Summit Europeo delle Regioni a Mons (Belgio)
19 Marzo 2024 16:51
Il 18 ed il 19 marzo la città di Mons, in Belgio, ha ospitato il decimo Summit Europeo delle Regioni e delle Città. Organizzato dal Comitato Europeo delle Regioni, l’istituzione che rappresenta in Europa la voce e le istanze degli Enti Locali e Regionali, insieme alla Regione vallona e alla Presidenza belga del Consiglio dell’Unione europea, il vertice europeo – che coincide con il 30º anniversario del Comitato europeo delle regioni – ha offerto una nuova prospettiva su temi al centro delle preoccupazioni dei cittadini, dalla democrazia allo sviluppo sostenibile, dal futuro dell’Unione europea e il suo allargamento, alla necessità di garantire la coesione sociale, economica e territoriale, fino alla gestione delle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina. L’opportunità, sia per i membri del Comitato delle Regioni che per tutti i rappresentanti di Regioni e autorità locali, è stata quella di incontrarsi e confrontarsi su temi di interesse comune, scambiando opinioni ed esperienze, alla vigilia delle elezioni europee del prossimo giugno. “Il livello di fiducia riposto nei rappresentanti locali e regionali è un primo passo verso la costruzione di risposte comuni. L’appuntamento di Mons ha dimostrato il ruolo cruciale di Regioni ed enti locali nel processo di costruzione europea: la voce dell’istituzione locale infatti è la prima dalla quale devono partire le riflessioni trasversali sui grandi temi al centro del dibattito politico”, ha affermato il Presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, presente a Mons in qualità di componente del Comitato Europeo delle Regioni e relatore nella sessione di lavori dedicata a “Servizi pubblici: assistenza sanitaria, istruzione, alloggi e cultura di qualità e accessibili in tutti i territori” con un focus rivolto agli ostacoli che alcune regioni della UE devono affrontare per mantenere popolazione e forza lavoro qualificata, oltre che per promuoverne la crescita. “Ci sono zone che più di altre necessitano di attenzione da parte delle istituzioni locali. Penso ad esempio alle aree remote, che necessitano di finanziamenti speciali, garantiti da una quota trasferita agli enti locali e alle Regioni dagli stati centrali. La dimensione ‘locale’ consente una conoscenza profonda delle dinamiche e dei bisogni specifici delle comunità, permettendo di avviare piani pluriennali di assistenza sanitaria, verificandone andamenti, risultati, obiettivi centrati, modifiche e migliorie. Centrali sono temi come l’educazione alla salute attiva, con particolare riguardo a prevenzione, promozione di alimentazione sana, contrasto alla sedentarietà, per i quali è cruciale operare in collaborazione con media, social media, terzo settore e telemedicina. Quest’ultima poi, le cui ampie potenzialità sono state dimostrate durante la pandemia, si rivela fondamentale in una Regione come il Veneto che ha il 30% del territorio in area montana e il 33% in ambito pedemontano collinare, in casi che richiedono un’attenzione specifica, come la gestione delle terapie oncologiche e lo sviluppo delle cure palliative. Contestualmente bisogna creare un sistema di pronto e primo intervento-emergenze in grado di servire aree vaste, adeguatamente attrezzato ed organizzato con personale sanitario preparato ad affrontare tutte le criticità, affiancando così gruppi di medici e infermieri di base attivi nel territorio e, unitariamente, garantire agli operatori della sanità impiegati in queste zone remote agevolazioni speciali o detassazioni del reddito, in modo tale da costruire un contesto attrattivo e competitivo”, ha spiegato il Presidente Ciambetti. “Quello che deve emergere, insomma – ha concluso il Presidente Ciambetti – è la necessità di promuovere un approccio olistico allo sviluppo regionale e alla sostenibilità: solo così garantiremo lo sviluppo delle Regioni e garantiremo comunità vivaci e fiorenti”.
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