CRV – Pd: “Liste d’attesa, una guida pratica per far rispettare i tempi prescritti”
16 Luglio 2024 17:04
“Nel 2022 a fronte di circa 29 milioni di prestazioni prescritte dai medici di famiglia del Veneto, ne sono state effettuate appena 16 milioni, poco più della metà. Ciò significa che per molti, e soprattutto per le persone economicamente più deboli, il diritto di essere curati non è più garantito”. Così la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon, nell’introdurre la conferenza stampa che si è svolta questa mattina a Venezia, nella sede dell’assemblea legislativa di palazzo Ferro Fini, nel corso della quale è stata presentata l’iniziativa del gruppo consiliare del Pd “Liste d’attesa per le visite mediche specialistiche e gli esami diagnostici: una guida pratica per far rispettare i tempi prescritti”.
“Finché non ci muoveremo tutti insieme – ha aggiunto Bigon – le cose non cambieranno: dobbiamo pretendere che la Giunta regionale e il Governo si assumano le proprie responsabilità per tutelare la salute nostra e delle nostre comunità. Infatti, il decreto sulle liste d’attesa, approvato dal Governo poco prima delle elezioni europee, è solo una scatola vuota, mentre servono azioni concrete subito. Per questo riteniamo utile fornire semplici indicazioni pratiche su come procedere quando il sistema sanitario pubblico non garantisce le visite nei tempi indicati dal medico di famiglia. Nel 1998 il Governo Prodi aveva predisposto uno strumento per garantire il rispetto dei tempi prescritti per le visite, prevedendo che nel caso in cui i termini indicati dal medico di famiglia non siano rispettati, il cittadino può chiedere si effettuare la visita nei tempi dovuti, con un medico che svolge la libera professione in un ospedale pubblico (tecnicamente ‘intramoenia’ o in regime ‘intramurario’) pagando solamente il ticket, se previsto. Per questo visto l’aggravamento del problema delle liste d’attesa, abbiamo presentato una mozione in Consiglio regionale, approvata all’unanimità il 25 luglio 2023, che impegna la Giunta regionale ad adempiere l’obbligo del D. Lgs. n. 124/1998, ora contemplato anche nel nuovo ‘Piano regionale di governo delle liste d’attesa’ recentemente approvato, e la cosa ci fa molto piacere perché questo risultato è arrivato a seguito delle nostre battaglie”.
“Alla base della procedura da seguire – ha spiegato Bigon – vi è un’istanza molto semplice da presentare al direttore generale dell’Ulss nella quale il cittadino spiega di essersi rivolto al Cup, ma lo stesso Cup, che avrebbe dovuto fornire due possibilità (dare una risposta e fissare una visita nei tempi previsti oppure fissare un pre-appuntamento) non lo ha fatto, chiedendo di richiamare oppure affermando che le liste sono chiuse o ancora che non c’è disponibilità: in questi casi, nel momento in cui il cittadino vede sostanzialmente violato il proprio diritto a essere tutelato dal punto di vista della salute nei tempi previsti dal nostro medico di famiglia, possiamo per l’appunto presentare quest’istanza a fronte della quale l’Ulss deve rispondere richiamando il paziente nei tempi previsti dal medico”.
“Servono più investimenti per una sanità migliore – ha sottolineato la capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani – e a questo scopo abbiamo predisposto un progetto di legge statale, peraltro non ancora incardinato all’ordine del giorno della Commissione consiliare di merito, con il quale chiediamo di destinare alla spesa sanitaria il 7,5% del PIL, a fronte dell’attuale 6,4%, e di sbloccare le assunzioni di personale medico: alla sanità pubblica servono più risorse e più personale motivato, e in Veneto siamo ancora troppo lontani da questo obiettivo”.
“Da un lato ci sono gli slogan in base ai quali si dice che è aumentata la produttività e sono state abbattute le liste d’attesa; dall’altro però ci sono le persone vere, i cittadini, i pazienti che raccontano le proprie esperienze, alla luce delle quali è possibile comprendere che i conti non tornano. Stiamo assistendo a uno scivolamento verso il privato – ha spiegato la vicepresidente del Consiglio veneto Francesca Zottis – determinato anche dal fatto che gli investimenti in sanità vanno a favore dei cosiddetti ‘gettonisti’, i quali non possono garantire le stesse prestazioni del personale a tempo indeterminato. Chiediamo inoltre maggiore trasparenza sui dati per comprendere quante siano le persone che escono dal sistema pubblico: vogliamo sapere quante sono le persone che rinunciano a una visita perché l’agenda degli appuntamenti è chiusa, e anche a proposito del galleggiamento non abbiamo contezza e chiarezza sui dati reali”.
“Altri elementi di criticità – ha evidenziato la consigliera Chiara Luisetto – sono stati sottolineati nel recentissimo giudizio di parifica della Corte dei conti: sui 20 milioni di euro stanziati per l’abbattimento delle liste d’attesa, 16 sono stati indirizzati verso il privato convenzionato, alimentando così il circolo vizioso a favore del privato che si rafforza e sopravanza il pubblico in difficoltà, con ben 9 Ulss in rosso, per una perdita totale pari a 465 milioni di euro”.
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