CRV – Giorno del Ricordo – convegno ‘Nazario Sauro, eroe italiano e faro dell’Adriatico’
09 Febbraio 2023 14:44
“La parola greca Aletheia non è semplice da tradurre perché contiene in sé molteplici significati: indica ciò che viene scoperto, ciò che non può essere più nascosto perché portato alla luce e al vaglio dell’intelligenza; per questo Aletheia è tradotta spesso con ‘svelamento’, ‘rivelazione’, ‘verità’: Aletheia dunque è l’esatto opposto del nascosto, del negato e dell’oblio e ci parla di una verità diversissima dal concetto latino di ‘Veritas’ la cui radice etimologica sta nella parola ‘fede’. La verità è scoperta, è conquista della ragione e in quanto tale non può essere taciuta, negata o dimenticata. Si tentò di relegare nell’oblio le foibe, la pulizia etnica dell’Istria, della Dalmazia e delle isole del Quarnero e di parte della Venezia Giulia, ma la Verità riemerse”. Sono le parole introduttive del Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti in apertura del convegno “Nazario Sauro, eroe italiano e faro dell’Adriatico” che si è tenuto oggi a Venezia, nella sede dell’Assemblea legislativa veneta, organizzato nel quadro delle celebrazioni del Giorno del Ricordo, la solennità civile italiana istituita con la legge del 30 marzo 2004, n. 92, con la quale il 10 febbraio di ogni anno (nello stesso giorno, nel 1947, l’Italia firmava i Trattati di Pace di Parigi in forza dei quali parte della Venezia Giulia veniva ceduta alla Jugoslavia) si rinnova “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Il convegno – al quale hanno partecipato, tra gli altri, il Sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, il Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Renzo Codarin, il Rappresentante dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo Giorgio Varisco, e Davide Rossi, Rappresentante della Federazione delle Associazioni degli Esuli Fiumani, Giuliani e Dalmati – è stata l’occasione per presentare il volume a fumetti “Nazario Sauro. Figlio dell’Istria, eroe d’Italia”, curato da Emanuele Merlino e Marco Trecalli.
“La giornata dedicata al Ricordo – continua il Presidente Ciambetti – impone a tutti una riflessione, soprattutto a noi veneti che condividiamo con gli Istriani, i Quarnerini e i Dalmati una lunga storia comune, che non si è mai interrotta e che continua a tutt’oggi. La giornata odierna dovrebbe essere chiamata quindi Giorno della Verità oltre che del Ricordo: la verità sono i fatti amari, gli stupri, le violenze, gli assassinii, i furti, le foibe, l’esodo, le violenze. I fatti sono la storia del popolo del nucleo principale dello stato da mar veneziano, con non pochi istriani e dalmati tra i protagonisti, a Venezia, della difesa della Repubblica di Manin e di Niccolò Tommaseo, quest’ultimo nato a Sebenico e formatosi negli studi a Spalato. I fatti sono la Dieta di Nessuno quando a Parenzo il 20 marzo del 1861 ben 20 su 30 deputati si rifiutarono di piegare la testa di fronte al potere centralizzato dell’Impero austriaco. I fatti sono le migliaia di istriani deportati nel 1915 in veri e propri lager quali quelli di Wagna e Pottendorf, dove molti di loro, soprattutto vecchi e bambini, trovarono la morte a causa delle proibitive condizioni di vita. I fatti sono gli irredentisti istriani da Tino Gavardo, Pío Riego Gambini fino Nazario Sauro o a Fabio Filzi, perché, e anche questo è stato dimenticato o sottaciuto, giuliani, istriani, dalmati, combatterono è morirono per liberare le loro terre, il loro popolo dal dominio degli oppressori. Nazario Sauro è un esempio alto di una storia bellissima anche nel momento del massimo dolore: gli esuli costretti ad abbandonare Pola portarono le spoglie del loro eroe e di altri combattenti per la libertà sulla motonave Toscana per giungere a Venezia in quella città che era stata per secoli la loro capitale non solo politica, ma anche morale e culturale. Nel porre i resti di Nazario Sauro nel famedio del Lido di Venezia, essi dichiararono così la loro appartenenza, la loro scelta di vita, la continuità con la loro storia. A Venezia ci sono solo due Campi dedicati a delle personalità che hanno segnato la storia cittadina: Campo Manin e Campo Nazario Sauro, legando così tra loro due figure chiave della nostra storia comune. Oggi, uniamo storia, verità e sentimenti, perché il ricordo parla dei sentimenti, delle ferite, delle lacerazioni e del dolore vissute da molti, dai vostri genitori e nonni. Nel cuore, parafrasando una verso di Ungaretti, “nessuna croce manca”. E se ancora oggi, nonostante tutto e tutti, “nessuna croce manca” lo dobbiamo agli esuli e alle loro associazioni, lo dobbiamo a chi, nonostante tutto e tutti, volle e seppe difendere la verità”.
