Consiglio Veneto approva il rendiconto generale dell’esercizio 2023 della Regione
30 Luglio 2024 16:50
Il Consiglio regionale del Veneto, nel corso della seduta di oggi, ha approvato con 36 voti favorevoli e 9 contrari, il rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2023, ovvero il progetto di legge n. 259 di iniziativa della Giunta illustrato in aula dal presidente della prima commissione consiliare Luciano Sandonà (Lega-LV), correlatore, la capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani.
Il relatore ha sottolineato alcuni aspetti del consuntivo 2023, ossia: la positività del fondo cassa, pari a 1.411 milioni di euro, indice di stabilità finanziaria, e superiore a quello di fine ‘22, pari a 1.289 milioni; il miglioramento del risultato di amministrazione, ovvero l’equilibrio tra risorse raccolte e impiegate: il saldo positivo è di oltre 1.972 milioni di euro, e a tal proposito nella determinazione complessiva del risultato di amministrazione incidono le poste finanziarie accantonate (pari a 2.748 milioni di euro) e vincolate (per 560 milioni) per legge. Ulteriori dati sottolineati nel corso della relazione: il risultato economico di esercizio positivo di 87 milioni (nel 2022 ammontava a 100 milioni); la situazione patrimoniale attiva-passiva, pari a 10,5 miliardi di euro (10,6 nell’anno precedente); la riduzione di circa 2 milioni di euro del debito autorizzato e non contratto, attestatosi a -93 milioni di euro. Per quanto riguarda i dati relativi al Pnrr-Pnc, che vede la Regione del Veneto coinvolta in cinque missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; inclusione e coesione; salute) al 31.12.2023 la spesa impegnata fino al 2026 ammontava a oltre 1.229 milioni di euro, quella pagata a oltre 139 milioni.
“Il bilancio consuntivo – ha dichiarato la capogruppo Camani nel corso della correlazione – va analizzato utilizzando due lenti, quella dell’analisi della gestione finanziaria, che corrisponde ai numeri elencati in maniera puntuale dal relatore; e quella più attinente alla valutazione politica, e da questo punto di vista la relazione appare manchevole. Avere i conti in ordine significa aver raggiunto l’equilibrio di bilancio, ma nulla di più: il fatto che la Corte dei conti abbia espresso in generale un apprezzamento tra programmazione e allocazione in bilancio rappresenta un giudizio tecnico e contabile. Il risultato di amministrazione presenta un avanzo di quasi 2 miliardi, ovvero nel 2023 sono stati risparmiati 2 miliardi che però non sono stati spesi per le necessità urgenti che questo Consiglio quotidianamente affronta, bensì per ripianare vecchi debiti: dal 2010 l’amministrazione regionale ha speso più di quello che aveva, soprattutto nel corso delle campagne elettorali, in termini di anticipazioni per il comparto sanità e di opere pubbliche. E con due scommesse: le olimpiadi invernali di Milano-Cortina, una scommessa più utile al presidente Zaia che alla Regione del Veneto; e la Pedemontana che regge con difficoltà dal punto di vista finanziario, e infatti due accantonamenti di cui si fa cenno nel rendiconto riguardano proprio Olimpiadi e SPV, temi che lasceranno un’eredità pesante in futuro. Questo sarà uno degli ultimi rendiconti della legislatura; nei prossimi andranno sostituite le parole ‘conti in ordine’ con ‘enorme piano di rientro mascherato’ come eredità dei tre lustri di amministrazione Zaia che peseranno su chi verrà dopo di lui, che nel frattempo ha speso e che nell’ultima legislatura ha fatto tirare la cinghia”. Sulla stessa lunghezza d’onda, Elena Ostanel, capogruppo de il Veneto che Vogliamo, che ha sottolineato come “Da un lato la maggioranza ritiene che le istituzioni debbano essere considerate come un’azienda, mentre credo che dovrebbero essere considerate, al di là del giudizio della Corte dei conti, come una famiglia, una famiglia che in Veneto sta subendo una contrazione della spesa pro capite che nel 2023 è stata di 140 euro a persona, mentre nel 2022 era di 224 euro”. Il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni ha posto l’accento sulle scelte politiche che sottendo il tema dei ‘conti in ordine’ esortando la Giunta “A capire come porre fine all’accumulo che ha portato a 2,7 miliardi di risorse finanziarie accantonate per coprire il debito: il DANC di fatto è azzerato; chiusa la partita, se ne apra un’altra più attenta ai bisogni”. La vicepresidente della Commissione bilancio Chiara Luisetto (Pd) ha posto l’accento sugli aspetti più prettamente ambientali evidenziati anche dalla Corte dei conti nel giudizio di parifica “Con particolare riguardo agli aspetti del consumo di suolo, alle politiche che non incentivano i giovani, alla sanità”.
In chiusura, sono intervenuti il vicepresidente Elisa De Berti, che ha toccato i temi infrastrutturali sollevati nel corso della correlazione, con particolare riferimento alle opere olimpiche e alla Pedemontana, a proposito della quale ha ricordato che “La Corte dei conti quest’anno non ha fatto nessun rilievo”, nonché il presidente dell’intergruppo Lega-LV Alberto Villanova con il collega Giuseppe Pan, che hanno evidenziato la necessità “Di non aumentare le tasse”, il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia Enoch Soranzo, che ha messo in risalto “La correttezza e la prudenza del rendiconto 2023”, e l’assessore Francesco Calzavara che ha sottolineato: “La piena parifica espressa dalla Corte dei conti è un dato assolutamente non scontato ed è ulteriore testimonianza che il Veneto viene amministrato bene, con la sensibilità del buon padre di famiglia, anche nei momenti in cui le amministrazioni devono agire in coerenza con le capacità di spesa”.
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