Cosa sono i fan token diventati sponsor delle squadre di Serie A
27 Dicembre 2021 06:00
Gettoni digitali certificati dalla blockchain che garantiscono vantaggi e privilegi ai loro possessori. Ecco come funzionano e perché sono diversi dalle criptovalute
Sempre più squadre di Serie A mostrano sulle magliette degli sponsor legati al mondo blockchain. Spesso si tratta di siti che vendono i cosiddetti “fan token”. Se non hai mai capito di cosa si trattasse, ecco un articolo con una spiegazione semplice per schiarirsi le idee.
Cosa sono i “fan token”?
In italiano la traduzione sarebbe “gettone dei fan”, e sta per un oggetto digitale certificato da una blockchain che dà alcuni vantaggi ai loro possessori. Chi possiede un “fan token”, come quelli emessi dalle squadre della Serie A, può votare in sondaggi esclusivi delle squadre oppure ricevere sconti nell’acquisto di biglietti o merchandising. Le applicazioni sono molteplici: è come avere una tessera della propria squadra del cuore, però virtuale e certificata tramite la tecnologia blockchain.
Cos’è questa tecnologia blockchain?
Ci si potrebbe dilungare in una serie di spiegazioni più o meno articolate per descrivere in cosa consista la blockchain. In questa sede potrebbe però essere più utile utilizzare una metafora.
Immaginiamo un registratore di cassa. Il suo compito è quello di registrare gli incassi di un esercizio commerciale (e non solo) scrivendo una serie di valori uno in fila all’altro nello “scontrino” (ormai divenuto virtuale). Un modo per registrare la cronologia degli acquisti in maniera ordinata e standardizzata. Ora, immaginiamoci una serie di registratori di cassa collegati uno all’altro attraverso la rete. Ciascuno di questi registratori di cassa non agisce per conto proprio ma è “costretto” a registrare tutte gli incassi anche degli altri registratori collegati in rete. Il risultato è che tutti i registratori di cassa si ritroveranno lo stesso “scontrino”, con gli stessi acquisti e nello stesso ordine. Una sorta di resoconto collettivo degli acquisti registrati da un gruppo di registratori fiscali.
La blockchain non è altro che questo rullino condiviso e uguale per tutti: una catena di blocchi (le transazioni dei registratori di cassa), incollati uno all’altro (ogni nuova transazione si accoda alla lista delle transazioni precedenti). La differenza tra uno schema semplificato come quello dei registratori di cassa e quello di una blockchain vera e propria è che per validare una transazione, ovvero far sì che tutti la riconoscano come vera e corretta, deve essere eseguito uno sforzo in termini di calcolo. Tutti i computer nella rete devono risolvere un “puzzle” basato su un enigma matematico condiviso: un modo per certificare l’autenticità della transazione.
Qual è la differenza tra un token e una criptovaluta?
La differenza è molto sottile. Entrambi sono accomunabili ad un oggetto digitale certificato dalla blockchain. La differenza è che un token somiglia più ad una azione tradizionale mentre una criptovaluta ad una valuta, appunto. Il possesso di un token non permette poi di spenderlo per acquistare prodotti ma di ricevere dei vantaggi basati sul possesso del token stesso (una sorta di pass, o abbonamento, che apre le porte a dei vantaggi di qualsiasi tipo). La criptovaluta, come Bitcoin, nasce invece con l’idea di esistere per sé stessa e di poter essere spesa in cambio di un bene o un servizio (come accade in El Salvador, dove è diventata moneta legale insieme al dollaro).
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