“Baleno e Bimba Fatina”, un’emozionante fiaba nata dall’incontro tra mondi apparentemente opposti
31 Maggio 2023 15:48
Ci sono dei momenti, nella vita, così importanti da restare indelebili nella nostra memoria. Incontri decisivi che cambiano il flusso delle nostre scelte e sogni nel cassetto talmente forti che aspettano, anzi fremono, di essere realizzati.
Ma come si realizza il sogno di una vita? Quali sono gli obiettivi per i quali vale la pena di lottare? E soprattutto come carburare il motore che ci spinge a realizzarli?
Gian Maria Borghi, in questa sua opera prima dedicata ai bambini, “Baleno e Bimba Fatina” (Gruppo Albatros Il Filo, novembre 2022) ci risponde non con descrizioni ermetiche o con paradigmi astrusi e contorti, ma mostrandoci con spontanea semplicità il volto reale delle cose.
Una fiaba semplice, arricchita da un drappo sottile di magia e di sogno.
La prosa lineare e candida è come una pioggia sottile, avvolgente, che ricopre e impregna di leggerezza il cuore dei suoi lettori. Le parole usate dall’autore sono disposte con ordine e attenta maestria come le note su uno spartito, creando un coinvolgente racconto che suona come una melodia.
Ogni singolo dettaglio è ideato, misurato e dedicato ai piccoli lettori, con meravigliosi disegni che incorniciano elegantemente le pagine. L’autore ha scelto di lasciarli in bianco, con lo scopo di tenere il pubblico più giovane incollato al libro, invogliandolo così a prendere un pastello in mano e a riempire con i colori dell’arcobaleno le spettacolari vicende di Baleno e Bimba Fatina. Si combinano così tra le pagine il gioco, la fantasia e il colore.
I sentimenti che questo racconto trasmette ci aiutano a scalfire quelle dinamiche personali, a volte ciniche, a cui siamo ormai fin troppo abituati.
La storia ci accompagna attraverso una importante elaborazione e realizzazione emotiva, lasciandoci a fine lettura una sensazione di dolcezza, che ci rimane impressa come accade con un gradevole cioccolatino appena mangiato.
Il punto di vista attraverso il quale la storia si dipana è quello, più che mai singolare, di un piccolo di balena che muove i suoi primi passi, o meglio, le sue esili pinne nello sconfinato oceano della vita.
Il cucciolo cresce cullato tra le onde azzurre e cristalline, accarezzato dai rami colorati e ondeggianti delle gorgonie e protetto dal caloroso affetto di mamma balena.
Curioso, intraprendente e sensibile, Baleno è un sognatore nato!
Ben presto, però, quella pozza d’acqua celeste, che prima sembrava così limpida, infinita e traboccante di vita, ora appare stretta, soffocante e vuota. Al nostro fiabesco protagonista non basta più la vita che il destino ha disegnato per lui: il mare, ormai sterile specchio torbido, non è più sufficiente. Allora, su forza! Alla conquista del cielo.
Il trabocchetto, nel quale il nostro incallito sognatore rischia di cadere è quello che più comunemente inganna tutti noi: la trappola dell’accontentarsi che scatta tramite il ben oleato meccanismo della paura di fallire. I nostri pensieri, genitori delle nostre azioni, ci permettono di realizzare cose incredibili e meravigliose, delle quali, spesso, non siamo neanche consapevoli. La nostra mente ha però un lato oscuro, un meccanismo di difesa, così scaltro ed efficace che entra in gioco anche senza il nostro permesso. Per “salvarci” da un possibile dolore ci limita, ci ingabbia e ci soffoca, togliendoci il coraggio di rischiare. Finiamo perciò con il lasciarci condizionare dallo schema della nostra società, il quale ci impedisce di allontanarci troppo dal modello prestabilito. Il risultato è che spesso, a causa di ciò, non abbandoniamo mai il porto saldo che sentiamo così sicuro.
