Costi elevati, scontri legali e appalti: perché è così difficile tornare sulla Luna
19 Novembre 2021 06:00
La Nasa posticipa nuovamente il ritorno degli umani sulla Luna. Colpa dei notevoli costi ma anche di uno scontro legale tra Space X e Origin riguardo l’appalto per la realizzazione del razzo che dovrà portare la navicella in orbita. Dal 1972 l’uomo non mette piede sul satellite naturale.
La Nasa ha posticipato di un anno il ritorno dell’uomo sulla Luna. Nei programmi dell’Agenzia spaziale degli Stati uniti infatti una astronave con a bordo un equipaggio umano avrebbe dovuto solcare di nuovo la superficie lunare nel 2024, diventato ora 2025 nello scenario più ottimistico. Ma perché dopo l’allunaggio del 1969 è così difficile per l’uomo tornare sul satellite naturale della Terra? In gran parte è una questione di soldi, ma è meglio procedere con ordine.
Un volo low cost rispetto al programma Apollo
Stando alle analisi e ai calcoli degli esperti il progetto Artemis in confronto al programma Apollo non è che un viaggio low cost. La Nasa vorrebbe infatti riuscire a realizzare il progetto con una spesa complessiva di 93 miliardi di dollari da qui al 2025. Per ciascun viaggio della navicella Orion la spesa dovrebbe ammontare a 4,1 miliardi di dollari. Per fare un paragone con il programma Apollo, che con l’Apollo 11 ha portato Armstrong e Aldrin sul satellite naturale della Terra, tra il 1960 e il 1973 il governo degli Stati Uniti spese 28 miliardi di dollari. La cifra però non è esatta, perché si tratta di dollari degli anni ’60: aggiornando la spesa all’inflazione si arriva alla somma reale, paria 280 miliardi di dollari. Quasi tre volte tanto il finanziamento previsto per il nuovo programma Artemis.
Nonostante ciò uno dei problemi rilevanti del programma attuale della Nasa è proprio la mancanza di componenti riutilizzabili volo dopo volo. Criticità che ha contribuito nei ritardi della missione.
La guerra tra Space X e Origin non ha aiutato
È conclusa solo pochi giorni fa la diatriba legale che ha visto scontrarsi Space X di Elon Musk e Origin di Jeff Bezos. Le due aziende aerospaziali avevano gareggiato proprio per l’appalto legato alla realizzazioni di componenti per i viaggi spaziali in collaborazione con la Nasa, specialmente il razzo chiamato a trasportare la navicella contenente gli esseri umani fuori dall’atmosfera terrestre. Appalto vinto da Space X, non senza rimostranze da parte di Origin. Stando ad un comunicato ufficiale della Nasa questo confronto avrebbe portato ad un ritardo nei lavori di “almeno sette mesi”, causando così un riardo nel piano dei lavori tale da far saltare la scadenza posta inizialmente per il 2024.
Perché abbiamo smesso di andare nello spazio?
Tra le tante cause, soprattutto per gli elevati costi. Basti sapere che negli anni più caldi della corsa allo spazio e della sfida tra Usa e Unione Sovietica la NASA da sola assorbiva il 4% del bilancio federale degli Stati Uniti. Una cifra che in tempi più calmi, privi di progetti ambiziosi e di ritorno agli allunaggi, è scesa a solo lo 0,4%.
Nel mentre Cina e Russia vanno per la loro strada
Potremmo essere alle porte di una nuova corsa allo spazio? Forse. Cina e Russia hanno ufficializzato negli scorsi mesi un accordo per la realizzazione di una base spaziale permanente sulla superficie lunare, la “Stazione lunare di ricerca internazionale”. Un progetto che al momento non prevede la presenza fisica degli astronauti quanto quella di una serie di rover automatizzati. Stando ai progetti sino-russi la stazione dovrebbe essere attiva e a pieno regime per il 2036.
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