L’attivista che ha individuato perdite di metano in 25 stabilimenti italiani
18 Agosto 2021 06:00
In breve:
- Un attivista della Ong statunitense Clean air task force ha viaggiato per l’Italia alla ricerca di perdite di metano
- L’Ong ha pubblicato i video ripresi con una termocamera in 25 stabilimenti, anche in Emilia-Romagna e Lombardia
- L’Italia importa il 93% del metano che consuma, la Russia è di gran lunga il primo fornitore
Clear air task force, una Ong statunitense che dichiara tra i propri obiettivi la “promozione del cambiamento nelle tecnologie e nelle politiche necessarie” per raggiungere il traguardo della neutralità climatica, ha viaggiato per l’Italia e per l’Europa alla ricerca di perdite nella rete di trasporto del metano. Sebbene si siano limitati all’utilizzo di una termocamera dichiarano di averle individuate. Solo in Italia in ben 25 stabilimenti.
Una indagine con termocamera per scovare le fuoriuscite “invisibili” di metano
Un attivista della Ong Clear air task force ha condotto tra la primavera e l’estate 2021 una serie di esperimenti alla ricerca di perdite di metano negli impianti di distribuzione in Europa. James Turitto, questo il suo nome, si è infatti attrezzato con una speciale telecamera, la Flir Gf320, per riprendere le fuoriuscite del gas dalla rete. Questa telecamera, anzi termocamera per l’individuazione di metano e composti chimici, è impostata in modo tale da rilevare e visualizzare tutto ciò che accade al di fuori dello spettro visibile all’occhio umano (come una telecamera ad infrarossi), in questo caso i “fumi” di metano emessi. Puntando quindi la termocamera verso gli stabilimenti di trasporto e stoccaggio è stato possibile letteralmente visualizzare le perdite del gas nell’atmosfera. Gli stabilimenti in questione sarebbero ben 25 in tutta la penisola, nelle regioni Lombardia, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Puglia. Ma anche Emilia-Romagna, non lontano da Piacenza. Il riferimento è ad un impianto situato a Fornovo, in provincia di Parma, nel quale – secondo i rapporti e i video pubblicati dalla Ong Clear air task force – vi sarebbe una perdita rilevata di gas metano nell’atmosfera visualizzata dalla termocamera.
“Video pubblicato dalla Ong sul proprio canale Youtube”
In Lombardia, invece, la Ong ha segnalato perdite di metano in una stazione di Bordolano, in provincia di Cremona, sempre limitandosi a mostrare quanto ripreso dalla termocamera.
“Video pubblicato dalla Ong sul proprio canale Youtube”
Il rischio costante di sottostimare le perdite
La misurazione delle perdite di metano dagli impianti pone sempre delle criticità in termini di stime. Secondo alcuni esperti infatti il rischio di sottostime sarebbe sempre dietro l’angolo, in quanto misurazioni sistematiche e approfondite difficilmente vengono effettuate con costanza. “Neanche nei paesi avanzati vengono fatte misure sistematiche sulle perdite di metano nell’atmosfera. Ci si basa essenzialmente sulle stime fornite dalle aziende del settore gas. Ma quando si fanno campagne di misura mirate, le emissioni di metano risultano da 2 a 4 volte quelle in precedenza stimate”, ha dichiarato Nicola Armaroli, ricercatore del Cnr di Bologna e membro della Accademia nazionale delle scienze all’Ansa. Secondo quanto dichiarato da Armaroli “Una ricerca condotta quest’anno a Philadelphia negli Stati uniti dimostra che le emissioni di metano erano state sottostimate di quattro volte”. Il ricercatore però cita anche un altro studio recentemente pubblicato dall’American chemical society e da Science Daily, riguardo lo stato della rete di distribuzione di metano nella città di Parigi. Attraverso rilevazioni in 17 diverse vie tra settembre 2018 e marzo 2019, sarebbero state individuate 90 potenziali perdite di metano. Il 63% delle perdite deriverebbe da emissioni provenienti dalla rete di distribuzione del gas naturale, il 33% dalle fognature e il 4% dalle caldaie degli immobili presenti nelle vie.
L’Italia importa oltre il 90% del metano che consuma
Nonostante la presenza di alcuni giacimenti sul territorio, per l’Italia il gas naturale resta una fonte energetica particolarmente preziosa quanto scarsa. Secondo i rapporti del Ministero dello sviluppo economico la copertura della domanda di metano nel 2019 è stata coperta per il 93% dalle importazioni e solo per il 7% dalla produzione nazionale. L’80% delle importazioni avviene via gasdotto. La Russia in quell’anno si confermava ancora una volta il primo Paese fornitore di gas naturale in Italia, seguita a distanza dall’Algeria e dal Qatar.
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