CRV – Sesta commissione discute inno veneto
08 Marzo 2023 15:25
Con la presentazione in commissione da parte del primo firmatario, Giuseppe Pan (Lega-Lv), ha mosso il primo passo nella commissione Cultura del Consiglio veneto, presieduta da Francesca Scatto (Lega-Lv), la proposta di legge di dotare la Regione di un proprio inno. “In Italia – ha spiegato il proponente, anche a nome degli altri sottoscrittori della Lega, Riccardo Barbisan, Simona Bisaglia, Elisa Cavinato, Milena Cecchetto, Marco Dolfin, Gabriele Michieletto, Luciano Sandonà, Mario Rigo, Roberta Vianello e del presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti – alcune regioni, come Sicilia, Sardegna e Marche, si sono dotate di un proprio inno riconosciuto a libello locale e istituzionale. Anche la Lombardia ha commissionato a Mogol e Lavezzi la scrittura di un inno regionale. La nostra proposta è che il Veneto, regione con una storia millenaria, si doti di un inno che dia identità e riconoscimento al popolo veneto”. Il testo di legge in discussione prevede che la Giunta individui testo e musica, stabilisca in quali ricorrenze e cerimonie debba essere eseguito, nonché le modalità di esecuzione nel rispetto del cerimoniale di Stato per l’inno nazionale della Repubblica.
La commissione, che ha tra le proprie deleghe anche il lavoro, l’occupazione e la formazione, ha approvato a maggioranza (astenuta Vanessa Camani del Pd) il piano delle attività per il 2023 di Veneto Lavoro, illustrato dal direttore Tiziano Barone. L’ente strumentale della Regione gestisce i 39 centri per l’impiego, l’organizzazione dei servizi per il lavoro e i programmi per l’occupabilità (e in particolare il programma GOL del Pnrr) rivolti allo stock complessivo di oltre 320 mila persone disoccupate iscritte alle liste di collocamento.
Quanto al progetto di legge della Giunta in materia di turismo e stanze panoramiche la commissione ha deciso di prendere tempo per ascoltare il parere del Club Alpino Italiano e di Italia Nostra (che hanno presentato domanda), nonché delle rappresentanze di categoria del comparto turistico, e di attendere il parere del Consiglio delle Autonomie locali, prima di procedere con l’esame istruttorio. La modifica legislativa in discussione prevede l’inserimento, tra le strutture realizzabili in ambienti naturali disciplinate dalla legge quadro sul turismo, della nuova tipologia delle stanze panoramiche, definite come “stanze di vetro e legno o altro materiale, anche innovativo, ecosostenibile o comunque di basso impatto, collocate stabilmente sul suolo, caratterizzate da un elevato rapporto tra superficie finestrata e quella del pavimento”. La norma proposta dalla Giunta, se approvata, consentirebbe agli 86 comuni montani del Veneto di autorizzare la realizzazione di stanze panoramiche anche in alta quota, derogando al limite urbanistico dei 1600 metri di altitudine, così come è previsto per malghe, rifugi e bivacchi. Su tale proposta hanno anticipato critiche e perplessità Marzio Favero (Lega-Lv), Andrea Zanoni (Pd), vicepresidente della commissione Urbanistica, e Vanessa Camani (Pd), che ha sollecitato l’ascolto delle associazioni degli albergatori e degli operatori turistici e una attenta valutazione delle osservazioni espresse dalla seconda commissione consiliare.
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