CRV – Presentato a palazzo Ferro Fini progetto di legge per la valorizzazione dei Leoni marciani

30 Luglio 2024 15:58

“Il 25 marzo 2009 la VI Commissione ha approvato il progetto di legge di cui ero primo firmatario per la tutela, restauro e valorizzazione dei Leoni Marciani: oggi, con una legge analoga, il Presidente della I Commissione rilancia il valore del simbolo storico della Repubblica Veneziana e con esso la tutela dell’identità ed eredità culturale che spetta ai Veneti e a quelle realtà protagoniste di grande Commonwealth veneto. In questo percorso c’è anche un evidente richiamo alla Convenzione di Faro e alla sua definizione di bene culturale, dell’impegno che deve coinvolgere tutti i cittadini nella tutela e promozione della cultura e del patrimonio culturale. Un patrimonio che, a proposito del Leone Marciano, è giunto a noi nonostante i ripetuti tentativi di eliminare ogni ricordo della Repubblica: si distrussero i leoni, durante la Lega di Cambrai, li distrusse Napoleone come fecero i titini per cancellare secoli di storia, ma ciò non di meno la loro memoria, la loro forza ha sconfitto i loro distruttori. Tra i tanti esempi forse uno dei più emblematici è il Leone scalpellato dai giacobini in Piazza dei Signori a Verona o quello, sempre vittima dello scalpello giacobino, a Palazzo Costantini a Belluno che oggi sono testimonianza della stupidità di chi pensava di cancellare secoli di storia a colpi di scalpello. Il simbolo tuttavia mantiene intatta, anche quando è ridotto in frammenti, la sua forza comunicativa. Ne ho avuto la riprova di recente a Buie, nell’Istria Croata, dove è stato restaurato un leone marciano con il sostegno di tutta la cittadinanza. La forza del Leone di San Marco è innegabile”. Così il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti intervenendo in apertura della conferenza stampa, promossa dal Presidente della Prima Commissione Luciano Sandonà, di presentazione del Pdl “Norme per la valorizzazione dei leoni marciani”. “Un Leone alato che ci rimanda all’Apocalisse di San Giovanni e che sin dalle origini, nei primi secoli del cristianesimo, rappresentava la forza del Cristo capace di sconfiggere la morte. San Gregorio Magno ricordava poi come il Vangelo di Marco inizi con la voce di San Giovanni Battista che, nel deserto, si alzava simile a ruggito preannunciando la venuta del Cristo. Uniamo a queste interpretazioni tradizionali una terza nota storica, il legame esistente tra Venezia e l’antica Alessandria d’Egitto, di cui Marco fu per l’appunto primo vescovo, città faro di cultura nel Mediterraneo nei primi secoli del cristianesimo, città alla quale Venezia fu sempre legata”, ha proseguito il Presidente. “La figura del Leone, dalla fine del Medioevo, attorno al 1260, iniziò a rappresentare per tutti la Repubblica di Venezia, aggiungendo così nuovi valori e nuova valenza al significato del simbolo marciano. I Leoni di San Marco non sono emblemi di una dominazione subita e mal sopportata quanto simbolo di quella Giustizia che la Repubblica e le sue magistrature seppero garantire nella difesa degli interessi dei ceti subalterni: Veneto terra di San Marco e terra di libertà. Emblematico il Leone andante con innanzi il Doge genuflesso: l’esempio più noto è a Venezia all’ingresso di Palazzo Ducale, con l’immagine del Doge Francesco Foscari davanti a lui inginocchiato. Qui si svela la straordinaria valenza del simbolo marciano, con l’Evangelista che protegge Venezia e la Repubblica le quali, a loro volta, proteggono e custodiscono i suoi resti mortali. La Serenissima era l’unica realtà in Europa ad essere proprietaria e custode di una reliquia di tale importanza giunta in Laguna non per volontà della Chiesa o del Papato, bensì tramite due mercanti, dunque, si diceva nel Medioevo, per volere diretto dell’Altissimo. Se poi accogliamo la tradizione popolare, lo stesso Pantalone, maschera veneziana, deve il suo nome al costume dei mercanti veneziani di “piantare un leone”, cioè di innalzare una colonna con il Leone marciano come emblema della loro presenza in terra straniera. Fede, cultura, economia e diritto dunque in quel Leone che non a caso divenne bersaglio di ogni potere avverso alla Repubblica Serenissima, dai tempi della Lega di Cambrai sino a Napoleone e via via al nostro Novecento con tiranni e sedicenti rivoluzionari tutti impegnati a distruggere quel simbolo per cancellarne la memoria di quel popolo che per secoli in esso s’era riconosciuto”, ha concluso il Presidente.

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