Cosa c’entra il G20 di Roma con la COP26 di Glasgow
29 Ottobre 2021 06:00
In breve:
- Il G20 è il meeting delle venti economie più importanti del mondo
- La COP26 vede la partecipazione di circa 190 Paesi dell’Onu
- Quest’anno i due eventi si sovrappongono sia per temi che per tempistiche
- Senza un accordo nel G20 la COP26 parte in salita
Viene inaugurato sabato 30 ottobre il G20 di Roma, appuntamento che per la prima volta dalla sua fondazione nel 1999 vede l’Italia alla guida dei lavori, proprio alla vigilia dell’attesa COP26 (che inizierà domenica 31 ottobre). Qualche domanda per capire quali sono le differenze tra G20 e COP26 e perché mai come quest’anno il destino dei loro risultati si intreccia l’uno con l’altro.
Cos’è il G20?
Il G20 è l’occasione di incontro dei vertici delle principali venti economie mondiali. Al momento la lista degli “invitati” prevede in ordine rigorosamente alfabetico Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia e Unione Europea (in parte membro anomalo ma assimilato a nazione visti gli organi di rappresentanza). Oltre ai membri appena elencati c’è anche la Spagna, che è un Paese invitato in maniera permanente a prescindere dalla dimensione della sua economia. La riunione dei vertici è stata fondata nel lontano 1999 e ogni anno si riunisce seguendo una certa agenda di priorità. Altro elemento importante: ogni anno il G20 viene “guidato” o meglio “coordinato” da un Paese differente. Dal primo dicembre 2020 tocca all’Italia, l’anno prima era stato il turno dell’Arabia Saudita. Dopo il nostro Paese sarà la volta dell’Indonesia.
Interessante, ma cosa c’entra il G20 con la COP26?
Il G20 e la Conferenza delle parti (ovvero la COP) sono due realtà ben distinte. La prima, come detto, è un meeting dei rappresentanti e dei vertici delle principali economie. La COP invece vede la partecipazione di circa 190 paesi, coloro che hanno aderito alla convenzione quadro della Nazioni unite sul cambiamento climatico. Mentre l’agenda del G20 cambia di volta in volta a seconda delle priorità di un determinato momento storico, la COP nasce esattamente per uno scopo: l’adozione di misure comuni per contrastare il riscaldamento della Terra e l’emissione di gas inquinanti. COP26, poi, sta per “ventiseiesima edizione della COP”.
E perché quest’anno i due eventi sembrano sovrapporsi?
Il G20 terminerà proprio nel giorno in cui a Glasgow verrà dato il via ai lavori della COP26, ovvero domenica 31 ottobre. In questa edizione G20 e COP26 sembrano sovrapporsi perché il tema della sostenibilità e del clima ha acquisito nell’ultimo anno e mezzo sempre più importanza e rilevanza sia a livello politico che mediatico, guadagnandosi uno spazio anche nell’agenda del G20. È ragionevole pensare che durante il meeting a Roma i Paesi comincino ad elaborare – o perlomeno provare ad elaborare – una posizione comune da portare sui tavoli di Glasgow.
Le tre “P” del G20: persone, pianeta, prosperità
A dirlo è anche lo “slogan” del G20 romano: Persone, Pianeta e Prosperità. Si legge sul sito ufficiale: “La pandemia ha causato danni profondi, incidendo negativamente sui sistemi sanitari, sugli indici di povertà e sull’andamento dell’economia globale, venendosi a sommare alle altre grandi sfide dei nostri tempi, dai cambiamenti climatici alla lotta contro le disuguaglianze”.
Le difficili trattative per giungere ad una soluzione sul clima
Tra gli elementi che dovrebbero favorire un accordo sul clima nel 2021 è l’ondata di investimenti messi in campo dai governi di tutto il mondo per fronteggiare la ripresa dalla crisi del Covid. È innegabile che l’aumento delle risorse economiche abbia permesso ai governi di progettare con maggiore facilità un progetto di transizione ecologica verso fonti rinnovabili (processo decisamente oneroso in termini monetari). Restano tuttavia le diverse posizioni, perché diversi sono i modi di leggere le responsabilità legate al cambiamento climatico e diverse sono le soluzioni proposte. Insomma mai come quest’anno la politica del G20 si sovrappone a quella più prettamente diplomatica di COP26.
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