Piccolo dizionario “Fintech”: come parlare la lingua della tecnofinanza
15 Febbraio 2022 06:00
Un breve glossario per raccapezzarsi nel mondo della finanza digitale e intrattenere conversazioni con esperti di Token, Mining e Hodl
Siete avvezzi al mondo della finanza, ma non a quello della tecnofinanza? Male, perché è verso questo orizzonte che si sta spostando il grande mondo finanziario, una trasformazione in atto già dagli anni 90 ma che sta accelerando naturalmente in questi anni, portandosi sempre più verso il mondo “digital”.
Oggi è normale sentir parlare diffusamente di Bitcoin, NFT, e nessuno si è stupito nel veder mettere all’asta il primo Sms della storia. È normale? Sì, ma non per tutti. Soprattutto, non per tutti sono chiari alcuni termini utilizzati nella Fintech (e forse lo stesso termine “Fintech” non è chiaro alla maggioranza).
Ecco quindi un mini glossario delle parole più utilizzate in questo ambito, per permettervi di muovervi più agilmente in questo vasto mondo.
Fintech
Iniziamo proprio con la parola che delinea questo settore della finanza. Con Fintech (abbreviazione di Financial Technology) si intende l’offerta di servizi di finanziamento, di pagamento, di investimento e di consulenza ad alta intensità tecnologica, che comportano forti spinte innovative nel mercato dei servizi finanziari. Più in generale si può intendere l’applicazione degli strumenti digitali al mondo finanziario (mobile payment, trasferimenti istantanei di denaro tra privati, prelievi di denaro via smartphone, eccetera).
Blockchain
La blockchain è la tecnologia alla base delle criptovalute, un registro di contabilità condiviso e immutabile (strutturato come una catena di blocchi) che facilita il processo di registrazione delle transazioni e la tracciabilità dei beni in una rete commerciale. Un bene può essere tangibile (una casa, un’auto, denaro, terra) o intangibile (proprietà intellettuale, brevetti, copyright, branding).
Mining
Il termine mining deriva dall’inglese to mine, che significa estrarre: è letteralmente l’atto di estrarre l’oro dalla terra, in un parallelismo tra nuove criptovalute e “vecchio” metallo prezioso. Per scavare però si usa la potenza di calcolo dei computer e non gli strumenti tipici dei minatori.
Aggiungere una transazione al libro mastro, ovvero alla blockchain, è un’operazione che richiede una lunga e complessa serie di calcoli che può essere fatta tramite computer o server interamente dedicati al mining di criptovalute sui quali vanno installati programmi e hardware appositi dai “miners”. Il mining è quindi in sintesi il processo che porta all’aggiunta di nuovi blocchi alla blockchain e all’emissione di nuove criptovalute.
Token
Possiamo definire i token come informazioni digitali registrate su un registro distribuito e rappresentative di una qualche forma di diritto: la proprietà di un asset, l’accesso a un servizio, la ricezione di un pagamento, e così via. È opportuno però distinguere tra Token Fungibili e Non Fungibili (i più famosi, ovvero gli NFT, Non Fungible Token).
I beni fungibili sono quelli che possono essere sostituiti con qualcosa di identico. È il caso delle banconote (ad esempio: non conta restituire la stessa banconota, ma una banconota dello stesso valore). A questa categoria appartengono token utilizzabili come criptovalute e in generale tutti quelli che hanno caratteristiche assimilabili a quelle di una moneta digitale.
Per ciò che riguarda gli NFT invece, sebbene due elementi possano sembrare identici, ognuno avrà attributi come ad esempio un codice identificativo che li rende unici. Sono utilizzati per la gestione dell’identità digitale, quella dei voti elettronici, i collectibles dei giochi online, e ultimamente per la vendita di opere d’arte e opere digitali (ne avevamo parlato in merito all’Opera “Spike” di Banksy).
Stablecoin
Il suo significato è la sua traduzione letterale, ovvero “moneta stabile”: sono asset digitali che godono delle garanzie e delle proprietà tipiche delle criptovalute, ma il cui prezzo è stabilizzato rispetto ad un bene di riferimento come l’oro o il dollaro.
Hodl
Uno dei termini più importanti nella finanza digitale è di fatto un errore. É l’acronimo di “Hold on to dear life”, ovvero “tieni duro per rimanere in vita”. Hold, appunto, non Hodl: pare che il termine sia nato nel 2013, quando un membro del forum Bitcointalk, in un post sui motivi per cui avrebbe tenuto il suo token in piena tempesta sul mercato delle crypto, scrisse erroneamente hodling invece di holding. Oggi con questo termine si indica l’atteggiamento di chi “conserva” le proprie monete virtuali anche quando il valore cala, fiducioso in un recupero.
Fomo
È l’acronimo di “Fear of Missing Out”, “paura di rimanere escluso”, nei fatti la paura di perdere un’occasione fortunata e vantaggiosa. Si utilizza quando molti trader corrono ad investire in una certa criptovaluta cercando di approfittare di un momento favorevole e temendo un rialzo dei prezzi nel brevissimo periodo.
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