Nel corso del proprio intervento, il Presidente dell’ANVGD Condarin, già Presidente del Comitato onoranze a Nazario Sauro, ha sottolineato, tra l’altro, l’importanza del volume a fumetti, uno strumento di conoscenza destinato alle scuole e alle generazioni più giovani, che ripercorre le vicende di una figura leggendaria, originaria di una Capodistria ancora parte dell’Austria-Ungheria, cui sono dedicate vie, piazze, rive (Trieste, oppure Bari, solo a titolo d’esempio) di tantissime città d’Italia; dopo la seconda guerra mondiale, ha ricordato il Presidente Condarin, la sua immagine venne fortemente intaccata, e si registrò una certa ostilità nel ricordare la giornata del 10 agosto 1916, giorno della sua impiccagione avvenuta a Pola, vicenda che però nell’ultimo decennio è riemersa. “Oggi l’Europa – ha concluso Condarin – ci permette di vivere di nuovo in un Adriatico libero, e questo ci consente di spiegare alle giovani generazioni chi eravamo, chi siamo e quanto la nostra civiltà ha permeato questo mare, e il ruolo fondamentale di Venezia”.
Di seguito, Giorgio Varisco, in rappresentanza dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo, ha ricordato il ruolo dei Dalmati e delle loro famiglie nel corso del primo conflitto mondiale e in particolare la figura dello spalatino Francesco Rismondo, combattente dell’Esercito italiano sul Monte San Michele, prigioniero degli austriaci, giudicato disertore e anch’egli condannato all’impiccagione nel 1915.
Dopo il Presidente Ciambetti era intervenuto il Sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, che ha rammentato la proclamazione di Gorizia quale Capitale europea della cultura 2025: “Occasione per ricordare le complesse vicende del confine orientale, e le ancor più complesse vicende legate alla situazione goriziana nel secondo dopoguerra”.
Nelle fasi finali del convegno è intervenuto Davide Rossi, Rappresentante della Federazione delle Associazioni degli Esuli Fiumani, Giuliani e Dalmati, che ha sottolineato come la figura di Nazario Sauro, le sue origini e la sua storia, attraversino il primo e il secondo conflitto mondiale, fino ai giorni d’oggi: “L’Alto Adriatico può essere visto come un laboratorio del ‘900, e l’allargamento dell’Unione Europea oltre il confine orientale apre nuove prospettive e impone un doppio dovere: il dovere della memoria, e il dovere di ricordare ai giovani le vicende di allora, affinché non siano più schiavi del passato, ma rivolti al futuro”.
Infine, il Consigliere regionale Tommaso Razzolini di Fratelli d’Italia ha ricordato le iniziali difficoltà nel celebrare il Giorno del Ricordo, mentre il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni ha ripercorso il legame tra la città venete, e di Padova in particolare, e le conseguenze dell’esodo.
Il convegno si è concluso con l’esibizione musicale di alcuni studenti dell’Istituto scolastico a indirizzo musicale di Fonte (TV), vincitori del Concorso “Giorno del Ricordo – Edizione 2022” indetto dalla Regione del Veneto, accompagnati dal professor Matteo Del Negro e da Italia Giacca, presidente onorario dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
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