Consiglio Veneto approva il Progetto di legge statale n. 33
06 Settembre 2023 08:54
Il Consiglio regionale del Veneto, nel corso della seduta odierna, ha approvato con 38 voti favorevoli e 5 astenuti, il Progetto di legge statale n. 33, illustrato in Aula dal primo firmatario, il Vicepresidente dell’Assemblea legislativa Nicola Finco (Lega-LV) – correlatore, la capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani, designata oggi dalla Prima commissione al posto della Consigliera Chiara Luisetto (Pd) – che propone la modifica del Decreto legislativo n. 155/2012, relativo alla nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero e che ha riformato le circoscrizioni giudiziarie italiane. La riorganizzazione ha comportato, di fatto, la soppressione di diverse sedi di tribunale e delle relative procure della Repubblica in tutto il territorio nazionale. In Veneto, in particolare, sono state coinvolte le sedi di Bassano del Grappa, Cittadella, Este, Adria, Castelfranco Veneto, Conegliano, Montebelluna, Chioggia, Dolo, Portogruaro, San Donà di Piave, Pieve di Cadore, Legnago, Soave e Schio.
La materia era stata oggetto di una proposta di referendum abrogativo promossa dalla regione Abruzzo nel 2013, dichiarata inammissibile dalla Corte Costituzionale. Peraltro, come ricordato dal relatore, che ha posto l’accento sulla situazione dell’area bassanese e pedemontana, “La concentrazione dell’attività giurisdizionale presso i capoluoghi di provincia, e la conseguente soppressione delle sedi decentrate, ha reso più gravoso l’accesso alla giustizia anche a causa, molto spesso, della conformazione ed estensione territoriale. Si aggiunga che l’attuata riforma, che ha come presupposto il contenimento della spesa pubblica e una migliore organizzazione territoriale degli uffici, non ha prodotto né una minore spesa, né una migliore resa soprattutto in termini di accelerazione dei procedimenti giudiziari”. Il Pdls n. 33 riprende una proposta depositata dalla regione Lombardia, volta a modificare il sistema delineato dal D. Lgs. n. 155/2012 introducendo una disposizione che conferisce alle Regioni la possibilità di richiedere al Ministero della Giustizia, mediante apposite convenzioni, il ripristino del servizio delle funzioni giudiziarie nelle sedi soppresse o la costituzione di nuovi tribunali e delle relative procure, sempreché il nuovo circondario abbia una popolazione residente di almeno 100.000 abitanti, prevedendo misure di salvaguardia per i procedimenti pendenti. Sono a carico della Regione le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza delle strutture; rimangono a carico dello Stato le spese relative alle retribuzioni dei magistrati e del personale amministrativo e di polizia giudiziaria. Considerazioni analoghe, con ulteriori riflessioni sullo stato della giustizia in generale e di prossimità in particolare, sono state sviluppate anche dai Consiglieri Giuseppe Pan, Francesca Scatto, Roberto Bet e Marco Dolfin (Lega-LV) ed Enoch Soranzo (FdI).
Il correlatore Camani – che durante la dichiarazione di voto ha annunciato l’astensione del gruppo Pd – ha ricordato come la “Riforma della geografia giudiziaria e la soppressione delle sedi giudiziarie distaccate sia intervenuta nel 2012, in una situazione politica ed economica particolare, nel contesto della spending review; oggi, la rimodulazione degli uffici giudiziari e dell’assetto geografico della giustizia sulla base del principio di prossimità è già all’esame del Senato, stimolata dagli interventi del Ministro Nordio e dalle richieste di altre regioni e dei territori. Per quanto riguarda il Veneto, peraltro, questa proposta di ridefinizione geografica della giustizia sembra mal conciliarsi con la riorganizzazione territoriale del Veneto per ambiti omogenei, omogeneità che però, assume un valore diverso per le funzioni giudiziarie”. Altro aspetto toccato dal correlatore, la situazione complessiva del personale dei Tribunali: “Al Tribunale di Venezia la carenza di assistenti giudiziari è del 41,8%, del 40% a Padova, 36,8% a Rovigo, 35% a Treviso, 31,9% a Vicenza, 27,8% a Belluno, 27,1% a Verona, carenze da cui derivano i ritardi della giustizia e che spingono a una richiesta di ‘giustizia di prossimità’ che investe tutti i cittadini del Veneto”. Il vicecapogruppo del Pd Jonatan Montanariello ha posto l’accento sui destini non solo dei tribunali dell’area veneziana, ma anche delle altre aree del Veneto, sottolineando le difficoltà legate alla possibilità che la proposta di riapertura delle sedi di tribunale non abbia riflessi finanziari – come previsto dalla proposta legislativa – temi sollevati anche dai colleghi dem Andrea Zanoni e Chiara Luisetto, dalla capogruppo de Il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel e dal portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni.
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