“Io & il cane (e poco altro)”, una vita piena di sorprese con uno speciale amico a quattro zampe
22 Maggio 2023 18:25
Due specie fatte per comprendersi senza parlare la stessa lingua, fatte per amarsi incondizionatamente e vegliare ogni giorno l’una sull’altra, in un legame che perdura dall’alba dei tempi: l’uomo e il cane, migliori amici per antonomasia, sono i protagonisti del romanzo d’esordio di Dimitri Arzenton, dal titolo “Io & il cane (e poco altro)”, pubblicato per il Gruppo Albatros il Filo.
L’autore, ritrovatosi padrone “per forza” di Lapo, racconta le avventure e le disavventure più significative della loro vita insieme, tra momenti di complicità e di relax, giochi, sfide e molto altro. Mai nella vita Dimitri Arzenton si sarebbe aspettato di ritrovarsi con il muso rossiccio e bianco di un cane sempre pronto ad annusarlo. Sin dall’introduzione è lui stesso a scrivere, a chiare lettere “ho sempre saputo, ad esempio, che mai mi sarei preso la responsabilità di avere un cane”. La sua, dopotutto, era sempre stata una vita accompagnata dagli animali “degli altri”, di una zia, di un parente o di un amico. La vita però è capace di sconvolgere i piani e abbattere le convinzioni con facilità impressionante, ed è per questo che, in una fredda mattina di dicembre, Lapo arriva a casa.
“Fu un’idea di mio fratello, e della sua ragazza dell’epoca, recarsi al canile e innamorarsi di quell’esserino dall’espressione dolce ma decisa, ricoperto da un pelo fulvo già abbastanza folto, interrotto all’altezza del naso da una vistosa chiazza bianca”, racconta l’autore, dipingendo, in brevissime pennellate, l’istante in cui si crea un’alchimia. Anche in questo caso il suo punto di vista è chiaro e netto: non ha intenzione di occuparsene, non gli appartiene. Ma forse dentro di lui era già scattato ciò che avrebbe, in pochissimo tempo, abbattuto ogni barriera tra lui e il nuovo arrivato di casa Arzenton.
Riempiono il cuore di tenerezza i racconti delle prime settimane insieme, tra giochi, marachelle e equilibri di potere che rischiano di pendere con facilità a favore del quadrupede: Lapo sa essere infatti testardo e irremovibile nelle sue decisioni, tanto che per i suoi amici umani diventa necessario, tante volte, piegarsi per trovare un compromesso.
Quando un cane entra a far parte di una famiglia, la vita cambia radicalmente: nuovi orari, ritmi e abitudini da rispettare – Arzenton racconta divertito come Lapo si indispettisse quando uno dei membri della famiglia non rispettava gli orari o rincasava più tardi del previsto – piccoli litigi e situazioni più o meno complicate con le quali fare i conti. Un cane è una presenza di fronte alla quale non è possibile rimanere tiepidi, è piuttosto una figura a tutti gli effetti filiale o fraterna verso la quale si indirizzano attenzioni, affetto e preoccupazioni: tutte quelle implicazioni emotive che l’autore aveva vanamente cercato di tenere a distanza con il suo “ricordati che questo è il TUO cane”, ripetuto più volte al fratello.
Ecco che invece le cose cambiano più in fretta del previsto: il fratello decide di cambiare casa, trasferendosi nella località balneare delle vacanze in famiglia. Il cane, però, deve rimanere con la famiglia in città. Il legame tra l’autore e il piccolo Lapo si rinsalda proprio in quel momento, nel tentativo dell’uomo di consolare l’afflitto quadrupede dalla mancanza di colui che aveva eletto a padrone. “Al quarto giorno successe qualcosa di nuovo” spiega l’autore, raccontando un importantissimo punto di svolta nel suo rapporto con Lapo “Stavo suonando e non mi accorsi immediatamente che il cane si era piazzato al fianco del seggiolino, silenzioso, a fissarmi con un’attenzione diversa dal solito. Decisi di non smettere subito col pianoforte e di aspettare una sua mossa, più che altro per timore di fare o dire qualcosa di sbagliato che l’avrebbe rimandato sotto il letto. Mi limitai quindi a dargli un’occhiata, fintamente distratta. Che per lui invece fu un segnale sufficiente. Saltò sul mio seggiolino e in un equilibrio instabile, visto che si appoggiava sulle mie gambe, mise una zampa sulla mia spalla tenendo fermo lo sguardo dritto nei miei occhi. A vederla da fuori, con un po’ di fantasia, poteva sembrare la scena di un’investitura, di quelle medievali, quando il nobile ed eroico cavaliere appoggiava la sua spada sulla spalla del prescelto e, tra le formule di rito, ne dichiarava il nuovo status. Onori e oneri trasferiti con un semplice contatto, ma solenne: sì, era proprio il mio caso!”
