In Islanda l’impianto di cattura della CO2 da record (ma ancora insufficiente)
17 Settembre 2021 06:00
In breve:
- L’Islanda ha attivato il più grande impianto di cattura della CO2 al mondo
- L’anidride carbonica viene mischiata all’acqua e spedita nel sottosuolo, dove diventa pietra
- Un metodo ancora estremamente costoso e dall’impatto limitato, se non irrilevante su larga scala
L’Islanda ha attivato l’impianto di cattura dell’anidride carbonica più potente al mondo. Si trova vicino alla centrale geotermica di Hellisheidi, situata a Hengill. Per chi non frequenta l’isola (e potrebbe trattarsi della stragrande maggioranza dei lettori), si tratta della zona sud-occidentale dell’isola, a meno di 30 chilometri dalla capitale Reykjavik. Ma non è questo l’importante. Ciò che conta è quello che questo impianto è in grado di fare: assorbire anidride carbonica e spedirla in profondità nel terreno, rendendola innocua agli esseri umani.
Il suo nome è Orca (ma c’è un motivo se si chiama così)
L’impianto è stato realizzato in soli quindici mesi grazie alla collaborazione tra Climeworks, azienda svizzera, e Carbfix, realtà locale islandese. Il suo nome è Orca, che deriva dalla parola islandese “Orka”, ovvero “energia”. Però in questo caso non si sta parlando di una centrale elettrica ma di un impianto di assorbimento della CO2. Orca infatti risucchia l’aria, si ciba di anidride carbonica e la rimuove dall’atmosfera.
Un meccanismo semplice a dirsi e difficile a farsi
Orca funziona così. Delle ventole risucchiano l’aria dall’esterno e la inviano ad uno speciale collettore. Quest’ultimo è dotato di materiale filtrante al suo interno che intrappola l’anidride carbonica separandola dal resto delle sostanze presenti nell’aria. Una volta che il filtro è saturo, ovvero non può più immagazzinare CO2, il collettore si chiude. La temperatura all’interno dell’impianto viene alzata in modo tale da separare l’anidride carbonica dal filtro e poi, successivamente, intrappolarla. Il processo però non si conclude qui. La CO2 assorbita viene mescolata con l’acqua e iniettata ad una profondità di 1.000 metri.
Qui viene il bello, il gas diventa roccia
La tecnologia utilizzata dagli islandesi non prevede soltanto il trasferimento del gas nel sottosuolo all’interno di un serbatoio naturale. Una volta unita l’anidride carbonica all’acqua, la sostanza viene spedita nel sottosuolo dove avviene il processo di mineralizzazione. Il miscuglio realizzato da Carbfix secondo le stime dovrebbe tramutarsi in roccia nel giro di due anni. Ciò che prima era una sostanza pericolosa per l’ambiente (gas serra) diventa pietra collocata ad un migliaio di metri di profondità. Immanente ed innocua.
Qual è l’impatto di Orca sull’ambiente?
Questa grande opera di ingegneria dovrebbe permettere di rimuovere circa 4.000 tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Una cifra apparentemente elevata ma che in realtà se messa in relazione con parametri noti risulta marginale. Lo 0,01% delle emissioni complessive di CO2 nel mondo ogni anno raggiunge le 3,3 milioni di tonnellate di CO2. Secondo le stime quelle 4.000 tonnellate di anidride carbonica rimosse corrispondono complessivamente alle emissioni di circa 870 auto a combustibile fossile.
Il costo dell’impianto? Compreso tra i 10 e i 15 milioni di dollari. Climeworks, una delle due aziende coinvolte nell’impianto, parla di un costo di circa 1.200 dollari per tonnellata di CO2 rimossa, tariffa che non permette di essere competitiva visto che il costo di una tonnellata di CO2 nel mercato Ets delle emissioni in Europa si trova sotto i 70 dollari (anche se la dinamica punta verso l’alto e presto potrebbe sfondare il tetto dei 100 dollari). La speranza della società è che nel lungo periodo il prezzo per la rimozione della CO2, in discesa grazie alle nuove tecnologie, possa pareggiare o scendere al di sotto di quello necessario ad emettere CO2 (i permessi acquistabili all’asta). Uno scenario che comunque porterebbe con sé tante altre conseguenze, sul costo dell’energia in primis (in forte aumento), che non è possibile al momento quantificare.
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