“Nel bene o nel male, Il coraggio di scegliere”, il viaggio che svela l’ignoto e vince la paura
31 Marzo 2023 14:18
Nella premessa del suo secondo romanzo, “Nel bene o nel male, Il coraggio di scegliere”, pubblicato da Europa Edizioni, Giuseppe Sartori riflette sul significato del viaggio: può essere inteso come semplice spostamento necessario a raggiungere uno scopo, dettato dal dovere, come per esempio una trasferta di lavoro; ci sono invece quei viaggi che si affrontano per piacere, durante le vacanze, per sfogare lo stress e godersi qualche giorno di spensierato riposo. L’autore non manca di sottolineare che i viaggi possano essere anche interiori, spirituali, dunque che non sempre prevedano spostamenti verso altre mete: il movimento che il viaggiatore compie in questo sentiero astratto è all’interno di se stesso, per poter acquisire consapevolezza e forza di volontà.
Esiste poi un ultimo tipo di viaggio: quello che si dirige verso l’ignoto, che nasce dal desiderio di imparare qualcosa di nuovo, di mettersi alla prova e scoprire ciò che ancora non si conosce. Non tutti affrontano questo cammino, c’è chi potrebbe non sentirne mai la necessità e chi invece rimane bloccato dalla paura, perché questo è il duplice potere dell’ignoto: quello di attrarre ma anche di spaventare, mettendo alla prova le convinzioni di chi lo fronteggia. L’autore promette ai lettori la storia di un viaggio del genere, che lui stesso definisce “dell’avventura”. Non solo Giuseppe Sartori mantiene questa sua promessa, ma fa anche di più: attraverso i diversi punti di vista dei suoi personaggi, racconta un viaggio che sembra racchiudere quasi tutte le caratteristiche che cita nell’antefatto, sia d’avventura che interiore nel modo in cui si riflette sui protagonisti che lo intraprendono, spinti a compiere scelte decisive e inevitabili durante lo svolgersi della narrazione; un sentiero percorso verso un preciso obbiettivo però nascosto dietro volti e dinamiche oscure.
Questo secondo romanzo di Giuseppe Sartori riprende dove si era interrotta la sua opera precedente, “Torino non dorme mai”, concentrandosi sulle indagini di due dei personaggi del suo primo lavoro, che in questo nuovo capitolo diventano protagonisti della narrazione. Sebbene i due romanzi siano strettamente collegati, la trama di “Nel bene o nel male, il coraggio di scegliere” risulta esaustiva e godibile anche senza conoscere le premesse raccontate nel primo capitolo di questa saga: senza dubbio però lascia al lettore la curiosità di scoprire i legami tra le due opere, la prima ambientata a Torino, la seconda a San Francisco. Due città intrise di esoterismo, che secondo le leggende si trovano ai vertici del triangolo della magia nera con Londra come terzo punto (che viene da supporre e sperare che possa in futuro essere l’ambientazione per un terzo capitolo della saga).
Amanda e Dante sono due dei protagonisti delle vicende, agenti di polizia di Torino in viaggio verso San Francisco, la narrazione segue le loro indagini sul traffico illecito di opere d’arte che li porta oltreoceano. Amanda è giovane, vivace, affronta quel viaggio come un’avventura, spinta dalla sua marcata curiosità che sembra essere motivo di ogni sua azione: questa caratteristica si riflette nell’impulsività delle sue scelte e nel suo procedere velocemente, talvolta in maniera incauta, verso il suo scopo. Dante è un ispettore navigato, meno avvezzo della collega al viaggio e questo si capisce fin dalle prime pagine, in cui manifesta la sua paura dell’aereo. Se lei procede spedita e curiosa come una lepre in quel percorso che intraprendono insieme, lui è invece una tartaruga: il suo passo lento non è però un difetto, il fardello di quel suo guscio è forte degli anni di esperienza che Dante ha accumulato nella sua carriera, che lo rendono cauto e vigile, mai impreparato.
