CRV – Presentato a palazzo Ferro Fini il libro di Damiano Marini ‘La musica è nella mia testa’
16 Marzo 2023 16:41
Presentato questa mattina a Venezia, nella sala stampa Oriana Fallaci di palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, il libro ‘La musica è nella mia testa’ di Damiano Marini, ingegnere padovano nato nel 1982, sportivo, atleta paralimpico e scrittore. L’autore, nel 2013, a seguito di un incidente con la motocicletta, ha perso l’uso delle gambe: dopo l’operazione e la lunga degenza ospedaliera, la sua vita è ricominciata all’insegna dello sport. Il libro racconta la vicenda di Valerio: anche per lui, l’incidente segna il momento di un cambiamento totale, sia dal punto di vista delle motivazioni, sia da un punto di vista pratico.
“Damiano e la sua vicenda personale – ha sottolineato il Vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Finco (Lega-LV) nel corso del proprio intervento introduttivo – rappresentano lo spirito della nostra gente che non si arrende mai, che cerca di affrontare le difficoltà le vita e di guardare oltre. Credo che il messaggio dell’autore sia rivolto soprattutto ai giovani, a tutti i giovani, anche a quelli che non vivono momenti di difficoltà: Damiano è un testimone della nostra terra, una sorta di ambasciatore che dovremmo invitare nelle scuole del Veneto ad esporre la sua esperienza. In questo periodo, e soprattutto ora, nel post-covid, le cronache riportano spesso fenomeni di disagio sociale e minorile: potremmo, come Regione, iniziare con lui a organizzare incontri nelle scuole delle nostre province per affrontare temi come il valore della vita, invitando innanzitutto le giovani generazioni a non arrendersi mai. Ricordiamoci cos’era il Veneto: fino a cent’anni fa il nostro era un territorio povero, ma grazie alla forza della nostra gente il Veneto è diventato ciò che vediamo oggi. Sono questi i modelli, sono questi gli esempi che dovrebbero essere fatti conoscere ai nostri ragazzi”.
“La presentazione di questo libro – ha affermato la Capogruppo di Forza Italia Elisa Venturini – rappresenta un’importante opportunità, quella di conoscere da vicino una persona generosa che, raccontando la propria esperienza, sta dando molto di sé agli altri. Chi ricopre un ruolo istituzionale, politico e amministrativo, ha l’opportunità di vivere tante vite, ovvero di conoscere da vicino e toccare con mano tante esperienze diversissime, che arricchiscono e ampliano la sfera della conoscenza. Ma chi non ricopre questi ruoli deve avere l’opportunità di conoscere queste realtà, in particolare l’esperienza di Damiano: conoscere la sua vicenda ci consente di recuperare l’idea di ‘humanitas’ e di ricordare un precetto classico, ‘tutto ciò che riguarda l’uomo mi appartiene’, una sorta di invito che proviene dal passato a non evitare nessuna esperienza umana, a non rifuggire le esperienze, a entrare nella vita delle persone con empatia, e coltivare tutto ciò fin dalla più giovane età e anche quando si diventa adulti. Anche noi, quindi, siamo Damiano Marini, con tutte le nostre fragilità: rivolgo a lui il mio ringraziamento per questo atto di generosità, di sostegno a tutte le persone, per il suo invito a ripartire”.
Il libro narra quindi di come, nella vita di Valerio, il protagonista, si affacci l’avversità della sorte. “Ma non è un’autobiografia – precisa Marini – bensì un racconto che attinge dalla mia esperienza. La scrittura ha il potere di rielaborare la storia e grazie alla scrittura sono riuscito a dare un significato alla mia esperienza, recuperando e rielaborando tutto ciò che è successo, soprattutto le sfumature che si sono perse subito dopo l’incidente a causa dell’emotività di quei giorni: la scrittura ci permette di trasformare le cose negative in qualcosa di bello da cui quale ripartire. C’è tanto di me, nel libro, ma anche tanto di ciò che riguarda tutti: ho rivissuto le mie emozioni, il dolore e la fatica di ripartire, e le dinamiche che mi hanno riguardato sono alla fine le stesse per qualsiasi tipo di difficoltà. È la storia di chiunque si ritrova a vivere un ‘imprevisto’, un incidente o un fallimento: ho certo di raccontare quei sentimenti, e ai ragazzi ai quali ho già presentato questo libro nelle scuole ho detto: io sono Damiano e mi mostro per quello che sono. Chiamo forza la speranza, e la contrappongo all’illusione, che ci spinge a credere che ciò che ci è stato tolto ci dovrebbe essere restituito per diritto, e alla lunga tutto ciò ci fa stare male. Invece la speranza è cercare di recuperare qualcosa, e nel mio caso, io ho cercato di continuare a vivere la normalità. Fondamentale in questo senso lo sport, che ho iniziato a praticare innanzitutto per divertirmi, non solo e non tanto per la medaglia, ma per imparare dalla pratica sportiva ciò che è importante nella vita di tutti i giorni, in particolare dal mondo paralimpico che ci permette stare assieme a tutti gli altri: lo sport unisce e dà un nuovo equilibrio”.
“La Regione può svolgere un compito che giudico di fondamentale importanza – ha aggiunto Silvana Santi, nome noto dello sport patavino, a lungo Presidente di Assindustria Sport e attuale Presidente della Civitas Vitae Sport Education – perché abbiamo dei ragazzi sani, fantastici, ricchi di valori, ai quali bisogna far conoscere esperienze e testimonianze come quella di Damiano, in un momento in cui stiamo perdendo la cultura dello sport e diminuisce la pratica sportiva presso i giovani”.
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