Banksy, all’asta la versione digitale della sua opera “Spike”
22 Luglio 2021 11:25
Nella serata del 22 luglio, precisamente alle ore 22:22, Valuart metterà all’asta Spike, l’opera creata da Banksy in Palestina nel 2005. Cioè, non metterà all’asta l’opera fisica (letteralmente una pietra di discrete dimensioni) ma il suo certificato digitale in Nft. Esatto, ancora digitale, ancora blockchain.
Una versione in computer grafica accompagnata dal tenore
Valuart, casa d’aste specializzata in Nft con sede in Svizzera, inaugurerà la propria attività con un lotto dal grande impatto mediatico. Nella serata di giovedì 22 luglio [stasera, nella data di pubblicazione di questo articolo, ndr] appassionati d’arte e amanti di Banksy si contenderanno la “versione digitale originale” dell’opera “Spike”, attribuita all’artista di Bristol. Chi avanzerà l’offerta più alta non vincerà l’opera fisica originale, ma una sua copia in computer grafica (Cgi) realizzata da Valuart e certificata via blockchain. La copia digitale è accompagnata da un video nel quale si vede l’opera volteggiare nello spazio, entrare nell’atmosfera a mo’ di meteorite e atterrare sulla Terra, più precisamente vicino al Mar Morto, suo luogo d’origine. Il video dovrebbe avere come sottofondo un’aria cantata dal tenore Vittorio Grigolo in persona, possessore dell’opera fisica e uno dei fondatori di Valuart. “Nella nostra storia, Spike volteggia nell’universo finché non ritorna nel posto giusto per lei, sulla Terra, assumendo la forma di un nuovo non-fungible token”, recita il sito. Non-fungible token cui sigla è appunto “Nft”. Metà dei proventi dell’asta verranno donati, in pieno spirito “Banksy”, alle associazioni che aiutano le vittime di conflitti.
Spike, l’opera nascosta in Palestina
Banksy avrebbe realizzato quest’opera in medio oriente. Più precisamente in quel complicato e perennemente conflittuale confine che separa Israele e Palestina. È infatti documentato il viaggio dell’artista di Bristol in Cisgiordania (West Bank) nel 2005, durante il quale realizzò diversi graffiti direttamente sul muro di separazione fra Israele e Palestina, in segno di protesta. Nel caso di “Spike”, Banksy ha staccato proprio un frammento del muro di separazione, scrivendogli sopra la parole “Spike”, ovvero “punta” o “spuntone”. Banksy avrebbe quindi nascosto la pietra da qualche parte nel territorio Palestinese, dando il via ad una caccia al tesoro. Chi avesse trovato l’opera per primo avrebbe potuto contattare il suo staff e ricevere un certificato di autenticità direttamente dall’autore. Sedici anni dopo l’opera si è palesata tra le mani del tenore Vittorio Grigolo, che ha deciso di crearne una copia digitale “autentica” e di metterla all’asta.
Cosa sono gli Nft? Un ripasso veloce
Su Green Future ne avevamo già parlato poco tempo fa in un lungo articolo dettagliato. Per chi non ha tempo di recuperarlo vale la pena fare una piccola sintesi. Gli Nft, sigla che in italiano starebbe per “gettoni non sostituibili”, sono oggetti digitali unici certificati tramite la tecnologia blockchain. Mentre una foto o un video possono essere copiati milioni di volte, la foto o il video in versione Nft sono certificati sulla blockchain come “oggetti originali” e quindi non replicabili. Negli ultimi due anni stanno avendo sempre un più largo successo attirando una nuova categoria di collezionisti che, invece delle figurine o dei francobolli, accumulano Nft (oppure acquistano opere digitali alle quali sono particolarmente legati). Secondo alcuni siti specializzati il valore degli Nft scambiati sul mercato è passato da 53 milioni di dollari nel quarto trimestre 2020 a 1,24 miliardi nella primavera 2021.
Chi c’è dietro a Valuart
Valuart nasce da una idea di Etan Genini, Vittorio Grigolo (tenore conosciuto in tutto il mondo) e Michele Fiscalini, tre appassionati del “mondo cripto”. L’obiettivo della società è abbracciare l’onda degli Nft, dando l’opportunità agli artisti di sfruttare le potenzialità dell’universo dell’arte digitale. “Reimmaginare alcune delle opere d’arte più famose mai create e dare ai collezionisti di oggi la possibilità di acquisire un pezzo di storia creativa”, dichiarano i fondatori. L’azienda, con sede in Svizzera, punta a fare il botto sin da subito con un pezzo unico firmato Banksy.
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