277^ edizione Antica Fiera di Arsego

16 Ottobre 2024 14:47

“La Fiera di Arsego venne concessa il 23 agosto 1747 con l’autorizzazione del doge Pietro Grimani. Si deve alla famiglia veneziana dei Soranzo, tra i primi possidenti delle terre lungo il fiume Piovego, ed in particolare ai fratelli Zuanne e Bertucci, l’idea di istituire una fiera, da tenersi annualmente nella loro villa di Arsego, al centro della quale vi fossero commercio e scambio di prodotti agricoli. Dimostrando una lungimiranza notevole, che rappresentò anche una svolta in ambito economico, i Soranzo aprirono ai mercati del bestiame, ai prodotti e agli attrezzi agricoli. Ancora oggi il cuore della Fiera è squisitamente agricolo ma lo sguardo si è ampliato, tanto da fare di questo appuntamento uno degli eventi autunnali più importanti del territorio, con rilevanza extraregionale”. Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha aperto la conferenza stampa di presentazione della 277^ edizione dell’Antica Fiera di Arsego, svoltasi oggi a Palazzo Ferro-Fini. “Per gli amanti dei numeri, ecco qualche dato: nelle ultime edizioni si sono registrate un centinaio di ditte espositrici, 300 bancarelle di merci e 40 spettacoli viaggianti. Il bacino d’utenza conta tra 20 mila e 50 mila persone ed interessa il settore agricolo, turistico, commerciale, industriale. Le cifre restituiscono però solo in parte il carattere della fiera, che ha molti pregi. Il primo è quello di non limitarsi ad essere una mera rievocazione storica ma di rappresentare il senso di una comunità orgogliosa delle proprie origini contadine e che si raccoglie attorno ad esse non certo con sguardo nostalgico ma piuttosto avendo la capacità di tradurre in modernità la lezione appresa dal passato. Ecco allora il senso dei prodotti tipici veneti, dell’intrattenimento folkloristico, degli incontri didattici per le scolaresche e persino delle serate dedicate a giovani gruppi musicali emergenti. Tra i temi al centro del dibattito contemporaneo c’è sicuramente quello della scoperta dei borghi, della necessità di limitare i danni derivanti dall’overtourism rivolgendo lo sguardo altrove, favorendo lo sviluppo o la riqualificazione di paesi e città che non vivono sotto i riflettori ma la cui ricchezza silenziosa è indubitabile. Partecipare ad eventi come le fiere di paese, scoprire le tradizioni locali, assaggiare i prodotti tipici e vivere il senso di una comunità è allora un modo sano, diverso e migliore di essere turisti, dando un contributo positivo ai luoghi visitati e uscendone arricchiti”, ha proseguito il Presidente. “L’altro pregio cui facevo cenno prima è quello di aver dato vita, nell’ambito della Fiera, al premio “Sergio Carnaroli”: istituto nel 2019, ha la finalità di riconoscere e promuovere soggetti economici e imprese, in un’ottica di valorizzazione delle attitudini imprenditoriali e di risposta ai profondi cambiamenti in atto nel sistema socio-economico a livello globale e contestuali innovazioni tecnologiche. Ecco allora che si coglie la capacità della Fiera di Arsego e dei suoi organizzatori, di guardare al contemporaneo e di volersi confrontare con le sfide globali. La chiave per riuscire a raccontare chi si è ed il proprio passato, oggi, non è certo quella di guardarsi indietro né quella di rimanere fermi, convinti che il passato si possa replicare: la chiave è saper adattare il passo, essere dinamici, riuscendo a conservare la propria identità nella molteplicità. L’evoluzione della Fiera di Arsego è la dimostrazione che ciò è possibile. A Daniele Canella, Sindaco del Comune di San Giorgio delle Pertiche e a Stefania Pierazzo, Presidente Antica Fiera di Arsego, va il mio ringraziamento”, ha concluso il Presidente.

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