È facile lasciarsi coinvolgere dai vividi racconti dell’autore, capace di evocare con semplicità e un lampo di ironia scene di vita quotidiana emozionanti e suggestive. Da lettori accogliamo con il sorriso e una punta di meraviglia la decisione di Lapo di cambiare padrone, decisione che lo stesso autore non può in alcun modo contrastare. Ormai accerchiato, circondato dal cane, niente e nessuno avrebbe più potuto salvarlo dal suo destino “a sei zampe”: ancora una volta è proprio Lapo a prendere in mano – si fa per dire – la situazione, impegnandosi affinché il suo umano si sentisse sereno e a suo agio con il nuovo ruolo che aveva assunto nella sua vita.
Questo è soltanto l’inizio di una storia d’amore lunga diciassette anni. E come in ogni storia d’amore, se l’inizio è un attimo, un lampo in cui tutto si fa chiaro, bisogna poi essere in grado di tenere vivo il bagliore affinché illumini anche la notte più buia, a qualunque costo. Lapo è infatti amico e avversario, alleato incorruttibile e furfante capace di sfuggire al migliore dei recinti pur di guadagnarsi una passeggiata in solitaria. Non mancano gli aneddoti che illustrano schiettamente quanto possano essere imprevedibili alcune circostanze insieme al proprio cane: certo Dimitri Arzenton ne ha un’ampia scorta da offrire ai suoi lettori, e siamo sicuri, d’altra parte, che se dovesse raccontarli tutti basterebbero a comporre un’intera trilogia, forse di più.
Gli aneddoti narrati da Arzenton costituiscono, nel loro insieme, le tante tessere di un affascinante mosaico, capace di svelare la vita segreta di un cane “al di sopra di ogni sospetto” e di strappare al lettore una sonora risata, un sospiro di sollievo dopo attimi di tensione o perché no, una lacrima di emozione e commozione. Accanto alla personalità notevole, sgargiante di Lapo, che sembra voler concentrare su di sé tutta l’attenzione del lettore, si accosta la vita di Dimitri, in tutti i cambiamenti che quegli anni hanno significato anche per lui. Un nuovo approccio agli hobby, al windsurf – pur senza mai rinunciarvi – al pianoforte e poi l’arrivo inatteso del Covid, durante il quale si è reso necessario trovare tutto un nuovo ritmo e nuovi modi di trascorrere il tempo – alcuni non particolarmente graditi al “bestio”, come lo chiama scherzosamente l’autore.
Nulla, di questi anni di vita insieme, viene tralasciato: nemmeno l’ultimo saluto. È con profonda commozione che l’autore si accomiata dal suo amico a quattro zampe, stringendo a sé il mare di ricordi che hanno creato insieme: migliaia di chilometri a camminare, centinaia di giorni a giocare, chili di pelo e di amore che non possono in alcun modo essere rimossi. Anche noi, come lettori, non possiamo che sentirci profondamente commossi da questa storia, nella quale chiunque abbia un animale domestico potrà identificarsi. Potremmo consigliare questo libro, in particolare, a chi come l’autore stesso cerca piuttosto di tenersi a debita distanza dalle responsabilità che un cane comporta: forse tra le pagine di “Io & il cane (e poco altro)” troverà quella stessa spinta per cambiare idea, lasciandosi travolgere da un amore capace davvero di cambiare la vita.
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