore emessi. La valutazione di impatto acustico consiste proprio nel calcolare sostanzialmente qual è il rumore che l’attività, produttiva o commerciale, genera all’esterno e che quindi può, potenzialmente, determinare un inquinamento acustico».
Come si fa a calcolare questo rumore?
«Se dobbiamo fare questo tipo di valutazione per un’attività produttiva o commerciale esistente, vengono fatti dei rilievi specifici, con adeguata strumentazione – fonometri, che permettono di misurare i livelli di rumorosità durante il giorno e, se necessario, anche in orario notturno in quanto vincolato a limiti più restrittivi. Tali valori misurati vengono poi confrontati con i valori limite di Legge, i cosiddetti limiti di immissione, emissione e differenziali. Le misure devono essere effettuate da Tecnici Competenti in Acustica, che devono aver frequentato specifici corsi di formazione e periodici aggiornamenti, sostenendo anche esami finali di qualificazione. In Teco, oltre a me, abbiamo sette colleghi in possesso di tali qualifiche».
Se invece l’edificio industriale è ancora in fase progettuale o in costruzione, come è possibile effettuare le misurazioni?
«In tal caso quello che occorre fare è la cosiddetta valutazione previsionale di impatto acustico, ovvero, vengono dapprima raccolti tutti i dati necessari relativi agli elementi progettuali degli impianti e delle attrezzature; successivamente i dati di emissione sonora delle sorgenti sonore in progetto vengono inseriti ed elaborati all’interno di un software di calcolo previsionale che permette di calcolare il livello di rumore esterno, basandosi su formule di calcolo e normative tecniche di riferimento. In Teco abbiamo diversi software riconosciuti universalmente: quelli che utilizziamo maggiormente sono SoundPlan e IMMI. La valutazione previsionale è un documento richiesto anche quando uno stabilimento industriale, preliminarmente al suo insediamento, deve richiedere tutti i necessari permessi autorizzativi, alla costruzione oppure all’esercizio di una nuova attività. La valutazione preliminare potrà poi essere verificata, una volta terminato l’iter di costruzione e l’avvio dell’attività, con misurazioni effettive in campo, la cosiddetta verifica del rispetto dei limiti. Si può dire che la valutazione previsionale è un punto di partenza molto importante perché, qualora si riscontrassero particolari criticità, è possibile intervenire per tempo, con delle opportune misure preventive, da quelle tecniche, alle impiantistiche, alle logistiche, atte a ridurre il rumore esterno, proprio perché si è ancora in fase progettuale e quindi anche con un costo di eventuale intervento molto inferiore».
Se invece l’insediamento industriale è già in essere e dalla valutazione risulta che siamo in presenza di un rumore eccessivo, che cosa si può fare?
«Occorre analizzare con misure fonometriche l’emissione sia in termini di dB(A) che di spettro in frequenza e valutare un ventaglio di possibili interventi correttivi tecnici idonei ad abbattere il livello di rumore su quella fonte che eccede i limiti e che genera il problema. Il termine corretto per definire quest’attività è bonifica acustica. Alcuni esempi possono essere il posizionamento di pannelli fonoassorbenti o fonoisolanti, barriere antirumore, setti insonorizzati, ecc… Anche in questo caso i software previsionali possono essere di grande supporto, perché aiutano a calcolare in modo preventivo il beneficio atteso dall’intervento tecnico ipotizzato, e quindi aiutano anche nella scelta dell’alternativa migliore valutando i costi/benefici delle diverse possibili soluzioni».
Immagino che siano software di calcolo molto sofisticati…
«Senz’altro, in quanto utilizzano la tecnica di “ray-tracing” per effettuare il calcolo acustico della propagazione del rumore in atmosfera, tra sorgenti sonore e ricettori; in alcuni casi dovendo manipolare anche enormi quantità di dati che comprendono centinaia di sorgenti e migliaia di punti di calcolo, hanno la necessità di essere installati su computer di una certa potenza, che permettano di supportare tutti gli algoritmi ed i calcoli. Diverse sono state le valutazioni, ricordo ampliamenti di raffinerie, impianti di LNG (Liquid Natural Gas), impianti chimici, dove per la mole di calcolo abbiamo dovuto far funzionare ininterrottamente i computer di calcolo la notte intera o l’intero weekend».
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