La sicurezza delle macchine e delle attrezzature di lavoro
30 Gennaio 2023 00:00
L’uso delle macchine e delle attrezzature nei luoghi di lavoro è un aspetto che merita un’analisi approfondita, soprattutto in considerazione della gravità dei possibili infortuni che possono derivare da un uso non corretto delle stesse. Nella nostra rubrica approfondiamo queste tematiche in un’intervista con Manuel Poggi, Tecnico specializzato in sicurezza macchine, appartenente all’Area Tecnica Cantieri e Prevenzione Incendi di Teco S.r.l., che ci illustra le modalità con cui le leggi vigenti possono aiutare nel gestire in modo corretto la prevenzione dei rischi derivanti da pericoli di natura meccanica.
Quali sono i principali pericoli connessi all’uso delle macchine sui luoghi di lavoro?
“I principali pericoli correlati alla sfera dei cosiddetti rischi meccanici sono ad esempio l’urto, lo schiacciamento, il cesoiamento, il taglio, l’impigliamento, che possono provocare lesioni lievi, come contusioni e ferite, ma anche lesioni molto serie e gravi come lussazioni, fratture e amputazioni, fino ad arrivare al decesso per trascinamento, schiacciamento o altro. Questa tipologia di rischi deve essere valutata dal datore di lavoro nell’ambito del documento di valutazione dei rischi dell’azienda e l’esito della valutazione deve aiutare l’azienda a definire, nel proprio programma di miglioramento, le priorità di intervento.”
Poc’anzi abbiamo menzionato la linea di produzione. Cosa si intende per linea e cosa occorre valutare per renderla sicura?
“Una linea di produzione è un insieme di macchine connesse elettricamente o altro collegamento, fra di loro. Immaginiamo quindi di avere un’unica grande macchina che funziona contemporaneamente ed è per questo motivo che occorre, anche in questo caso, un’analisi/valutazione puntuale dei rischi, in riferimento ai pericoli correlati a tutte le macchine collegate fra di loro.”
Immagino che il punto di partenza sia assicurarsi che le macchine e le attrezzature siano a norma, giusto? Quali sono le leggi di riferimento da tenere presente?
“Il mondo legislativo che regolamenta l’ambito delle macchine è abbastanza complesso. Possiamo dire che le macchine immesse sul mercato dal 1996 in poi devono essere conformi alla cosiddetta Direttiva Macchine, devono cioè essere rispondenti ai Requisiti Essenziali di Sicurezza, essere marcate CE ed essere corredate di un proprio “Manuale di uso e manutenzione”.”
Quindi non è possibile utilizzare una macchina priva del marchio CE?
“Nelle aziende sono in uso molte macchine immesse sul mercato antecedentemente alla Direttiva Macchine ed esiste anche un mercato di macchine ed attrezzature usate, che non necessariamente devono essere dismesse. Per queste macchine il decreto legislativo 81/08, che è il Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro, prevede uno specifico allegato, l’Allegato V, che elenca i requisiti che tali macchine devono rispettare per poter essere considerate comunque sicure.
L’adeguamento di una vecchia macchina non costituisce un’immissione sul mercato e quindi non impone una nuova marcatura CE, a meno che non si tratti di modifiche sostanziali, che variano o aumentano le prestazioni della macchina stessa; in tal caso la macchina deve essere certificata.”
Come avere la certezza che una macchina possa essere sicura e cosa si può fare se questa si rivela non a norma?
“Sulla base della verifica sicurezza macchine che è stata condotta occorre effettuare tutti gli adeguamenti meccanici, elettrici o documentali che sono stati indicati come necessari. Ad esempio: predisposizione di barriere che impediscano anche il contatto accidentale con gli organi in movimento, il posizionamento di fotocellule o microinterruttori, il ripristino del funzionamento di eventuali pulsanti di sicurezza, ad esempio il pulsante di emergenza, la redazione del manuale di uso e manutenzione o del fascicolo tecnico, in funzione della tipologia di macchina. Diciamo che la verifica sicurezza macchine, se ben condotta, è anche uno strumento molto utile al datore di lavoro per capire dove e come intervenire per sanare le eventuali mancanze riscontrate.”
Una volta che il datore di lavoro ha provveduto agli adeguamenti necessari, mettendo quindi a norma le macchine, l’aspetto delle macchine può considerarsi sotto controllo?
“Possiamo dire che la verifica sicurezza macchine è solo il primo passo, necessario ma non sufficiente. Se le macchine non dovessero infatti essere pienamente a norma, la probabilità che possa verificarsi un infortunio durante l’uso delle stesse chiaramente aumenta decisamente. Nell’ottica più ampia che è la filosofia di pensiero propria del Testo Unico Sicurezza, il datore di lavoro deve mettere in atto anche misure organizzative e procedurali, che sono tanto importanti quanto le misure strettamente tecniche di adeguamento meccanico ed elettrico delle macchine.”
Che cosa si intende per misure organizzative e procedurali?
“Il datore di lavoro deve ad esempio redigere delle istruzioni operative specifiche per le diverse macchine in uso, esplicitando in modo chiaro la sequenza delle operazioni che devono essere compiute dai lavoratori, evidenziando i pericoli, ma anche i divieti, insomma tutto ciò che può essere utile ai lavoratori per un uso consapevole della macchina o dell’attrezzatura. Tali istruzioni sono come un’estrema sintesi del manuale di uso e manutenzione. È bene che abbiano una forma grafica chiara. Molto spesso sono redatte con una ricchezza di immagini o grafici o vignette, che è, di fatto, una modalità molto visuale per veicolare in modo più efficace il messaggio.”
E i lavoratori come possono usare queste istruzioni?
“Fondamentale è la formazione dei lavoratori, ovvero utilizzare queste istruzioni spiegandole passo passo agli operatori in incontro formativi dedicati, a cura o del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale o di un Tecnico della Sicurezza specializzato. È una forma di divulgazione e coinvolgimento molto importante. Un altro suggerimento molto utile che possiamo dare è quello di esporre queste istruzioni di lavoro a bordo macchina, in modo che gli operatori che usano la macchina le abbiano sempre sott’occhio e si ricordino quanto è importante attenersi alle regole, per salvaguardare la propria sicurezza. È importante che il datore di lavoro effettui una continua sensibilizzazione, perché il limite fra la non consapevolezza dei rischi e l’eccessiva confidenza che i lavoratori hanno nel proprio lavoro è molto labile.”
Come può il datore di lavoro fare una sintesi di tutta questa attività di adeguamento e di gestione del rischio meccanico che ha svolto?
“Esistono diversi metodi, analitici ed oggettivi, che permettono di fare questo tipo di sintesi in un vero e proprio documento di valutazione dei rischi specifico. In particolare come Teco utilizziamo il metodo SUVA che permette di considerare l’insieme della macchina, inserita nell’ambiente di lavoro ed utilizzata dall’operatore. Perché esistono vere e proprie intersezioni fra questi mondi, macchina-ambiente-uomo e solo guardandoli in modo organico, si riesce a dare ad ogni fattore il giusto peso. E, di conseguenza, a capire in quale insieme occorre dedicare più attenzione per tenere sempre alto il livello di sicurezza.”
© Copyright 2024 Editoriale Libertà