CRV – Quinta commissione approva il primo step della riforma della rete assistenziale territoriale
23 Febbraio 2023 16:37
Al centro del confronto tra consiglieri della quinta commissione e assessore alla sanità Manuela Lanzarin la programmazione della rete di assistenza territoriale, secondo gli indirizzi del PNRR. La commissione sanità presieduta da Sonia Brescacin (lega-Lv), ha dato il proprio via libera, con il voto contrario delle opposizioni, al primo step della riforma dell’assistenza territoriale, cioè all’approvazione della programmazione dell’assetto organizzativo ed operativo della rete assistenziale, in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un primo “sì”, che è arrivato dopo un vivace dibattito sulla richiesta di audizioni con le diverse categorie e componenti sanitarie coinvolte, avanzata dalla vicepresidente della commissione Annamaria Bigon (Pd), dalla vicepresidente del Consiglio Francesca Zottis e dalla rappresentante del M5S Erika Baldin. Tra i punti da chiarire – aveva ricapitolato Bigon – il ruolo e le risorse dei distretti socio-sanitari, dei direttori del distretto, gli standard del personale, le case di comunità ‘spoke’, la distribuzione diretta dei farmaci nelle case di comunità, aspetto sul quale anche le associazioni di categoria dei farmacisti hanno chiesto di interloquire”. A favore della possibilità di svolgere audizioni in commissione sul piano di riorganizzazione dell’assistenza territoriale si sono pronunciati anche il vicepresidente del Consiglio, Nicola Finco (Lega-Lv), il capogruppo Giuseppe Pan e la consigliera Silvia Maino, sempre dell’intergruppo leghista. Ma dal punto di vista tecnico e operativo la presidenza, d’intesa con l’assessore alla sanità, ha ravvisato l’opportunità di rinviare le audizioni ai successivi provvedimenti attuativi. “Questo è un primo provvedimento ‘cornice’, di recepimento del decreto ministeriale – ha spiegato l’assessore Lanzarin – a cui dovranno fare seguito ulteriori provvedimenti programmatori sui singoli aspetti specifici della riforma. Attualmente il piano di riorganizzazione territoriale è una scatola vuota, privo di risorse finanziarie e umane. Quando arriveranno i futuri provvedimenti di contenuto, la commissione potrà aprire le audizioni con le parti interessate”.
La riorganizzazione della rete territoriale assistenziale fa perno sul ruolo dei distretti, delle 99 case di comunità e dei 30 ospedali di comunità e prevede nuovi modelli organizzativi per le cure primarie. In base al decreto ministeriale 77/2022 sono previste nuove tipologie di strutture intermedie: le case di comunità hub, (una ogni 40-50mila abitanti), dove si potrà trovare un’assistenza medica 24 ore su 24 ogni giorno della settimana con un’équipe multidisciplinare, e quelle “spoke” (studi dei medici di famiglia collegati in rete e aperti 12 ore al giorno). Un ruolo cruciale sarà assegnato agli infermieri: ne serviranno 1 ogni 3 mila abitanti, cioè 2 mila in più in Veneto per far funzionare case e ospedali di comunità, le centrali operative territoriali e le unità di continuità assistenziale, a potenziamento dell’assistenza domiciliare che dovrà raggiungere entro il 2024 almeno il 10 per cento della popolazione over 65.
La commissione Sanità ha poi espresso parere favorevole, a maggioranza (contrari i rappresentanti delle opposizioni), agli indirizzi indicati dalla Giunta per l’attività di Azienda Zero. L’attività di supporto che l’Azienda svolge nei confronti delle aziende e degli istituti del servizio sanitario regionale quest’anno dovrà essere orientata a supportare regione e aziende sanitarie nella gestione del PNRR e nello sviluppo del Sistema informativo sociosanitario regionale. Tra gli obiettivi prioritari e qualificanti indicati ad Azienda Zero per il 2023 ci sono il miglioramento delle modalità di reclutamento del personale, della gestione delle liste di attesa, il miglioramento dell’appropriatezza nelle prescrizioni e nelle prestazioni, la centralizzazione di ulteriori servizi integrati alle aziende sanitarie e lo sviluppo di un sistema di governo economico con maggiore responsabilizzazione delle Aziende sanitarie riguardo le risorse assegnate dalla Regione.
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