L’autore delinea i loro caratteri in maniera scrupolosa, suscitando empatia per personaggi che, seppur fittizi, risultano plausibili e realistici senza mai sfiorare stereotipi o caricature, e soprattutto è molto credibile il modo in cui i personaggi interagiscono tra loro: ogni aspetto della loro personalità è individuabile nei loro dialoghi o nei gesti che compiono, la curiosità di Amanda la spinge a parlare di San Francisco e della realtà che ha intorno, a sperimentare metodi più audaci rispetto al collega suo superiore, ma anche più pericolosi; Dante invece ricorda spesso Torino, fornendo al lettore anche dei dettagli riguardanti le sue precedenti esperienze, racconta che quando parla con stranieri e turisti, si trova spesso a sentir tessere le lodi della sua città così ricca di potenziale, e dice di averne imparato ad apprezzare anche la nebbia, descrivendo la Mole Antonelliana che si staglia dalla foschia, il castello del Valentino e le Alpi innevate che abbracciano lo sfondo. “Beh, adesso godiamoci la California”, risponde Amanda in una delle loro conversazioni, e in effetti le dettagliate ma leggere descrizioni che arricchiscono la narrazione sono una pennellata di colore sullo sfondo di una trama thriller, che ruota attorno al traffico illecito di opere d’arte e che, in più punti, si macchia di sangue.
Non sono solo i protagonisti a vantare una caratterizzazione così dettagliata, ma tutti i personaggi che prendono parte alla storia hanno uno spessore: eroi, antieroi e antagonisti hanno lo stesso peso, non sbilanciano la trama ma la completano con i loro punti di vista. Ognuno ha i propri motivi che lo spingono, i propri dilemmi e vizi: affrontando questo viaggio, tutti si troveranno a fare i conti con i propri errori, anche Amanda, la cui curiosità diventa pericolosa per lei stessa e per l’indagine. C’è chi paga un altissimo prezzo per le proprie azioni, a volte cambiando percorso e punto di vista, redimendosi o perdendosi, altre volte perdurando nella propria strada fino alla rovina. C’è chi invece può vantare una maggiore stabilità di fronte alle prove a cui viene sottoposto dal suo viaggio, e forse Dante, col suo procedere cauto e la sua saggezza, dimostra che il suo metodo è affidabile e sicuro: che la lentezza non sia sinonimo di debolezza e prendersi il tempo di riflettere sinceramente su se stessi, suoi propri vincoli e le proprie qualità, non sia mai uno spreco di tempo. D’altronde, la curiosità di Amanda potrebbe essere l’elemento che spinge l’indagine verso la sua risoluzione: una forza inarrestabile, libera dalla paura e fortemente impulsiva.
È proprio questa sostanziale differenza tra i due personaggi che invita a riflettere su come ognuno affronti le prove sul suo cammino con i propri metodi, diversi, sì, ma non per questo più o meno efficaci degli altri. Spesso si paga il prezzo degli errori, ma nessun percorso è sbagliato a prescindere, a meno che non si intraprenda con intenzioni malevole.
A Dante nel corso della narrazione vengono affidate diverse riflessioni sul bene e sul male, “Per questo le chiamano bestie di Satana”, racconta Giuseppe Sartori nelle pagine del suo romanzo, facendo parlare il suo personaggio a proposito dell’immoralità di certi individui: “perché non hanno sentimenti come i nostri, sono vuoti di ideali puri, hanno venduto l’anima al Diavolo. E ricorda bene che il Diavolo è latente in ognuno di noi.”
Con queste parole, asciutte ed efficaci, spiega che il male non dipende dall’influenza esterna di un demone con corna e tridente, ma è intrinseco in ognuno di noi, si può dominarlo o lasciare che prenda il sopravvento: chi sceglie consapevolmente il male e rinuncia alla morale non è un semplice delinquente, ma assume i contorni di un vero e proprio mostro.
“Nel bene o nel male, Il coraggio di scegliere”, è un romanzo Thriller che tiene col fiato sospeso, riempie gli occhi di immagini dettagliate e realistiche che hanno il potere di tenere il lettore incollato alla pagina, senza mai fargli mancare nessuna informazione e al contempo senza mai risultare pesante. Un “viaggio d’avventura” come promesso dall’autore, ricco anche di pensieri profondi e introspezioni, che avvalorano il romanzo con importanti spunti di riflessione oltre all’intrattenimento che offre la sua trama.
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