I ricercatori stanno creando una mappa digitale del cervello umano
20 Gennaio 2022 06:00
Una società svizzera di ricerca, Blue Brain Project, ha scoperto che i neuroni si organizzano in strutture anche a undici dimensioni (e l’occhio umano è abituato a vederne soltanto tre). Nei prossimi anni potrà essere possibile scoprire come funziona la nostra memoria
Un gruppo di neuroscienziati e matematici sta cercando di decifrare il cervello umano, realizzandone una mappatura completa in forma digitale. Un progetto ambizioso che richiederà decenni. Nel frattempo, però, arrivano i primi risultati davvero interessanti.
Il cervello lavora su undici dimensioni
Secondo i ricercatori del Blue brain project, il cervello umano opera tramite strutture geometriche multidimensionali. Mentre la realtà che ci circonda si basa su tre dimensioni (larghezza, altezza e profondità), il cervello sarebbe in grado di convertire ed elaborare gli stimoli su undici dimensioni. I ricercatori sono giunti a questa conclusione utilizzando la topologia algebrica, una branca della matematica che impiega gli strumenti dell’algebra astratta per provare a descrivere come cambiano le proprietà degli oggetti a prescindere dalla forma che essi assumono (una definizione senza dubbio sommaria e imprecisa, ma utile per farsi un’idea in questa sede).
Secondo gli scienziati dei gruppi di neuroni si connettono tra di loro, andando a formare proprio una costruzione dalle molteplici dimensioni: “Abbiamo trovato un mondo che non avremmo mai immaginato”, spiega uno dei capi ricercatori. “Ci sono decine di milioni di questi oggetti persino in una piccola porzione del cervello, che raggiungono anche le sette dimensioni. In alcune reti abbiamo persino trovato strutture fino a undici dimensioni”.
Qual è l’obiettivo del Blue brain project
Stando a quanto riportato sul loro sito ufficiale, l’obiettivo è far progredire le neuroscienze sviluppando algoritmi biologici, processi scientifici e programmi informatici necessari a ricostruire e simulare il cervello in maniera digitale. Il tutto partendo da esperimenti su organi di specie più piccole, come i topi. Entro il 2024 i ricercatori sostengono di poter raggiungere un modello preciso a livello cellulare di un intero cervello di topo. Un modello digitale con tutti i neuroni, quasi tutte le tipologie di neuroni disposti dettagliatamente e persino tutte le sinapsi che formano connettendosi uno all’altro.
Un percorso lungo e tortuoso
Gli studi partono dal cervello di un topo, in quanto teoricamente più semplice da analizzare rispetto a quello degli umani. Gli scienziati negli ultimi dieci anni hanno cercato di convertire la mappatura della rete neurale delle cavie in forme geometriche che possono essere analizzate in maniera sistematica. Dalle evidenze emerge che i neuroni si organizzino in maniera chiara e ben visibile, ma in strutture a decine di dimensioni davvero difficili da decifrare. Questi ultimi creano una connessione e la “distruggono” rapidamente. Nei prossimi anni, forse decenni, questi studi potrebbero giungere ad una risposta che gli scienziati stanno inseguendo da secoli: come il cervello riesce a immagazzinare le informazioni e a far funzionare la memoria. Forse proprio all’interno di queste strutture estremamente complesse che, ancora oggi, risultano indecifrabili ai nostri occhi. Ma non al nostro cervello.
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