“Sii luce”, un’illuminazione poetica che mescola il reale e l’onirico

31 Luglio 2024 12:00

La poesia è il linguaggio che più di tutti ci avvicina alla dimensione del sogno. È il terreno fertile sul quale si nutrono e crescono le immagini oniriche, un tramite irrinunciabile tra la dimensione razionale e la più sincera espressione emotiva. Proprio come il sogno, la poesia prende spunto dalla vita e la mescola con le emozioni, con i ricordi e con la parte più profonda e nascosta del sé, fino a nasconderle dietro un velo di ombre affascinanti, impenetrabili. Il risultato è un’esperienza in grado tanto di scuotere le membra quanto di pacificare l’animo, tra illuminazione e rivelazione. Di questo stesso slancio visionario si compone la nuova raccolta poetica di Guido Olivieri, pubblicata per il Gruppo Albatros il Filo.

Il titolo della silloge, “Sii luce”, strizza l’occhio all’ormai celebre incitamento di Pier Paolo Pasolini al giovane Gennariello, contenuto nelle “Lettere Luterane” e menzionato in esergo da Olivieri: “Ti insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece!”. La luce
è infatti il raggio di emozione che la poesia è in grado di sprigionare, creando un legame indissolubile tra l’anima del poeta e quella del lettore, ma è allo stesso tempo il lampo di genio, l’intuizione, l’illuminazione attraverso cui la poesia stessa nasce, come un piccolo Big Bang di parole, ricordi e sensazioni. L’autore stesso, nell’introduzione al volume, descrive il rapporto tra il poeta e il processo creativo come “una sorta di sintonizzazione, di incontro con tipicità intuitive e qualitativamente collegate a quella data frequenza. Più semplicemente la nostra energia psichica che possiede una sua caratteristica frequenza, entra in risonanza e cattura immagini e intuizioni che stazionano in quello che chiameremo il “Mondo delle idee” estraendo da queste intuizioni caratteristiche di quella frequenza. Una sorta di modulazione della sintonia del mezzo radiofonico, alla ricerca del contatto con una data specifica stazione radio”.

Guido Olivieri, eclettico autore varesino con origini calabresi, trova nella poesia il “punto di convergenza e di approdo dei numerosi affluenti che le differenti esperienze e discipline hanno concorso a creare”. Da sempre animato da un’indomabile curiosità, specialmente verso i grandi temi esistenziali, si avvicina al marxismo scientifico e alla lotta di classe, poi al buddismo e in senso più ampio alla spiritualità orientale. In ambito creativo, le esperienze in ambito giornalistico, teatrale e musicale saranno fondamentali per la sua crescita letteraria e umana.

“Sii luce” è anche il titolo della poesia che apre il volume, una sorta di manifesto della silloge e della sperimentazione poetica che prenderà forma nelle pagine successive: “Non ti fermare / sulle rive del fiume / alla ricerca del cielo e / dei suoi riflessi specchiati / Nessuna pietra / levigata da millenni d’acqua / ha mai mutato il suo destino / Non rifugiarti come lupo / fra le rupi / quando il vento fa eco alla tempesta / lascia che accada / anche la morte, se volesse / Non fare dei tuoi giorni / un inutile giaciglio di silenzi / di un amore suggi tutto / anche l’amaro / È giunto il tempo / di salpare per l’Altrove / È giunto il tempo / di predisporsi a Cose Alte / È giunto il tempo / d’esser luce / Sii Luce”. Attraverso un linguaggio ricco e simbolico, Olivieri ci spinge a non fermarci alla superficialità e a non cercare conforto in illusioni effimere, a non scappare dal vento che fa eco alla tempesta, ma a lasciare accadere gli eventi, “persino la morte, se volesse”. Se la vita è infatti imperscrutabile e imprevedibile, essa va vissuta intensamente, assaporata in ogni aspetto, perché il tempo non sia più nemico, ma maestro per salpare per l’Altrove, per diventare luce, finalmente consapevoli.

