Consiglio Veneto in prima linea per la prevenzione cardiovascolare
14 Novembre 2023 15:35
Dopo l’iniziativa che ha visto coinvolti i deputati romani della Camera e alcune piazze italiane, prosegue in Veneto la campagna di sensibilizzazione per accendere i riflettori sull’importanza della prevenzione cardiovascolare.
Oggi, a palazzo Ferro Fini, è stata presentata una iniziativa di sensibilizzazione della cittadinanza sull’ipercolesterolemia come fattore di rischio delle patologie cardiovascolari, con gli interventi del presidente della Quinta commissione consiliare, competente in materia sanitaria, Sonia Brescacin, del professor Alberto Zambon, lipidologo, docente universitario dell’Università di Padova, uno dei più grandi esperti di problematiche vascolari legate al sedimento dei lipidi sulle pareti arteriose; e del dottor Claudio Bilato, Direttore Cardiologia, Ospedali dell’ Ovest Vicentino e Presidente dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) della Regione Veneto.
L’appuntamento odierno si inserisce nell’ambito della campagna di sensibilizzazione lanciata a livello nazionale in occasione della ‘Giornata Mondiale del Cuore’, che ha visto coinvolti alcuni deputati della Camera. Un’iniziativa promossa da ‘Novartis’, Associazione Italiana ‘Scompensati Cardiaci’ (AISC) e Fondazione Italiana ‘Per il Cuore’ (FIPC), nata con l’obiettivo di accendere i riflettori sull’importanza della prevenzione cardiovascolare, proprio a partire dal ‘cuore’ delle istituzioni, per sostenere strategie e interventi mirati ad affrontare la crescente incidenza delle malattie cardiache e ribadire l’importanza del monitoraggio del profilo lipidico come uno dei principali strumenti di prevenzione per le malattie cardiovascolari.
Il presidente della commissione consiliare Sanità, Sonia Brescacin (Lega- LV), ha subito evidenziato come “un cittadino veneto su dieci presenta livelli di colesterolo oltre i limiti. Le evidenze scientifiche ci dimostrano in modo inequivocabile come sia forte il rapporto causale tra elevati livelli di colesterolo ed eventi cardiovascolari. È quindi fondamentale svolgere un’adeguata attività di prevenzione, per poter rispettare i livelli lipidici che le Organizzazioni internazionali e le Linee guida delle società europee di cardiologia hanno posto come obiettivo”.
“La Regione del Veneto – ha ricordato Brescacin – è molto attiva sul fronte della prevenzione cardiovascolare, nonché per consentire una presa in carico adeguata dei pazienti, guidandoli lungo un percorso di cure che possa garantire loro la migliore qualità di vita possibile. In particolare, con l’adozione del Piano di Prevenzione Regionale 2020- 2025, la Regione, grazie a specifici programmi, ha dedicato ampio spazio e molteplici azioni alla promozione di corretti stili di vita nell’ambito della socialità, per consentire ai cittadini veneti di prevenire le malattie correlate. Credo soprattutto che sia strategico sensibilizzare i giovani verso corretti stili di vita, anche ricorrendo ai moderni strumenti tecnologici, non solo con iniziative nelle scuole e nelle università, ma in tutti gli spazi di socialità. Fondamentale è altresì sviluppare una rete regionale, incentivando la collaborazione tra medici di medicina generale, specialisti e infermieri di territorio”.
Il professor Alberto Zambon, nel ricordare di essersi sempre occupato di “malattie metaboliche e, in particolare, di colesterolo e prevenzione cardiovascolare”, ha sottolineato che “le malattie cardiovascolari costituiscono la prima causa di morte, in Italia e in tutto il mondo occidentale. Il colesterolo è indubbiamente il fattore di rischio chiave che aumenta le possibilità di andare incontro a problematiche coronariche, cerebrovascolari, e a malattie delle arterie periferiche. Prima conosciamo i livelli di colesterolo, prima riusciamo a prevenire, trattando l’insorgenza di queste patologie. Faccio presente che il colesterolo ‘cattivo’, quello LDL, è un killer silenzioso in quanto, se è vero che normalmente viene eliminato dal fegato, tuttavia, se presente in quantità eccessiva, si può accumulare sotto il rivestimento delle pareti arteriose, ingenerando processi infiammatori e incrostazioni delle arterie. Bisogna misurare quindi il livello di colesterolo cattivo nel sangue e avere sempre conoscenza, soprattutto dopo i 40 anni, del proprio profilo lipidico”.
