Consiglio Veneto: via libera alla legge che incrementa fondi contrattuali aziende e enti SSR
22 Ottobre 2024 18:09
Il Consiglio regionale del Veneto ha dato oggi il via libera a maggioranza, con l’astensione dell’opposizione, al progetto di legge di iniziativa della Giunta n. 292 recante disposizioni per l’incremento dei fondi contrattuali delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale, illustrato in aula dalla consigliera Simona Bisaglia (Lega-LV), correlatore, la vicepresidente della Commissione sanità Anna Maria Bigon (Partito Democratico).
Come ha ricordato anche la consigliera Bisaglia in sede di presentazione, la proposta legislativa mira a dare attuazione al Patto per la Salute 2019-2021 (approvato con l’Intesa tra governo, regioni e province autonome del 18 dicembre 2019) e demanda alla Giunta l’autorizzazione a disporre l’incremento dei fondi premialità e condizioni di lavoro del personale del comparto, nonché dei fondi per la retribuzione delle condizioni di lavoro e per la retribuzione di risultato del personale della dirigenza dell’Area Sanità da parte di aziende e di enti del Servizio sanitario regionale, fino al 2% del monte salari regionale, al netto degli oneri riflessi, a condizione che la regione versi in equilibrio economico, abbia garantito i livelli essenziali di assistenza e avviato, con atti di Consiglio regionale o di Giunta, il processo di adeguamento alle disposizioni di cui al decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015. La percentuale, peraltro, in relazione al personale del comparto, è computata solo per i profili dei ruoli sanitario e sociosanitario, che corrispondono alle categorie di operatori, individuate dalla previsione del Patto per la Salute, quali destinatarie dei benefici derivanti dall’incremento dei fondi. Gli oneri derivanti dall’applicazione della legge sono quantificati in quasi 52 milioni di euro per ciascun esercizio 2024, ‘25 e ‘26.
La vicepresidente della Quinta commissione Bigon, nel corso della correlazione, ha sottolineato che “Ogni proposta rivolta all’aumento della retribuzione del personale sanitario e sociosanitario non può che incontrare almeno in parte il nostro favore, ma solo come un primo passo: si tratta di circa 50 milioni di euro per tre anni, una cifra destinata a dare immediato sollievo ai professionisti, ma che non durerà e che non è sufficiente, e che costituisce un primo passo, ma non possiamo pensare che fra tre anni gli stipendi torneranno a essere quelli di oggi. È fondamentale, inoltre, coinvolgere maggiormente il sindacato su questi temi e includere il personale amministrativo e tecnico”, temi a proposito dei quali sono intervenute anche la consigliera del Pd Chiara Luisetto, che ha ribadito la necessità “Di maggiore concertazione e condivisione con le organizzazioni sindacali e con le realtà rappresentative dei medici e del coinvolgimento delle figure professionali che non possono trovare risposta in questo provvedimento” e la capogruppo dem Vanessa Camani, mentre la vicepresidente dell’assemblea Francesca Zottis (Pd) ha sottolineato, tra l’altro, “La necessità di garantire unitarietà del sistema in tutta la regione”.
“Non possiamo dare un giudizio negativo in sé alla legge – ha affermato la capogruppo del Movimento 5 Stelle Erika Baldin – ma ci sono altri problemi che non ricevono soluzione, come la denatalità e le politiche giovanili regionali: la Regione dovrebbe farsi portavoce presso il Governo su questi aspetti e far sentire di più la voce dei veneti”. La capogruppo de il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel è intervenuta sul bisogno di individuare strumenti “Per trattenere personale nella sanità pubblica, a fronte del numero sempre crescente di chi decide di abbandonare questo lavoro perché non ha un riconoscimento dal punto di vista del salario”. Il capogruppo di Europa Verde Renzo Masolo, pur riconoscendo il risvolto positivo degli effetti derivanti dall’applicazione delle disposizioni contenute nella legge sottoposta all’esame dell’aula, ha messo in luce “La necessità di investire anche sulla formazione e sulla prevenzione in ambito sanitario”.
Il capogruppo Giuseppe Pan (Lega-LV) ha ricordato che “150 milioni di euro in tre anni saranno messi a disposizione dei nostri dipendenti della sanità pubblica, un sostegno importante a favore dei nostri operatori sanitari nell’ambito di una legge che apre una strada nuova”, mentre la presidente della Quinta commissione Sonia Brescacin (Lega-LV), oltre a “Ringraziare per l’impegno profuso l’assessore di comparto Manuela Lanzarin” ha ricordato che “Il Veneto è una Regione che presenta un bilancio in equilibrio e che rispetta i LEA e che, tra le prime regioni, può dare applicazione alle previsioni dell’ordinamento e incrementare i fondi contrattuali attraverso il Pdl n. 292”, mentre il consigliere del Gruppo misto Stefano Valdegamberi ha ricordato il dibattito legato alla vicenda “Del numero chiuso alla facoltà di medicina”, tema sul quale è intervenuto anche il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni “Che ha invitato a mettere in atto azioni concrete per affrontare i temi legati ai problemi del comparto”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Lucas Pavanetto ha ricordato “L’impegno del governo Meloni nel mettere in atto iniziative per risolvere il problema delle liste d’attesa e sulle remunerazioni nel settore pubblico”. Il consigliere Fabrizio Boron (Forza Italia – Gruppo misto), in una fase successiva del dibattito, ha illustrato un ordine del giorno, approvato dall’aula, volto a prevedere che l’incremento dei fondi per il comparto sanità sia rivolto anche al personale tecnico e amministrativo, con un intervento nell’ambito della conferenza Stato-Regioni, analogo a un successivo e ulteriore odg presentato dalla consigliera Bigon.
L’assessore regionale Manuela Lanzarin, intervenuta al termine della discussione generale, ha osservato che “Sul progetto di legge è possibile registrare un’adesione trasversale: non mancano i ‘distinguo’, ma vi è la consapevolezza che l’investimento in salute nella parte contrattuale a favore del nostro personale sanitario rappresenta una priorità”.
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