La poesia di Olivieri mescola continuamente la dimensione più reale e concreta
della nostra vita quotidiana – mettendo in versi temi sociali, politici, religiosi e di attualità – con quella più squisitamente emotiva e intimistica dei sentimenti. D’altra parte, nessun atto o impegno concreto potrebbe avere senso se non fosse infuso di passioni, così come nessun amore, nessun ricordo potrebbe scindersi da una dimensione carnale, fisicamente tangibile. La dimensione del ricordo, sebbene fortemente presente nella produzione di Olivieri, non è il luogo in cui rifugiarsi ciecamente, ma una dimensione dalla quale trarre insegnamento, per vivere in un presente più consapevole. Nel componimento “A che serve”, tuttavia, l’autore si lancia in una lamentazione amareggiata che riguarda da vicino i potenti e i popoli in guerra. Si domanda, tra i versi, a cosa serva ricordare, se non ad ascoltare “l’eco amaro del dolore / dell’antichità dell’odio, / delle risa della bestia, / del suo lezzo, / dell’ingiuria sorda al cuore”. Non sarebbe meglio smettere di ricordare, allora, per vivere in maniera meno ipocrita, meno sorda alle necessità degli ultimi? È una poesia che, in questi tempi di guerra e sopraffazione, non può che far rabbrividire e riflettere, lasciandoci l’auspicio, forse ingenuo, che giunga fino alle orecchie di chi, risvegliato dal torpore, possa operare per il bene del mondo.

Sono frequenti in questa raccolta i riferimenti alla natura autunnale, come se la luce che invade l’opera fosse costretta a filtrare attraverso una spessa coltre di nubi e fronde, scaldando solo leggermente il viso di chi riuscisse a intercettarne un raggio. È un “autunno dilatato” nel quale cercare risposte, una stagione rosso fuoco pronta al suo canto del cigno, quando l’inverno proverà a seppellire ogni passione e accenno di bellezza con il suo manto candido. È una stagione della quale in pochi riescono a intercettare la più piena bellezza, nelle prime luci di un’alba timida e vezzosa, nel succo dei dolci grappoli dell’uva: così è lo sguardo del poeta, che nel trascorrere dei giorni non nota la pigrizia ripetitiva e priva di stimoli, ma l’armonia stupefacente di chi è in grado di leggere il presente e il proprio posto nel mondo.

Il racconto poetico di Olivieri segue un flusso sincopato, profondamente variabile: a componimenti di più ampio respiro se ne alternano altri ermetici, alle preghiere più intime e cariche di spiritualità si legano canti e ritornelli, a formare una piacevole e armoniosa melodia, fino ancora a dediche e omaggi, come la poesia “In memoria di Giovanni Falcone” e “Albatro”, che sviluppa i temi prima tracciati da Charles Baudelaire. Attraverso le manifestazioni più variegate dell’esistenza, partendo dalle espressioni quotidiane e sublimandole verso la trascendenza, la forza centripeta di questo mulinello poetico attira il lettore verso il nucleo, centro nevralgico dell’intera produzione del poeta: la ricerca di un senso alto, più profondo. La ricchezza espressiva dei temi viene poi arricchita dallo stile euritmico: la musicalità viene veicolata talvolta dall’armonia delle parole, altre da un sistema metrico preciso e accurato. Certi ritornelli appaiono quasi un mantra rituale, un esercizio interiore per visualizzare una stessa immagine da prospettive diverse, offrendo a ogni strofa un nuovo frammento di esperienza.

“Sii luce” di Guido Olivieri è un viaggio attraverso le profondità dell’anima, un ponte tra il tangibile e l’invisibile, tra la realtà e l’emozione. Con uno stile evocativo e una capacità straordinaria di mescolare il reale e l’onirico, Olivieri ci guida in un’esperienza di rivelazione continua, dove ogni verso è una scoperta, ogni parola una scintilla.

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