CRV – Quaderno Alpiniano, Presidente Ciambetti: “Prospero Alpini interprete del nuovo mondo”
30 Luglio 2024 15:23
“Prospero Alpini fu uno straordinario studioso, uomo ed interprete del nuovo mondo. Nacque e si impose come scienziato, chimico e botanico nonché medico di fama grazie ad un humus culturale straordinario in cui si trovò a vivere: la generazione precedente alla sua è quella del Doge Andrea Gritti, che muta l’immagine di Venezia, con il Palazzo dei Camerlenghi a Rialto e la ristrutturazione dell’area di San Marco, con la realizzazione della Biblioteca e del Palazzo della Zecca affidati al Sansovino; è la generazione di chi avviò le bonifiche della terraferma, incanalando fiumi, torrenti e rogge, prosciugando paludi e conquistando nuovi terreni dove sperimentare forme avanzate di agricoltura, facendo nascere così un nuovo panorama armonico in cui le esigenze di difesa ambientale, grazie alle moderne tecnologie dell’epoca, coniugarono le opportunità di sviluppo economico e sociale sotto il segno della bellezza e del genio artistico nella ricerca dell’armonia con l’ambiente. Da quelle premesse nacque la Civiltà delle Ville che vide nel genio di Andrea Palladio il suo primo e massimo interprete”.
Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha introdotto la conferenza stampa di presentazione del “Quaderno Alpiniano”, realizzato dall’Accademia del Caffè e svoltasi oggi a Palazzo Ferro-Fini.
“Quella generazione fu la medesima che creò l’Orto Botanico di Padova istituito nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, che allora costituivano i cosiddetti “semplici”, cioè i medicamenti che provenivano direttamente dalla natura. Quello spazio, oggi patrimonio dell’Umanità Unesco, avrebbe permesso agli studenti un più facile riconoscimento delle vere piante medicinali dalle sofisticazioni. Prospero Alpini è il frutto di un’epoca in cui si seppero coniugare esigenze completamente diverse tra loro, dalle istanze ambientali e di riordino del territorio, alla nuova agricoltura e alla nuova economia, la nuova scienza, una società in cui Alpini viene chiamato nonostante la sua giovane età alla cattedra universitaria come “lettore dei semplici”. Non sorprende se nel 1603 fu incaricato di guidare l’Orto Botanico di Padova che egli seppe rilanciare e trasformare nel più avanzato centro di ricerca in Europa, all’avanguardia nella coltivazione di piante esotiche grazie non solo ai suoi studi ma anche alla fitta rete di relazioni che seppe mantenere non solo con i patrizi veneziani in giro per l’Europa e l’Oriente, ma anche con altri studiosi di ogni dove. Dobbiamo a lui prime analisi sulla pianta del caffè, e per questo bene fa l’Accademia del Caffè, di cui ringrazio la Presidente Mariangela Cuman per questa bella iniziativa, a voler tenere alta l’attenzione su questo straordinario studioso e lanciare “la cultura del caffè”, ha concluso il Presidente.
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