“Uno stile di vita non corretto indubbiamente porta a un incremento o a una alterazione dei livelli di colesterolo e, in particolare, dei trigliceridi, che è l’altra classe di lipidi presente nel sangue – ha aggiunto il prof. Zambon – Mentre una dieta adeguata, ben fatta, povera di grassi saturi e ricca di grassi polinsaturi, nonché l’attività fisica regolare, aiutano a tenere sotto controllo il livello di colesterolo, incidendo per l’8- 10 %. Tuttavia, nei confronti di pazienti con patologie cardiovascolari in atto, è necessario agire anche con un approccio farmacologico per ridurre sensibilmente i livelli di colesterolo”.
“Una corretta gestione del paziente sul territorio, come nel caso dell’ipercolesterolemia, non solo garantisce un controllo costante dei livelli di colesterolo, ma permette anche un coinvolgimento più attivo del paziente nel proprio percorso di cura – ha concluso il prof. Zambon – Questo, supportato da un’adeguata assistenza medica sul territorio, favorisce la conformità al trattamento nel lungo termine, riducendo così il rischio di eventi avversi e ottimizzando l’efficacia complessiva della gestione della malattia”.
Per il dott. Claudio Bilato “è fondamentale la prevenzione secondaria della cardiopatia ischemica, che ancora oggi rappresenta la prima causa di morte in tutto l’Occidente. Bisogna agire su più livelli, questo ormai lo abbiamo compreso bene: sicuramente, il controllo del colesterolo costituisce un fattore fondamentale, in quanto il colesterolo LDL, cosiddetto ‘cattivo’, causa la malattia arteriosclerotica, quindi l’infarto. Bisogna agire in modo molto aggressivo per tenere bassi i livelli di colesterolo LDL, soprattutto nei pazienti che hanno già avuto un evento coronarico e che presentano quindi un rischio più elevato di avere una ricorrenza dell’evento. Occorre quindi intervenire, non solo con un supporto igienico- alimentare e con l’esercizio fisico, ma soprattutto con un approccio farmacologico. Oggi abbiamo sicuramente farmaci molto efficaci per abbassare i livelli di colesterolo LDL, che in qualche modo inibiscono la produzione e aumentano la capacità del fegato di pulire il sangue dalle lipoproteine a bassa densità che veicolano il colesterolo LDL. Questi farmaci vanno utilizzati perché è fondamentale la prevenzione, soprattutto nei confronti di pazienti con infarto del miocardio, più esposti a ricorrenze dell’evento. Oltre al colesterolo, ci sono poi fattori favorenti le malattie cardiovascolari: l’ipertensione arteriosa, il fumo, il diabete, la mancanza di attività fisica (si consigliano almeno 30 minuti al giorno di movimento)”.
“Destano preoccupazione – ha ribadito il dott. Bilato – i dati riferiti alle conseguenze della malattia aterosclerotica vascolare, che riconosce come fattore causale i livelli elevati di colesterolo. Le malattie cardiovascolari continuano a rappresentare la principale causa di morte a livello mondiale, superando i decessi causati da tutte le forme di cancro. Tuttavia, grazie all’utilizzo di tecnologie recentemente introdotte nella pratica clinica e di strategie farmacologiche innovative, è possibile intervenire in modo preventivo riducendo sostanzialmente l’incidenza di eventi cardiaci avversi. Sostenere un impegno collettivo per sensibilizzare su questi rischi può giocare un ruolo fondamentale nel ridurre significativamente l’incidenza di tali problemi e nel preservare molte vite umane”.
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