Baldin (M5S): “Via del Mare, una petizione per una mobilità diversa”

16 Dicembre 2024 17:53

“La Via del Mare rappresenta un’idea obsoleta di mobilità. Stiamo parliamo di un’infrastruttura la cui utilità è dubbia e di cui ancora non si conoscono con precisione i costi; inoltre, per realizzarla, si farà ancora una volta uso della finanza di progetto, com’è accaduto per altre strade o per alcuni ospedali, e si coinvolgerà lo stesso concessionario della Superstrada Pedemontana Veneta. Ciò non significa affermare che non serve una mobilità che arrivi alle spiagge, ma che è necessario cambiare i parametri, pensare in maniera diversa, ai mezzi pubblici, ad esempio, realizzando infrastrutture su rotaia, più sicure (il riferimento è ai 2,4 morti ogni 100 incidenti stradali in Veneto a fronte di una media nazionale pari a 1,8, e di 16mila feriti), meno inquinanti e meno impattanti dal punto di vista del consumo di suolo, fronte sul quale il Veneto veste la maglia nera, come certificato da Ispra nel suo ultimo rapporto. Si tratta anche di pensare a un trasporto pubblico locale che guardi ai giovani, con l’introduzione del biglietto unico, tema sul quale la Regione non si è ancora soffermata”. Sono le parole della capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto Erika Baldin che ha presentato nella sala stampa di palazzo Ferro Fini, introdotta da un filmato che riporta la testimonianza degli attivisti e dei rappresentanti delle istituzioni che sono stati coinvolti, la petizione per chiedere “Lo stop al progetto di trasformazione dell’attuale strada Treviso-Mare in autostrada a pagamento, denominata Via del Mare. Attualmente la Treviso-Mare è gestita da enti pubblici, gratuita e utilizzata per lavoro o svago. Con la nuova gestione la strada passerebbe a una società privata per circa 40 anni, senza benefici diretti per i cittadini, che si troverebbero a pagare un pedaggio. I sostenitori affermano che la Via del Mare ridurrebbe le code verso Jesolo; i contrari temono invece che il traffico possa spostarsi altrove, creando nuove congestioni, oltre a non essere confermato che quest’opera elimini le code nei punti in cui già oggi si formano. Gli attivisti del Movimento 5 Stelle vogliono presentare una petizione in Regione chiedendo innanzitutto il completamento delle infrastrutture locali a Jesolo, e di valutare in un secondo momento l’utilità della nuova autostrada. In particolare, gli attivisti del Movimento del Veneto Orientale e di Treviso si stanno impegnando lungo questo percorso che però, a livello istituzionale, rischia di non essere preso nella dovuta considerazione. Per questo ho proposto una modifica al Regolamento del Consiglio affinché le petizioni, le richieste che provengono dal basso, ossia dai cittadini, e riconosciute dalla Costituzione, vengano affrontate dall’assemblea legislativa in tempi certi e brevi. Nel frattempo, la raccolta firme, promossa dal Movimento 5 Stelle di Treviso e del Veneto Orientale, continua attraverso i propri siti internet e i profili social; la questione è Via del Mare? No grazie: prima la viabilità a Jesolo e Cavallino”.

“Il tema – ha ricordato Fabio Rossignoli, in rappresentanza del gruppo territoriale del Movimento 5 Stelle del Veneto Orientale – non è costruire le strade, ma limitare l’uso delle auto. La Via del Mare non risolve il problema delle rotonde a Jesolo, dove si imbottiglierà il traffico. Noi non siamo quelli del no, perché crediamo negli investimenti utili e crediamo che serva implementare una modalità alternativa di trasporto ai 19 km di autostrada a pagamento realizzata in buona parte su infrastrutture esistenti e quindi già pagate dai veneti. Ci sono alcune questioni fondamentali che pesano sulla realizzazione della Via del Mare: ne vale realmente la pena? E perché, dal punto di vista strettamente viabilistico, non partire dalla realizzazione delle opere che gravitano su Jesolo, lasciando a una valutazione successiva l’opportunità di realizzare il nuovo asse?”.

“La Via del Mare – riassume Valentina Manente in rappresentanza del Movimento 5 Stelle di Treviso – si può sostanziare in questa formula: pagando, arriveremo prima in coda. Altri temi sul tavolo: per i primi due anni è prevista la gratuità; e poi? Chi pagherà? I lavoratori diretti a Jesolo? E i giovani che scelta faranno? Che alternative avranno? Di nuovo l’automobile, in presenza della nuova infrastruttura viaria? Il rischio è che ci siano più giovani per le strade in automobile, più auto lungo le strade, più giovani in pericolo, lungo una viabilità che costa ai veneti moltissimo; perché non spendiamo i nostri soldi in maniera più utile, meno impattante e meno rischiosa?”.

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