Nel Circolo Polare Artico le piogge supereranno le nevicate entro il 2100
03 Dicembre 2021 06:00
Secondo nuovi modelli sviluppati dagli esperti per la fine del secolo le piogge saranno più frequenti delle nevicate, con pesanti conseguenze sul livello delle acque e la tenuta del permafrost
Secondo una ricerca condotta da un gruppo di scienziati provenienti da università di Canada, Usa, Regno unito e Finlandia il circolo Polare artico potrebbe diventare un’area con precipitazioni prevalentemente piovose nel giro di pochi decenni. Colpa del riscaldamento globale che, a questo ritmo, porterà entro la fine del secolo ad un aumento delle piogge specialmente durante l’estate e l’autunno nell’Artico. Un fenomeno che gli esperti già si attendevano ma che, secondo gli ultimi modelli, potrebbe avvenire con decenni di anticipo e potenzialmente anche con un livello di riscaldamento globale inferiore ad 1,5 gradi centigradi. Nelle precedenti stime infatti gli esperti sostenevano che il passaggio ad un clima a prevalenza piovoso sarebbe potuto avvenire tra il 2090 e il 2100: con i nuovi modelli l’orizzonte temporale è stato anticipato all’intervallo 2060-2070.
I risultati su Nature
Nella ricerca pubblicata anche dalla prestigiosa rivista Nature gli scienziati tracciano uno scenario lungo quasi un secolo, in cui tentano (perché pur trattandosi di esperti dell’ambito di “tentativo” bisogna parlare) di quantificare come potranno variare nel lungo termine le precipitazioni piovose e nevose. Il risultato descrive un cambiamento non indifferente per quanto riguarda gli equilibri dell’area geografica.
Più gocce in primavera e autunno
Stando alle stime il livello delle nevicate scenderà di 0,3 millimetri al giorno in primavera e di 0,2 millimetri in autunno. Di converso il livello delle precipitazioni piovose aumenterà di 0,8 millimetri in autunno e di 0,5 millimetri in primavera: variazioni che da sole sarebbero in grado di rivoluzionare l’aspetto con cui l’Artico si presenterà alla popolazione del futuro. Sempre meno neve, in una sorta di espansione verso nord delle regioni temperate. Come spiegano anche gli scienziati ciò significherebbe, oltre ad una riduzione della superficie dei ghiacci, un maggiore scioglimento del permafrost (la superficie di ghiaccio che teoricamente dovrebbe ricoprire la superfice del terreno tutto l’anno) e di conseguenza un aumento del livello delle acque confluenti nei fiumi (derivanti dallo scioglimento dei ghiacci).
In Groenlandia la prima pioggia sulla vetta più alta
Questa estate per la prima volta dall’inizio delle rilevazioni è piovuto nel punto più alto della Groenlandia. È accaduto lo scorso 14 agosto, quando la stazione Summit, circa 800 chilometri a nord del Circolo polare artico e oltre 3000 metri di altitudine sopra il livello del mare ha rilevato una pioggia della durata di diverse ore. Un fenomeno che ha allarmato i ricercatori e sarebbe la prova del pesante cambiamento climatico al momento in atto in uno dei luoghi chiave per l’equilibrio dell’ecosistema terrestre, l’Artide.
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