Temperatura “sotto controllo” se tutti gli impegni di Glasgow fossero rispettati

05 Novembre 2021 06:00

In breve:

  • L’ottimismo delle stime dell’Agenzia internazionale dell’energia: se il mondo rispetterà gli impegni di Glasgow il riscaldamento globale resterà sotto i due gradi
  • L’Italia si è aggregata (all’ultimo minuto) in un accordo che dalla fine del 2022 bloccherà i finanziamenti a progetti fossili internazionali
  • Si susseguono accordi limitati a poche decine di Paesi per accelerare l’uscita dall’impiego dei combustibili fossili


A ciascun giorno il proprio tema. Giovedì 4 novembre a Cop26 è stata la volta dell’energia. Una giornata importante che ha visto susseguirsi una serie di accordi tra i paesi partecipanti per accelerare l’uscita dei combustibili fossili. Una notizia positiva ma allo stesso tempo di difficile interpretazione: si tratta di accordi di volta in volta tra delegazioni di Paesi diversi. L’assenza di un accordo universale tra tutti i partecipanti, insomma, rende più frammentato il quadro generale. Un motivo in più per procedere con ordine, passando in rassegna l’accaduto.

La buona notizia dall’Iea

Parole, parole, parole. Ma se queste parole si tramutassero in fatti, il pianeta potrebbe riuscire a contenere il riscaldamento globale al di sotto della fatidica soglia dei 2 gradi centigradi. A dirlo sono le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia, intervenuta ieri a Cop26 nella persona di Faith Birol (capo dell’Agenzia). Stando a quanto dichiarato, l’Iea avrebbe inserito all’interno dei propri modelli matematici tutti gli scenari connessi alle promesse avanzate dai governi durante la Conferenza. Se tutte queste promesse, compreso l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 e il taglio nell’utilizzo del gas metano, dovessero essere rispettate, l’aumento della temperatura media sul pianeta potrebbe limitarsi a 1,8 gradi sopra i livelli dell’era pre-industriale. Una cifra inferiore rispetto a quanto stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015 ma comunque superiore a quegli 1,5 gradi che rappresentano il nuovo target anche nelle trattative tra i leader.

Nuovo impegno dell’Italia contro chi inquina

Nella mattinata di ieri la delegazione italiana a Glasgow ha aderito ad un accordo tra venti Paesi per fermare l’istituzione di nuovi sostegni pubblici destinati al settore energetico internazionale. Un accordo storico in quanto, se rispettato ed effettivamente attivato entro la fine del 2022, porterebbe ad una piccola rivoluzione: progetti che coinvolgono il consumo di carbone, petrolio e gas naturale senza catturare l’anidride carbonica derivante dal loro utilizzo non potranno più beneficiare di sostegni pubblici. Tra i paesi firmatari dell’accordo, oltre all’Italia, ci sono Danimarca, Finlandia, Costa Rica, Canada, Stati Uniti e Nuova Zelanda. Un accordo quindi che lascia fuori i Paesi asiatici ma che, di fatto, pone in primo piano in Italia le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (che oggi hanno ancora una applicazione limitata).

Un accordo contro il carbone anche da altri 23 Paesi

Secondo quanto riportato dalle agenzie, nella giornata di ieri a Glasgow sarebbe stato stretto un altro accordo sull’eliminazione del carbone dalla produzione dell’energia. I Paesi appartengono ad aree geografiche diverse, anzi delle più disparate. Si va dall’Indonesia al Vietnam, passando per Polonia, Ucraina e Corea del Sud. Particolarmente importante la decisione della Polonia di impegnarsi per l’uscita dal carbone, lei che in Europa è una delle principali utilizzatrici del combustibile. Mancano in questo accordo l’Italia (che comunque già impiega quantità di carbone irrilevanti in termini globali) ma anche Cina, india, Russia e Stati Uniti che invece sì sono particolarmente determinanti negli equilibri globali delle emissioni.

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