Il nostro “balenottero” non è così e con impegno, riesce a sfuggire a questo raggiro. Con la stessa ingenuità e purezza di un bambino che sta imparando a camminare lui andrà avanti, non importa quanti fallimenti troverà sulla sua strada. Cade, si rialza e torna a puntare alla meta che desidera e che sa di poter raggiungere.
Baleno e Bimba Fatina non sono come quei piccoli pesci rossi rinchiusi in una triste e monotona boccia di vetro, sono al contrario vivi, coraggiosi, e soprattutto implacabilmente liberi.
Nessun ostacolo li potrà mai fermare, perché la loro voglia di uscire fuori dagli schemi sarà sempre più forte della paura del fallimento e del timore del giudizio degli altri in caso di sconfitta.
L’arte di sognare radicata nei due protagonisti è ciò che li unisce, sin dall’infanzia, attraverso una reminiscenza permanente, un intreccio che diventa impossibile da scalfire e che si trasforma presto in un abbraccio eterno e inscindibile.
Un’amicizia, la loro, che nasce in un’istante ma che non muore mai.
Forse è questo il significato ultimo che l’autore generosamente ci regala; serve solo un tocco, lo sfiorarsi con le dita, basta davvero così poco per amarci davvero.
Non parliamo di quel tipo di amore che ritroviamo nei film romantici al cinema o nei programmi in televisione, al quale però tutti noi aspiriamo tra battiti tormentati e profondi sospiri. L’amore che incontriamo in questo libro è di tutt’altro genere. Un sentimento intenso, quasi inspiegabile, ma in grado di unire in un amore fraterno e illimitato tutta l’umanità.
Una verità semplice ma stravolgente, è questo il tesoro più prezioso e il traguardo più alto di qualsiasi stella o nuvola del cielo. Quando due anime come quelle di Baleno e Bimba Fatina si incontrano, incidono un’impronta profonda nell’anima. L’insegnamento che ci lasciano ha il sapore di qualcosa che conoscevamo da tempo, ma che abbiamo trascurato e dimenticato. Un messaggio sussurrato che porta in grembo il ruggito di una verità messa a tacere troppo a lungo.
Ne risulta il senso primo di un affetto senza confini, smisurato, che non si stanca mai di dare, di offrire tutto senza mai chiedere o pretendere qualcosa in cambio. Una passione che distrugge le elevate barriere che abbiamo eretto e i troneggianti e imprevisti ostacoli che la vita ci pone di fronte.
Un processo interiore così profondo ed estremo che porta allo spogliarci dalle inconcludenti sovrastrutture nelle quali siamo rinchiusi, dai freddi formalismi dietro i quali ci mascheriamo e soprattutto dallo spietato egoismo che tortura allo stesso tempo noi e chi ci sta accanto. Non saremo mai felici finché non riusciremo a svuotarci totalmente da noi stessi, per avere abbastanza spazio per accogliere l’altro, è questo ciò che Gian Maria Borghi, con premura e con parole di piuma teneramente ci mostra.
Quello che ci stiamo perdendo, a causa della nostra testardaggine “da adulti”, i due protagonisti lo stanno vivendo a pieno, in una bolla d’amore in perpetuo volo oltre il mondo, nello spazio blu sconfinato tra l’instancabile danza di stelle lucenti e la caduta di fluttuanti nastri dorati.
Baleno e Bimba fatina hanno tanto da insegnare, non soltanto ai più piccoli, ma soprattutto agli adulti: spesso infatti, quando si cresce, si rimane bloccati al di là del gigantescomuro di indifferenza che abbiamo edificato, dietro al quale viviamo fin troppo comodi nel nostro piccolo, tiepido e ombroso stagno di solitudine.
La meraviglia dei bambini è l’arma più efficace per distruggere questo ostacolo, ciò che permette di credere che nulla sia del tutto perduto. È per loro che esistono fiabe bellissime e intramontabili come “Baleno e Bimba Fatina”: finché resteranno saldi l’importanza dei valori, dei sentimenti e dello stupore per le cose più semplici, la speranza non smetterà mai di brillare.
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